“L’esposizione del ciclo della Passione di Cristo, che ha luogo nella
Cappella Palatina della Reggia di Caserta opera del pittore di corte Francesco
Liani, parmense di origine, ma presente stabilmente nella seconda metà del
Settecento nel Regno di Napoli, è collegata ad un evento espositivo che si
svolge nella Chiesa del Buon Pastore di Caserta. Qui in contemporanea sono
esposte quattordici opere del maestro Raffaele Canoro, docente di pittura
dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, sul tema drammaticamente attuale della
Via Crucis”.
A parlare è la Sovrintendente ai Beni Culturali delle Province di Caserta e
Benevento, Giovanna Petrenga che così presenta l’evento, davvero unico,
promosso in occasione della Settima Santa.
Due iniziative inedite sviluppate in luoghi diversi ma collegati
simbolicamente. Si inizia mercoledì 12 aprile alle 17 con
l’inaugurazione della mostra “La Passione di Cristo” dell’artista Raffaele
Canoro nella Chiesa del Buon Pastore. Quindi, venerdì 14 aprile sempre
alle 17 l’esposizione nella Cappella Palatina della Reggia delle tele del
pittore di corte Francesco Liani. Due eventi, dunque, che fanno da contrappunto
l’uno all’altro.
Nella Chiesa del Buon Pastore, retta da don Peppino Pepe, saranno presentate
contemporanea quattordici opere sul tema della via Crucis di Canoro, docente di
pittura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. A coordinare la realizzazione
dell’iniziativa la direttrice scientifica della Reggia, la dottoressa Lucia
Bellofatto. Le due mostre termineranno rispettivamente il 28 aprile e il
3 maggio.
“Lo sviluppo di tutte e due le esposizioni, quella permanente di Liani, dentro
il Palazzo e quella temporanea di Canoro dentro la città – incalza la
sovrintendente - ha un trait d’union costituito da una drammatizzazione
teatrale, proposta in entrambi i siti espositivi, sul tema delle tre cadute di
Cristo sulla via del Calvario, rivisitate con la sensibilità di un autore del
ventunesimo secolo, il maestro Angelo Callipo, che ha attualizzato il tema
tragico della banalità del male nel mondo contemporaneo”.
L’ideazione drammaturgia di Angelo Callipo ha come titolo “Ecce Homo, banalità
del male e caduta dell’uomo”.
“Con queste parole Pilato, secondo il Vangelo di Luca – dice il regista Callipo
– restituisce Gesù alla folla perché decida della sua sorte, non avendo trovato
in lui nessuna colpa. E’ questo il momento in cui la dimensione umana del
Cristo si mostra in tutta la sua evidenza. Inizia così per me – sottolinea
artefice dell’ideazione drammaturgica – un viaggio nell’universo dell’uomo
umiliato e scarnificato, ridotto a numero nelle baracche di Auschwtz, trucidato
in strada dalla violenza di clan spietati, divenuto oggetto della follia
razziale balcanica, zittito infine a colpi di mitra nelle strade di El Salvador
o Buenos Aires. Tuttavia, in questo mosaico di schegge impazzite l’uomo
percepisce pur sempre di essere il frutto più grande della creazione e così le
donne che il terzo giorno trovano il sepolcro di Cristo vuoto sono la prova che
l’alleanza con Dio non è stata tradita”.
Alla realizzazione dell’evento ha contribuito in modo particolare Unione degli
Industriali della Provincia di Caserta “sempre pronti ad affiancare la
Sopraintendenza – conclude la Petrenga - nelle iniziative, rendendo
concretamente realizzabili i progetti culturali”.
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