Leuciana Festival: Riccardo Cocciante in concerto

Caserta - 28 Luglio 2006

Articolo e foto di Francesco Del Prete


Appuntamento con la storia per il Leuciana Festival venerdì 28 luglio. Si perché, checchè se ne dica Riccardo Cocciante rappresenta la storia della migliore musica italiana degli ultimi trenta anni. L’appuntamento, quindi, era da non perdere, e il fatto che lo stesso Cocciante avesse dichiarato che il “Tutti i Miei Sogni” sarebbe stato il suo ultimo tour ha reso l’avvenimento ancora più speciale. E’ intenzione del cantautore, infatti, dedicarsi a tempo pieno a quella attività di compositore che tante soddisfazioni gli ha dato.
Il mio modesto consiglio per chi se lo è perso è di cercare di andarlo a sentire, magari coniugando la cosa con le proprie vacanze: in agosto il tour toccherà varie località vicine a luoghi di villeggiatura.
Un suggestivo cortile della Reggia e un calorosissimo e nutrito pubblico hanno fatto da splendida cornice all’entrata in scena di Riccardo Cocciante che ha esordito con "Cervo a Primavera", "Celeste Nostalgia", "Per un amico in più". Tutte vecchie glorie di Cocciante che il pubblico ha cantato insieme a lui sopperendo almeno in parte alla qualità dell’audio (probabilmente deve essere molto difficile riuscire a rendere un buon livello sonoro all’interno dei cortili della nostra cara vecchia Reggia).
Dopo questa prima serie di canzoni è venuto il momento delle “dediche”: "Indocina", che Cocciante per metà italiano e per metà francese ma vietnamita di nascita ha dedicato a quella bellissima regione; "Sincerità"; "La nostra lingua italiana", stupenda canzone per lui – come ha spiegato - importantissima perché parla della nostra cultura.
"Jimi suona" è chiaramente dedicata al grande Hendrix che – è sempre Cocciante che parla – “…da giovane c’era un musicista che mi affascinava…
Incredibile ed evocativo al punto da far immaginare a chi scrive di poter vedere caracollare sui tetti della Reggia un Quasimodo casertano alla disperata ricerca della sua casertanEsmeralda, il medley da "Notre Dame de Paris". Questa è stata una vera chicca perché per ragioni di rispetto nei confronti dei cantanti che lo hanno interpretato non aveva mai eseguito in pubblico le canzoni del pluripremiato musical.
Parte integrante dei concerti, si sa, è il pubblico che per un musicista “…è sempre diverso ma…sempre uguale, dovunque e ti scaldano l’anima, ti leggono l’anima…” concetto questo che Riccardo Cocciante ha usato per introdurre La musica senza un perché.
Il concerto è poi entrato nel vivo con una serie di vecchi successi cantati in modo perfetto ed intenso dal cantautore: la stupenda "Quando finisce un amore", "A mano a mano", "Sulle labbra e nel pensiero", "Se stiamo insieme", "Bella senz’anima", "Amico carissimo".
Sul finire Riccardo ha deciso di accontentare le richieste del pubblico che chiedeva a gran voce "Margherita" eseguita due volte di seguito. La seconda esecuzione della canzone simbolo di Cocciante, è stata una sorta di autobis, dove all’invito del musicista a cantare insieme a lui, i fans hanno risposto alla grande.
Ovviamente richiamato a gran voce sul palco, eccolo ricomparire per "Questione di feeling" dove in modo molto simpatico fa ironia su sé stesso (vi ricordate Fiorello e la sua caricatura di Cocciante?), la sempre bella "Poesia" e, per ultima, accompagnato dal pubblico in visibilio, "In bicicletta".
Il concerto, ripeto, è stato veramente bello. Riccardo Cocciante non ha fatto altro che confermare il suo sconfinato talento di compositore, pianista ed interprete delle proprie canzoni. Un talento di levatura mondiale. Non ditemi niente ma sono contento che sia italiano.
Se proprio devo trovare un difetto la cosa che non mi ha convinto del tutto, sono stati alcuni arrangiamenti un po’ troppo rocchettari eseguiti con l’aiuto dei pur bravissimi Conor Mc Gouran e Karl Breen (chitarre), Ronan Burns (basso), Steve Hogan (batteria), Alberto Visentin e Cian Boylan (tastiere). Sarò in questo caso un po’ tradizionalista ma secondo me il meglio di sé Cocciante lo dà da solo, al piano.

 

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