Sale del Palazzo Veccia - mercoledì 26 aprile, ore 18.15. Dopo l’inaugurazione
delle mostre, allestite presso l’atrio ed il cortile di Palazzo Vetere
nell’ambito delle attività culturali della XXXVI edizione della Fiera
dell’Asparago di Montagna di Pozzovetere di Caserta, sarà inaugurata
mercoledì 26 aprile, e chiuderà
il 1°maggio, un’interessante mostra di artisti venezuelani dal
titolo Amazonas, curata da Vincenzo Montella e Carlo Roberto Sciascia;
espongono i pittori Alberto Allup, Socorro Peraza, Carlos Triana e lo scultore
Orlando Campos.
Alla scrittrice, storica e critica d’Arte Yvonne Carbonaro è affidata la
presentazione della mostra.
La cerimonia di inaugurazione è presenziata dall’Ambasciatrice dott. Carmen
Jimenez Valera, Console generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela,
che parteciperà anche alla successiva conferenza dibattito sul tema “Alla
ricerca del nostro passato per un futuro migliore”, che si terrà nel giardino
di Palazzo Veccia.
Ecco il programma dettagliato del pomeriggio culturale e le notizie sulla
mostra collettiva con i testi critici di Vincenzo Montella e Carlo Roberto
Sciascia.
Mercoledì 26 aprile 2006
– ore 17.30 Allestimento di un tavolo dell’Unicef, con distribuzione di
bandierine, adesivi, distintivi, depliant, riviste, tutto sotto l’albero dei
diritti dei bambini.
– ore 18.00 Inaugurazione presso il cortile ed il giardino del Palazzo Veccia
delle mostre personali di Augusto Ambrosone, di Enzo Angiuoni, di Rosella
Barretta, di Daniela Lupi e di Adolfo Picano curate da Carlo Roberto Sciascia.
Presentazione di Yvonne Carbonaro.
– Ore 18.15 Inaugurazione presso le sale del Palazzo Veccia della mostra di
artisti venezuelani dal titolo Amazonas, curata da Vincenzo Montella e Carlo
Roberto Sciascia; l’inaugurazione sarà presenziata dall’Ambasciatrice dott.
Carmen Jimenez Valera, Console generale della Repubblica Bolivariana del
Venezuela. Espongono i pittori Alberto Allup, Socorro Peraza, Carlos Triana e
lo scultore Orlando Campos; presenta la scrittrice e critico d’Arte Yvonne
Carbonaro.
– ore 18.30, Conferenza dibattito sul tema “Alla ricerca del nostro passato per
un futuro migliore” presso il giardino del Palazzo Veccia; relatori saranno il
Presidente della Provincia di Caserta dott. Alessandro De Franciscis, il
Sindaco di Caserta, la Soprintendente ai BAAS di Caserta e Benevento dott.
Giovanna Petrenga, il Dirigente della Biblioteca Universitaria di Napoli a r.
dott. Giuseppe De Nitto, il Dirigente dell’Assessorato alla Cultura di Cassino
dott. Giuliano Izzo, la giornalista e scrittrice Yvonne Carbonaro, la past
President della Fidapa Calatia di Maddaloni prof. Raffaella Carli, il
Presidente della Pro Loco di Caserta Antica arch. Domenico Maietta, il
Presidente di Ars Supra Partes e critico d’Arte ing. Carlo Roberto Sciascia,
coordinati dal prof. Diamante Marotta.
– Intermezzo Musicale con Maurizio Cassella al violino – Musica di Bach e
Paganini
– ore 20.15 apertura di un intermezzo gastronomico a base di asparagi di
montagna, offerto dai padroni di Casa ing. Giovanni Della Valle e prof. Rosa
Campanile e dal Comitato.
Il Venezuela e l'Amazzonia di Carlo Roberto Sciascia
L’Amazzonia, vasta regione del Venezuela, è una terra remota e parzialmente
inesplorata, rigogliosa nel paesaggio ed unica per la sua popolazione
aborigena; i nsuoi spazi si perdono a vista d’occhio e vivono tra foreste
pluviali e piante dai mille colori, tra animali selvatici ed indios dallo
sguardo malinconico ma vivace.
I quattro artisti propongono opere di facile lettura, imperniate sulla loro
terra, sul tentativo estremo di salvaguardare l’integrità dei luoghi e degli
stessi abitanti, anche se da una prospettiva diversa.
Alberto Allup apre il suo sguardo su paesaggi dall’apparente aspetto irreali,
ma autentici nell’impatto violento ma genuino; sono scenari di bellezza
assoluta, avvolti in atmosfere incantevoli che invadono l’intimo di ogni uomo.
La sua pittura vive di vedute dall’impatto intenso, sospese nel tempo, di
immagini sconfinate per le quali una natura vergine appare importunata dal
progresso che avanza inesorabile ed inarrestabile, sconvolgendo un mondo
rigoglioso ed esuberante. L’occhio dell’artista scandaglia liricamente questo
mondo che si ribella, approfondisce ogni peculiarità, cercando di scoprire i
segreti della sua terra che sembra vigorosa ed invincibile. Tra i cromatismi
predominante è il verde, intenso e nelle ricche sfumature, l’azzurro del cielo
e dell’acqua spennellato di rosa, l’ocra delle pareti dei “tepuy”, il terra di
siena bruciata. La foresta inestricabile alterna le sue vivide tonalità a
quelle del fiume, dinamico e irrequieto in un euritmo armonioso che rievoca
incanti sonori.
Socorro Peraza indaga sugli abitanti di quella regione: gli Indios. Quel
popolo, che affonda le sue radici nei millenni della stessa storia delle
Americhe, frutto anche di secolari fusioni, è proposto con tenerezza e
interesse, ricercandone quegli elementi immutabili nel tempo che rimandano ai
primi contatti con la autoreferenziata civiltà in arrivo dall’Europa; nelle
opere di questa pittrice questi personaggi vivono storie personali, inserite in
altre relative alla collettività; nei loro sguardi, ricchi di dignità, si può
leggere la persistenza nel cuore di un glorioso passato fatto di misteriosi
costumi, di atavici riti religiosi, che chiede rispetto. Tipica dell’artista è
la sua analisi approfondita sui corpi con i loro volumi, rappresentanti
assoluti delle scene, presentati - a volte - in una nudità dal sapore
innocente, che sembrano quasi chiedere il perché della loro situazione; le
sfumatura scure del colore della pelle, esaltate da lievi sfondi più morbidi,
arricchiscono il fascino plastico di una carnagione originale e intensa. La
singolarità e preziosità dei molteplici elementi decorativi degli ornamenti,
poi, si affianca alla purezza del nudo, mettendo in evidenza una realtà
“diversa” da quella a noi nota ma, non per questo, meno valida ed apprezzabile.
Carlos Triana contempla i paesaggi marini ed i paesetti in riva al mare sulle
coste del mar dei Caraibi, le isole amene e le coste lussureggianti; egli
contempla scenari incontaminati, alla ricerca dell’essenza di una nazione, di
un popolo. È tutto un mondo pullulante di vita quello su cui indaga, fatto di
lavoro e di sole, è l’esistenza semplice e faticosa dei pescatori, la vita
marinara, il mare, la costa. In queste visioni naturali egli sviluppa un
percorso conoscitivo che dalla scena si dipana tra la quotidianità fino ad
arrivare al cuore.
Orlando Campos volge il suo sguardo principalmente alla donna con le sue forme
accattivanti, che richiamano vivide sensazioni per poi, quasi, celarla alla
vista diventando apparenza, eco di un’entità straordinaria insita nello stesso
oggetto della sua indagine. Le sue sculture, prevalentemente in legno,
assecondano le tortuosità di esso per generare la forma e delineare un oggetto
nei suoi contorni possibili, portati fino all’estremo; in fine la figura
risulta non definita nell’aspetto, ma pare affiorante dal profondo io del suo
popolo.
Amazonas di Vincenzo Montella
Ho avuto la ventura di tornare a Caracas più di trent'anni dopo la mia prima
visita ed è stato come essere scesi da una macchina del tempo. Sono passato
all'improvviso dalla fresca città dell'altopiano dove la vita aveva ritmi lenti
d'un sapore ancora coloniale a una metropoli claustrofoba dove la gente si
sente minacciata e la vita della classe media trascorre tra
condomini protetti da vigilantes e centri commerciali senza finestre. Eppure il
Venezuela dei grandi spazi, delle foreste pluviali, dei colori vivaci, degli
indio esiste ancora appena fuori da quest'incubo post-moderno. È quest'arcadia
tropicale e sudamericana quattro artisti venezuelani rappresenteranno in una
importante collettiva dal titolo Amazonas. Socorro Peraza, Alberto Allup,
Orlando Campos, Carlos Triana, sono gli artisti che propongono questa visione
del proprio paese.
Nell'opera di Socorro Peraza la prestanza e la gagliardia degli indigeni
possiedono un tono che l'artista capta e plasma sulla tela, permettendo di
conoscere una realtà ancestrale. L'uomo-indigeno si sente come inorgoglito,
suggestionato dal peso delle proprie azioni e parole. L'uomo è diventato un
simbolo, un ideale preservato. L'artista ne rappresenta manifestazioni sociali
e usanze affascinanti. L'incanto di ciò che è reale-meraviglioso si sente nelle
calde armonie delle sue tele. I paesaggi di Alberto Allup sono una
riconciliazione dell'uomo con la natura. E' un'opera che evoca serenità e nello
stesso tempo indica un
percorso che l'uomo, intenzionalmente assente da queste tele al fine di
proporre la contemplazione di un habitat non antropizzato, deve intraprendere.
Provoca ammirazione e rispetto. Il suo paesaggio allude al nostro habitat, in
cui si mischiano le nozioni di territorio, arte, luogo da abitare o dimora per
riposo o piacere.
Altrettanto arcadici sono i paesaggi di Carlos Triana, stavolta è la vita
semplice delle marine e delle isole dei caraibi ad essere dipinta con affetto
dall'artista che indulge nella contemplazione di scene di vita marinara e nella
descrizione di villaggi di pescatori. La donna, tema esclusivo della scultura
di Orlando Campos, si mostra allusiva nelle forme che l'artista privilegia
secondo il suo atto creativo, forme che si offrono in maniera immediata alla
vista e rapidamente si ritirano nelle ombre dell'ignoto. Non c'è una figura
completa, di conseguenza, non c'è una figura definita. È una apparizione, un
fantasma che l'immaginazione estrae dal più profondo labirinto dell'anima.
Orlando Campos ha concluso un miracolo difficile e raro, perché con la sua arte
è riuscito ad abbracciare il limite tra l'umanità e la natura. Il legno è il
materiale con cui sono realizzate queste sculture e la forma si allontana il
meno possibile da quella naturale del ramo o della radice che ha fornito il
materiale. L'immagine femminile appare come un fantasma evocato dall'oggetto
naturale, come una foresta incantata, una metamorfosi realizzatasi per il
volere d'un dio dispettoso. Le forme espressive diversissime di questi quattro
artisti si raccordano in un unico discorso. Riesumandolo dalla propria memoria
o andandolo a cercare in posti ancora intatti del proprio paese questi artisti
rappresentano nelle proprie opere uno "spirito del luogo" quasi a salvarlo dai
gorghi di quella modernità devastante che è stata in certe nazioni la
cosiddetta "globalizzazione".
La loro collettiva appare pertanto riproposizione orgogliosa di una dimensione
umana e naturale, di una "cultura" oggi oppressa ma non distrutta. Ci viene
offerto, tramite la bellezza delle opere, un messaggio di speranza per far
fronte alle inquietudini che maggiormente agitano il mondo contemporaneo. |
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