In occasione del
Venerdì Santo, 6 Aprile, il Maestro Pietro di Lorenzo ha proposto
l’esecuzione di musiche sacre barocche concepite per essere suonate ed
ascoltate nel corso della festività religiosa che condensa il Mistero della
Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo. Musiche dolorose, musiche della
commemorazione del defunto figlio dell’uomo che attraversa la flagellazione, la
corona di spine, la Via Crucis ed il trapasso del corpo, sempre accompagnato
lungo il suo cammino di sofferenza e morte dal pianto della madre Maria. E
proprio dal “Pianto della Vergine” di Claudio Monteverdi è cominciato il
percorso, proseguito con la “Crux Fidelis” del Giovanni Maria Sabino,
compositore pressoché coevo al Monteverdi, di nascita pugliese ma campano di
adozione, defunto a Napoli nel 1649. E se nel Monteverdi sorprende
l’articolazione delle linee vocali dinanzi alla schematica semplicità tematica
dell’organo a sostegno contrappuntistico, attraverso la “Crux Fidelis”
l’esecuzione ci ha guidati allo “Stabat Mater” di Giovanni Felice Sances,
compositore del tutto seicentesco. Qui, sorprendente davvero all’ascolto è la
contaminazione profana apportata alla composizione sacra dall’uso del basso
continuo “ostinato”, di origini così notoriamente altre rispetto alla musica
composta ad uso celebrativo o comunque liturgico – basti richiamare alla mente
le “ostinate” tabulature per liuto di Andrea Falconiero, tanto lontane
dall’idea coeva di musica sacra. Indi, attraverso il “Durum cor ferreum pectus”
del Legrenzi, la cupezza del dolore raggiunge il suo apice nell’ascolto della
“Crocifissione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo” di Alessandro Stradella,
per concludersi in concomitanza con la deposizione del corpo rievocata in
“Dalla Croce disceco haveano di Giesù” del Vulpio. Un percorso doloroso di
ricerca attenta rivolta a musiche che, come il Maestro ha avuto modo di
affermare con umiltà, “proponiamo esclusivamente per il bisogno di
trasmetterle, in assenza pressocchè totale di registrazioni che possano
permetterne la divulgazione”. Davvero struggente il soprano Elena Polito,
capace di scavare nei registri più tristi della vocalità. E davvero suggestiva
l’accoglienza offerta dalla Chiesa dell’Immacolata Concezione, piccolo cammeo
nel centro storico di Caserta, purtroppo dimenticato e piuttosto abbandonato da
un punto di vista estetico. Dunque, come il Maestro puntualizza, “il nostro
lavoro ha un valore anzitutto estetico: riproporre l’estetica di musiche e
luoghi dimenticati e da riscoprire onde non perdere un patrimonio di immensa
bellezza ricevuto in eredità e purtroppo trascurato”. Con il Venerdì Santo si
conclude dunque, per questa edizione, la lunga attività dell’Associazione
Culturale “Francesco Durante” attraverso l’iniziativa “…dove la musica incontra
il suo tempo…”. Attività avviata lo scorso ottobre, e che riprenderà con la XIV
edizione de “Il Trionfo del Tempo e del Disinganno” il 21 giugno prossimo
venturo. Dunque, in attesa di riprendere i pellegrinaggi attraverso luoghi e
musiche anche nostri, purtroppo così facilmente lasciati cadere nell’oblìo,
possiamo prendere assieme al Maestro una pausa pasquale nella speranza di poter
fruire magari prossimamente di un organo degno di evocare l’incontro di Musica
e Tempo…
Consulta:
… dove la musica incontra
il suo tempo… V edizione |
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