CASERTAMUSICA D.O.C. live!: Barricelli - Laurenza & De Felice - Slivovitz

Caserta - 3 Marzo 2006

Articolo di Max Pieri - Foto di Emilio Di Donato


Caserta, 3 Marzo. Penultima serata della seconda serie d’appuntamenti del Casertamusica Doc Live. L’atmosfera è quieta e rilassata. Il pubblico non è quello delle grandi occasioni. Ma chi è venuto l’ha fatto per ascoltare e capire a fondo cosa nasconde ancora la fitta boscaglia musicale della nostra provincia.


Apre le danze Angelo Barricelli, chitarrista d’impostazione classica alle prese con la promozione di “Solochitarra” lavoro discografico a proprio nome. Il suono della chitarra è particolarmente evocativo e si fa apprezzare anche per la “sporcizia” che rende più belle e compiute le emozioni suscitate dalle cose imperfette. Il musicista casertano all’inizio appare troppo concentrato su se stesso, l’ambiente variegato della manifestazione non gli è forse tanto congeniale. Nel corso dell’esibizione, iniziata con alcuni studi di Tarrega, tutto si stempera e alla fine rimane egli stesso sorpreso dal calore con cui è accolta la performance e dalle richieste di bis.


Secondo atto della serata è stato quello di Laurenza & De Felice, un interessante duo proveniente da Caianello. La chitarra acustica di Stefano Laurenza ha un passo obliquo che parte da basi jazzistiche e si allarga verso territori più estremi, fatti di tapping e fraseggi accelerati. Le sonorità sono arricchite anche da campionamenti eseguiti all’istante e dall’uso del sintetizzatore pilotato dalla chitarra. Patrizia De Felice si esibisce al canto con voce lieve ma espressiva, dotata di una buona gamma di chiaroscuri e accenti emozionali. La loro esibizione è stata forse pregiudicata da un certo nervosismo della chitarra, spesso preoccupata di riempire più spazi di quanto ce ne sarebbe stato bisogno. In alcuni casi è solo la solida intonazione della vocalist a mantenere comunque alto il livello generale dell’esibizione.


La serata è chiusa in bellezza da un sestetto, giovane ma navigato e con un disco omonimo alle spalle che già vola alto. Gli Slivovitz hanno eletto l’Ungheria come loro seconda patria, non solo perché si chiamano come un celebre liquore di quel paese, ma soprattutto perché hanno affondato con decisione le mani nelle acque del lago Balaton. Il loro etnojazz di stampo “seventies” è, infatti, una congerie di stili che parte dai balcani, attraversa il mediterraneo per giungere oltreoceano, vagolando beffardo dal delta del Mississippi fino alla pampa sudamericana. Nonostante si tratti di musica piuttosto concettuale, la band ha dato vita ad una esibizione compatta e divertente, esaltandone la natura prettamente cerimoniale, altrimenti poco fruibile da disco. Per quanto al servizio della causa comune, tutti i musicisti meritano una menzione. Domenico Angarano ha la barba e lo sguardo sornione di uno che potrebbe essere nato a Tel Aviv, suona uno sghembo basso yiddish, ballando una danza anche su… “tempi di spari”. Stefano Costanzo, capuano fra partenopei (consente alla band di esibirsi sotto lo stendardo del Casertamusica Doc Live), siede con sussiego dietro la batteria, ma i piatti e le pelli vibrano con intelligenza e pertinenza. Derek Di Perri suona l’armonica in maniera introspettiva ed inusuale, salta spesso il fossato blues, filtrando attraverso un effetto a pedale lo strumento che ora diventa un secondo ottone, ora una fisarmonica “piazzolliana”. Marcello Giannini alle sei corde combatte con le presenze ingombranti di Bill Frisell e Marc Ribot, chitarristi di cui si disfa in un paio di round attraverso una performance a tratti furiosa. Il canto di Ludovica Manzo, privo di parole e strettamente funzionale a melodie e riff, è assimilabile ad uno strumento aggiuntivo, soprattutto, quando guadagna profondità con l’uso d’echi, ripetizioni o sdoppiamenti. Ultimo ma non meno importante è Pietro Santangelo, il garbato e discreto maestro di cerimonia. Anche lui incrocia il sax con l’ingerente John Zorn, da cui ha assimilato il linguaggio sarcastico ed iconoclasta, facendo prevalere un lirismo che il musicista americano adotta meno frequentemente.


Le attese non sono andate deluse e chi era assente continua ad aver torto. Qui va rinnovato l’apprezzamento alla direzione artistica che continua a camminare sul filo del rasoio, cercando di proporre principalmente musicisti che rischiano sulla propria pelle, cimentandosi con repertori inediti e/o rileggendo in maniera in ogni caso innovativa classici e standard. Non è poco!

 

Il Calendario completo di Casertamusica DOC live - Atto 2° leggi articolo

 

Angelo Barricelli

 

Patrizia  De Felice e Stefano Laurenza

 

Slivovitz

 

Ludovica, Marcello e Pietro

... gli Slivovitz dopo il concerto

 

foto © Casertamusica

 
 

 

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