Settembre al Borgo 2006: Antonello Venditti  in "Canzoni tra le righe"

Casertavecchia (CE) - 9 settembre 2006

Articolo di Giorgio Ruberti


Casertavecchia, sabato 9 settembre. 

 

Forse ci sarà stato un difetto di comunicazione, oppure non è stato capito da parte di qualcuno che il Settembre al borgo di quest’anno è dedicato al tema della “libertà”, e non a caso il titolo della manifestazione è “Liberamente”, con il sottotitolo di “parole, note e altro ancora”. Fatto è che, in occasione della serata che al teatro della Torre medievale di Casertavecchia ha visto protagonista Antonello Venditti, che non a caso era intitolata “Conversazioneinsospettabile per pensieri, segreti e cose della vita” , l’equivoco è inesorabilmente venuto a galla (come già avvenuto la sera di sabato 2 settembre con Sabina Guzzanti, o come probabilmente sarebbe avvenuto in occasione dello spettacolo purtroppo annullato di Carmen Consoli, pure intitolato “Dialogo confidenziale per voce, contrabbasso, chitarre e altro ancora”). E così, mentre il cantautore romano stava discutendo sui problemi più attuali della nostra società, di quelli che riguardano un po’ tutti noi, dalle file più arretrate della platea si è alzato l’urlo “canta, canta”, subito accompagnato da altre sollecitazioni a fare il proprio mestiere, quello per cui (almeno così credevano) avevano pagato un biglietto; a voler significare che al pubblico (o, almeno ad una sua buona parte) non poteva importare assolutamente niente dei bei pensieri, dei bei concetti con cui una personalità e un artista come Venditti lo stava omaggiando, e che il suo unico interesse era quello di vederlo svolgere il proprio ruolo, quello del cantante (o dello “juke box”, come con un pizzico di polemica ha rinfacciato lo stesso Antonello). Giusto, giustissimo. Ma non era questo il senso e il fine della serata. E ciò non è stato capito o ben comunicato alla gente.


Ma veniamo alla serata, che oltre a Venditti ha visto protagonisti anche lo scrittore Federico Moccia, l’autore del best seller "Tre metri sopra il cielo", e il giornalista musicale Fabrizio Zampa. Almeno nelle intenzioni, infatti, la serata era stata organizzata per illustrare attraverso parole (di Moccia) e canzoni (di Venditti) l’incontro ideale avvenuto tra questi due artisti, che ha ispirato la nascita del citato romanzo da cui è stato di recente tratto il film campione d’incassi "Notte prima degli esami" (il cui titolo, non a caso riprende quello di un successo di Venditti): Moccia ha spiegato che i momenti più importanti della sua gioventù, come le prime esperienze amorose, i fallimenti o i successi nello studio, nel lavoro, etc., sono sempre stati contrassegnati da una canzone del suo concittadino Venditti, e che quei momenti, insieme alle stesse canzoni di Venditti, gli avevano ispirato il libro che tanto successo ha avuto e in forma cartacea e come film. 

 

Venditti, da parte sua, ha suonato al pianoforte le canzoni via via citate da Moccia (tutti i suoi vecchi successi, da "Roma capoccia" a "Sara", da "Amore" a "Ci vorrebbe un amico"), oltre a narrare le sue di esperienze, al fine di creare anche un confronto generazionale con il più giovane Moccia.

 

Insomma, si stava concretizzando un singolare esperimento artistico che, a pensarci bene, avrebbe potuto interessare molto anche ai fan più accesi di Venditti (proprio coloro che l’hanno incitato a cantare) per il fatto che avevano l’occasione di conoscere più in profondità il proprio idolo. Peccato, un’occasione mancata. È stato comunque interessante ascoltare Venditti discutere, dal suo punto di vista, dell’amore (“che non è idealità, ma concretezza. L’amore è dare, sotto ogni forma. Ma, soprattutto, l’amore è cultura”), della mentalità con cui affrontare la vita (“Ad un certo punto mi sono detto: Antonello, tu devi andare con la vita, non contro di lei. Anche se oggigiorno va in una direzione che non condividi. Starle dentro cercando di fare qualcosa in più per migliorarla”), del suo rapporto con il mondo dello spettacolo e della canzone (“Io mi sono sempre difeso da questo mondo, ho sempre cercato di stare in disparte. Di non essere Venditti fuori e Antonello dentro casa. E difendendo ho attaccato”). 

 

Alla fine, a circa due ore dall’inizio, e dopo aver cantato di fila un po’ di successi come richiesto dal pubblico (“che nonostante tutto ha sempre ragione, come il cliente”, ha detto), Venditti ha lasciato il palco con un pizzico di dispiacere nello sguardo per come si è rivelata la serata, salutando una platea dal canto suo un po’ contrariata, che certamente non si è consumata le mani ad applaudire.
 

Programma di Settembre al Borgo 2006 - Casertavecchia

 

Antonello Venditti, Federico Moccia, Fabrizio Zampa -  foto cortesia www.settembrealborgo.it

 
 

 

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