Settembre al Borgo 2006: Francesca Reggiani in "Controtempo"

Casertavecchia (CE) - 11 settembre 2006

Articolo di Doralisa Barletta, foto di Francesco Del Prete


Casertavecchia, 11 Settembre. L’11 settembre una luna meravigliosa ed un clima mite hanno fatto da cornice all’ultimo appuntamento della trentaduesima edizione del settembre al Borgo di Casertavecchia, ma quell’aria tersa sembrava quasi stridere con la polvere ed il buio dei ricordi che un anniversario così importante comporta. E anche il festival non poteva non fermarsi a ricordare quell’11 settembre che 5 anni fa ha sconvolto l’America ed il mondo intero. Lo ha fatto con Moni Ovadia, che ha tenuto una conferenza nella chiesa dell’Annunziata: il musicista-attore bulgaro di origini ebraiche ha dato una lettura personale dell’11 settembre, definendolo come una sorta di “linea di demarcazione”. “Naturalmente l’attentato terroristico di 5 anni fa è stato un crimine che ha portato alla morte tanti civili, ma ciò che però oggi diventa più importante è capire come questo crimine è stato usato: a mio parere – ha detto - c’è stato un uso propagandistico, ideologico; l’11 settembre è stato visto come uno strumento, da parte del governo degli Stati Uniti, per disegnare la realtà geopolitica del Medio Oriente. La guerra orribile, criminosa, imperialista e colonialista ha portato solo uno sfregio ai morti dell’11 settembre: che modo è di risarcire quel dolore e quei morti andare ad ammazzare civili, bambini, vecchi e donne iracheni o afgani? E’ bene riflettere e capire che c’è solo un modo – ha aggiunto Ovadia – perché non accadano più gli “11 settembre”: contribuire a costruire un mondo basato sulla pace, sul rifiuto delle guerre: il terrorismo non si combatte facendo migliaia di morti innocenti, ma prosciugando le paludi dell’odio. Io credo che a 5 anni da questo spaventoso evento noi dobbiamo rifondare il senso di questo 11 settembre: è stato l’inizio di un’era di violenze che adesso si devono arrestare. Questi eventi devono servire a costruire un mondo di pace. Naturalmente la pace è un impegno difficile, è un rischio. Si investono migliaia di miliardi di dollari per comprare armi e per fare guerre. Proviamo ad immaginare se queste stesse risorse fossero investite per costruire la pace. E’ ora di farlo”.
Ma l’11 settembre lo ha ricordato, magistralmente, anche una splendida Francesca Reggiani con “Controtempo” di Simeon per la regia di Gabriele Vacis. Una piece teatrale incalzante, che dal primo minuto ha lasciato il pubblico sotto l’angoscia di un conto alla rovescia, che avvicina sempre di più Giovanna, una musicista che suona la Tiorba in attesa di un’importante audizione, ad una tragedia personale e non solo. Ma la Reggiani è riuscita ad alleggerire lo spettacolo con la sua recitazione naturale e per niente teatrale e con diversi spunti divertenti. E le risate che il pubblico non ha potuto trattenere di fronte alle battute rubate alla vita normalmente assurda di una donna che vive a New York sono state talvolta frenate dal presentimento che il racconto di una storia ambientata in quella città e in quella data non potesse non avere un epilogo tragico.
Chi ha assistito allo spettacolo, in prima nazionale, ha visto una Francesca Reggiani cimentarsi in un ruolo davvero impegnativo, non perché drammatico e non comico (avvicinata a fine spettacolo ha tenuto a ribadire – sebbene fosse superfluo - che fare il comico non è affatto più semplice che interpretare le cosiddette “parti serie”); non perché per più di un’ora l’ha vista sola sul palco, accanto soltanto alla brava Beatrice Schiros, ma perché una tragedia come quella dell’11 settembre è difficile da raccontare senza esserne emotivamente coinvolti.
Ma gli appuntamenti dell’ultima data della trentaduesima edizione del Settembre al Borgo non si sono conclusi al Teatro della Torre: la serata ha offerto ancora un altro appuntamento imperdibile: l’interpretazione di Danilo Rea, uno dei pilastri del jazz italiano, delle canzoni di Fabrizio De André. (vedi articolo)
Subito dopo il bis (per la cronaca una splendida Core ‘ngrato) ed il fragoroso applauso che lo ha seguito, l’ultima giornata dell’edizione 2006 del Settembre al borgo si è conclusa in allegria, in piazza Duomo, con un omaggio al mondo della musica popolare e della tammorra: i Taranterrae, accanto ad altri amici musicisti provenienti da diversi luoghi della Campania, hanno saputo entusiasmare il pubblico con i suoni della tradizione e far ballare al ritmo delle tammurriate.
 

Programma di Settembre al Borgo 2006 - Casertavecchia

 

 

Moni Ovadia

 

 

 

Francesca Reggiani

 

 

I Taranterrae

foto © Casertamusica

 

 
 

 

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