Mostra di Pittura a Ferrara di Pasquale Sorrentino

San Leucio - dal 21 Gennaio al 22 Febbraio 2006

Comunicato stampa


Presso lo Tsunami disco bar, via Savonarola 2 , Ferrara, dal 23 febbraio al 6 marzo 2006 l mostra "Sintesi dimensionale"
In esposizione circa dodici opere tra pittura scultura e grafica dell’artista campano Pasquale Sorrentino. L’artista, che ha già esposto a Ferrara lo scorso aprile presso le Grotte del Boldini, presenterà per l’occasione una breve antologica: dalle iniziali sculture lignee alle ultime grafiche realizzate con il computer e dedicate alla città di Ferrara.
Sorrentino nasce a Caserta il 3 gennaio 1974. Inizia giovanissimo la sua opera. Dopo i primi lavori con la china, l'acquerello, le bombolette spray, i primi collage e installazioni, si cimenta, pochi anni più tardi, e dopo aver appreso da validi maestri le fondamentali tecniche della lavorazione, nella scultura lignea. Laureato in Conservazione dei Beni Culturali presso la II Università degli studi di Napoli, e specializzato in computer grafica, presenterà per l'occasione una piccola parte della sua produzione artistica: dalle prime sculture lignee e successive pitturosculture alle recenti sperimentazioni con il computer. Negli ultimi anni ha partecipato a numerose mostre collettive e personali, nonché a diverse estemporanee su tutto territorio nazionale, figurando sempre tra i primi posti ed ottenendo importanti e meritori riconoscimenti. La critica militante ha mostrato da subito interesse verso la sua produzione artistica. Inserito in diversi cataloghi e pubblicazioni artistiche, le sue opere figurano in molte collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero. Altre info su www.pasqualesorrentino.it
Apertura: Aperto tutti i giorni dalle 8,00 alle 24,00, Ingresso libero


Note critiche di Marco di Mauro

Espressionismo Arcaico e sensibilità moderna
La formazione artistica di Pasquale Sorrentino si è svolta fuori delle accademie, attraverso la frequentazione di qualificate botteghe e laboratori artigianali. Nei primi anni ’90 inizia a scolpire il legno e concepisce figure iconiche, totemiche, dal sapore ancestrale. Le sue sculture combinano l’espressionismo arcaico dell’arte africana e la sensibilità visionaria dei surrealisti in un linguaggio energico e fluido, animato da una cocente spiritualità. Nella metà degli anni ’90, l’artista avverte l’esigenza di ambientare le proprie sculture entro una sfera d’azione, che può essere un paesaggio o una visione astratta. Allora applica le figure lignee sulla tela dipinta e sperimenta la fusione di pittura e scultura. L’impasto cromatico, denso e materico, acquista un tono scultoreo che rimanda idealmente alle metope classiche. Esemplare di questa fase artistica è il monumentale trittico dedicato ai continenti, che s’impone per la tensione delle forme e la temperatura dei colori, che sfumano nelle gamme cromatiche del rosso bruno e del blu marino. Nelle superfici increspate e smangiate, nelle rughe che solcano i corpi, nella distorsione Nelle opere più recenti, la componente onirica e surreale prevale sulla radice espressionista e primitivista. Allora Pasquale Sorrentino individua una cifra lirica che, attraverso una linea sinuosa e avvolgente, ravvivata da cromatismi caldi e accesi, ricostruisce un universo vivo dell’immaginario. L’angoscia dell’artista non si estingue, ma si esprime attraverso una pittura visionaria, che alterna note d’amarezza e d’ironia. Questa fase del suo cammino artistico può essere rappresentata da “Incontro furtivo”, opera enigmatica e densa di significati. In primo piano vi sono due figure scolpite, dal profilo allungato, che tendono l’una verso l’altra. L’unione tuttavia è preclusa: un filo di ferro imprigiona i corpi e nega loro la possibilità di un contatto fisico, di una relazione intima oltre il gioco delle apparenze. L’ambientazione metafisica e l’assenza di prospettiva vincolano la scena in una dimensione astratta, che sfugge alle categorie spazio-temporali. L’intelaiatura della tela, dipinta al rovescio, assume una valenza architettonica e definisce il confine tra lo spazio reale e lo spazio pittorico. I colori lucidi e brillanti, che nascono dall’impasto di colle viniliche e colori acrilici, denunciano le trascorse esperienze di Sorrentino nei laboratori di ceramica. Le immagini che l’artista cerca di fissare sulla tela nascono dal torbido agitarsi del suo inconscio, sono larve umane che non riescono a liberare la propria spiritualità, ad esprimere le intime pulsioni che implodono all’interno dei corpi. L’irriducibile opposizione fra la tensione dello spirito e la prigione del corpo si esprime con estrema sintesi in “La sofferenza dell’ultimo Renoir”, scultura icastica e straziante che si contorce entro la cornice libera.

 

foto © Casertamusica

 
 

 

www.casertamusica.com e www.locali.caserta.it. Portali di musica, arte e cultura casertana  
Mail: redazione@casertamusica.com; Articoli e foto ©  Casertamusica.com  1999 / 2006
In assenza di espressa autorizzazione è vietata la riproduzione o pubblicazione, totale o parziale, degli articoli.