Incontriamo i Mapo in occasione dell’uscita del loro primo Ep ufficiale: “Perdersi”.
Una produzione che segna un punto di svolta nel cammino e nella crescita
artistica della band casertana.
I Mapo sono una rock band attiva sul panorama regionale e nazionale da ormai
tre anni. Si sono esibiti in numerosi locali e hanno partecipato ad importanti
eventi di musica indipendente di fama nazionale. Nel settembre 2003 sono ospiti
al Ro. Woodstock di Rovigo; sono invitati dall’etichetta indipendente Samigo al
M.E.I. di Faenza in qualità di vincitori della Top 100, una speciale classifica
dedicata ai gruppi emergenti grazie alla quale è stata prodotta una compilation
distribuita in 5000 copie di cui i Mapo fanno parte. Lo scorso Marzo hanno
partecipato al Sotterranea Rock di San Benedetto del Tronto dove la band è
arrivata in finale classificandosi quarta nella classifica generale e
aggiudicandosi il premio per l’espressività. Il 2005 segna l’incontro con Alive
Musica, etichetta discografica di Caserta, con la quale hanno pubblicato l’Ep.
Angelo. Anzitutto parliamo del progetto Mapo. Com’è nato?
Mapo. Mapo è un progetto totalmente autogestito. Siamo una band
emergente casertana che ha iniziato quasi per gioco come tutte le band. Dopo un
lungo periodo di crescita abbiamo iniziato a lavorare su delle nostre idee
musicali e di conseguenza a comporre. Da qui la volontà di racchiudere queste
idee in una produzione discografica.
Angelo. Sono note le complicazioni di varia natura che si incontrano nel
momento in cui si decide di autoprodurre un disco. Il vostro poi, pur
trattandosi di un autoproduzione, appare particolarmente curato, sia per la
pulizia dei suoni sia per l’editing accattivante. Quali difficoltà avete
incontrato prima di arrivare ad un prodotto simile?
Mapo. Tantissime e di diversa natura. Una band che vuole autoprodursi
incontra oggi numerose difficoltà, anzitutto per i prezzi che spesso si
rivelano proibitivi. Pubblicare un disco significa spendere almeno 6/7000 Euro,
e non sempre ragazzi giovani possono permettersi di pagare tali cifre. Nel
nostro caso abbiamo, in un certo senso, arginato il problema investendo
totalmente su noi stessi. Abbiamo comprato uno studio di registrazione
semi-professionale e lo abbiamo dato in “gestione” ad un fonico professionista,
Enzo Foniciello, che ha realizzato con la sua professionalità un’ottima
produzione.
Abbiamo cercato di curare il più possibile la nitidezza dei suoni, i missaggi,
gli arrangiamenti e proprio per questo pensiamo che questo lavoro presenti
alcuni tratti caratteristici importanti rispetto alle tante autoproduzioni di
band emergenti che circolano in giro.
Angelo. Parliamo del lavoro. Un disco pop-rock con testi rigorosamente
in italiano.
Mapo. L’Ep contiene quattro brani inediti. La scelta di inserire testi
in italiano nasce dalla volontà di essere quanto più possibile comprensibili.
Pensiamo sia "troppo facile" proporre brani con testi scritti in inglese, prima di
tutto perché la pronuncia è un elemento fondamentale per la fluidità dei testi,
e difficilmente sia adatta a band italiane, in secondo luogo perché pensiamo
che sia già difficile esprimere concetti in italiano, figuriamoci in inglese.
Se un inglese ascoltasse un pezzo in inglese scritto da un italiano,
probabilmente riderebbe. Nell’album abbiamo inserito anche una bonus track, che
rappresenta per noi una piccola chicca: si tratta di una cover di Jimi Hendrix
che richiama alla nostra indole rock.
Angelo. Come definite musicalmente il disco?
Mapo. E’ difficile poterlo dire. Il progetto Mapo è un progetto
indipendente e ibrido, nel senso buono del termine. Veniamo tutti da esperienze
diverse e in questo lavoro abbiamo voluto far convivere il più possibile i
nostri diversi background musicali, cercando di uscire dalla prigione dei
generi. Se proprio dovessimo definire il nostro lavoro, diremmo che è rock. In
fondo il rock è uno stato dell’anima.
Angelo. Una grossa attenzione è stata dedicata anche al layout grafico e
alla promozione. Tant’è che avete affidato quest’ultima ad una importante
agenzia milanese, la Event Sound Promotions.
Mapo. Il discorso sulla promozione e sul management del lavoro è
strettamente legato all’esperienza che abbiamo vissuto al Meeting di Marileva,
in Trentino Alto Adige. Lì abbiamo appreso i passaggi essenziali riguardanti la
produzione e la promozione di un lavoro discografico. Oggigiorno l’industria
discografica è in profonda crisi e di conseguenza non basta fare un buon lavoro
e aspettare che qualcuno ti apra le porte del paradiso. I discografici non
investono più in progetti di band emergenti, da qui la necessità di essere
degli ottimi imprenditori di sé stessi; questo, in termini concreti, significa
curare nei minimi dettagli ogni singolo aspetto, compresi i dettagli
riguardanti la veste più commerciale del lavoro (grafica accattivante,
registrazioni pulite, costo basso, distribuzione ecc). Riguardo la promozione
abbiamo capito che bisogna impegnarsi al massimo, bussando a tutte le porte,
cercando di far girare il più possibile il lavoro senza tralasciare qualsiasi
soluzione possibile che ci permetta di avere visibilità. In questo la
partnership con l’agenzia milanese Event Sound Promotions è preziosa.
Angelo. Parlate di indipendenza, di rock. All’ascolto, però, il lavoro
appare poppeggiante, quasi commerciale. Non c’è del controsenso?
Mapo. Quello che dici è vero. Il concetto di indipendenza però non è da
riferirsi propriamente e unicamente alle rock band inserite in determinati
circuiti paralleli ma dovrebbe richiamare il concetto “ideale” di
indipendenza.. Anche i Nirvana erano indipendenti, sono diventati commerciali
dopo aver venduto milioni di dischi. Ora si usa il termine “indie” per definire
un certo circuito del rock. Noi non apparteniamo musicalmente a questo
circuito, ma ci riteniamo comunque, concettualmente, una band molto indie.
Angelo. Siete una band casertana, e qui avete suonato tantissimo. Cosa
vi aspettate dalla vostra città?
Mapo. Ci aspettiamo almeno un’attenzione al gesto e che gli ascoltatori
della nostra città acquistino il disco indipendentemente da tutto, perché costa
poco ( 5 Euro) ed è un prodotto fatto bene di una band casertana. Di contro
stiamo costatando che l’utenza è piuttosto distratta e che è realmente
difficile che si avveri quello che avevamo previsto…
Angelo. Gli Avion Travel si aspettavano la stessa cosa dopo aver vinto
il Festival di San Remo. Il risultato: vendettero più dischi in qualsiasi altro
posto d’Italia che a Caserta. Dunque, è un problema di Caserta?
Mapo. Piuttosto il problema è generale. Oggigiorno la musica, specie
quella espressa da band emergenti, appare interessare solo gli addetti ai
lavori. Però c’è da dire che a Caserta non si trovano spazi che consentono di
avere visibilità, c’è poca attenzione da parte delle istituzioni. Nella nostra
provincia non ci sono manifestazioni atte a valorizzare il prodotto musicale di
Terra di Lavoro. C’era il Royal Rock Festival che è morto, il Caserta On Stage
è durato il tempo di un’edizione. C’è il Leuciana Festival che però snobba le
realtà musicali emergenti. Ma anche per questo problema vale la lezione di
Marileva, riguardo al fatto di sapersi creare gli spazi autonomamente. Per tale
motivo abbiamo registrato un’associazione culturale, la Alive Musica, nella
quale stiamo cercando di far confluire tutte le band casertane. Abbiamo preso
la direzione artistica di vari locali e la nostra volontà è quella di far
ruotare questi gruppi in modo da creare un circuito attivo per i musicisti
casertani.
Angelo. Mettete un messaggio in una bottiglia. Cosa ci scrivete?
Mapo. Credere con tutte le energie nei propri obiettivi.
Angelo. Ultima domanda. Come vi è venuta in mente l’idea di profumare il
cd con un aroma di Mapo?
Mapo. Alla volontà di dare al lavoro una duplice utilità. Se non dovesse
piacere il disco può essere sempre utilizzato come Albre Magique. E’ più bello
e costa meno.
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