Le testimonianze su San Vitaliano
Casola (Ce) - 26 novembre 2006
comunicato stampa |
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“Le testimonianze su San Vitaliano” è il tema dell’incontro storico-scientifico
promosso per domenica 26 novembre, alle 10.30, all’Eremo di San
Vitaliano di Casola di Caserta, sul quartiere di Casertavecchia,
dall’Associazione biblica Eremo San Vitaliano in partenariato con l’Istituto
Scienze Religiose di Caserta, l’Ufficio per l’Educazione e la Scuola diocesano,
l’Ucsi e la Fondazione Eremo Visibile@Invisibile. Si tratta della prima tappa
di un percorso di avvicinamento alla storia locale e all’identità civica dei
casertani che comincia approfondendo il passato remoto della nostra terra
«perché solo partendo dalle origini, dai miti di fondazione della nostra città
– spiega don Valentino Picazio, rettore dell’Eremo di San Vitaliano – potremo
puntare a far lievitare Caserta sia culturalmente che socialmente. Un lavoro
che si basa su un importante ricerca di base e sul coinvolgimento dei massimi
esperti del settore. E il tutto si realizza all’interno dell’Eremo di San
Vitaliano, un modo per farlo vivere durante tutto l’anno».
La giornata di riflessione scientifica sarà infatti guidata dalla professoressa
ClaudiaVultaggio, docente di Storia medievale alla Facoltà di Lettere e
Filosofia di Santa Maria Capua Vetere, afferente la Seconda Università di
Napoli e animata dal giornalista Luigi Ferraiuolo, autore di alcuni volumi
sulla storia di santi italiani e stranieri (In particolare San Rocco delle
Edizioni Paoline) ed esperto di agiografia e vedrà la partecipazione di tutti i
più importanti studiosi di storia locale casertani, oltre che di rappresentanti
degli enti locali campani in qualche modo legati a San Vitaliano, come la
cittadina omonima del Nolano.
«L’incontro sarà – precisa don Valentino – anche un tentativo per costruire su
basi scientifiche la storia del Santo, i suoi rapporti con l’antica Caserta e
il contesto sociale e storico in cui si muoveva e un modo per gettare le basi
per una possibile storia di Caserta nell’Alto medioevo”. “Si tratta – aggiunge
Ferraiuolo – del primo tentativo endogeno di far lievitare un’identità
casertana e una storia di Caserta, senza retorica ma incidendo direttamente sul
tessuto sociale locale. Un modo poi per trasformare l’Eremo in un cantiere
dell’arte e della cultura oltre che dello spirito”. |
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