MaPo: “Perdersi”

2005.

intervista di Angelo Agnisola


Incontriamo i Mapo in occasione dell’uscita del loro primo Ep ufficiale: “Perdersi”. Una produzione che segna un punto di svolta nel cammino e nella crescita artistica della band casertana.
I Mapo sono una rock band attiva sul panorama regionale e nazionale da ormai tre anni. Si sono esibiti in numerosi locali e hanno partecipato ad importanti eventi di musica indipendente di fama nazionale. Nel settembre 2003 sono ospiti al Ro. Woodstock di Rovigo; sono invitati dall’etichetta indipendente Samigo al M.E.I. di Faenza in qualità di vincitori della Top 100, una speciale classifica dedicata ai gruppi emergenti grazie alla quale è stata prodotta una compilation distribuita in 5000 copie di cui i Mapo fanno parte. Lo scorso Marzo hanno partecipato al Sotterranea Rock di San Benedetto del Tronto dove la band è arrivata in finale classificandosi quarta nella classifica generale e aggiudicandosi il premio per l’espressività. Il 2005 segna l’incontro con Alive Musica, etichetta discografica di Caserta, con la quale hanno pubblicato l’Ep.

Angelo. Anzitutto parliamo del progetto Mapo. Com’è nato?
Mapo. Mapo è un progetto totalmente autogestito. Siamo una band emergente casertana che ha iniziato quasi per gioco come tutte le band. Dopo un lungo periodo di crescita abbiamo iniziato a lavorare su delle nostre idee musicali e di conseguenza a comporre. Da qui la volontà di racchiudere queste idee in una produzione discografica.

Angelo. Sono note le complicazioni di varia natura che si incontrano nel momento in cui si decide di autoprodurre un disco. Il vostro poi, pur trattandosi di un autoproduzione, appare particolarmente curato, sia per la pulizia dei suoni sia per l’editing accattivante. Quali difficoltà avete incontrato prima di arrivare ad un prodotto simile?
Mapo. Tantissime e di diversa natura. Una band che vuole autoprodursi incontra oggi numerose difficoltà, anzitutto per i prezzi che spesso si rivelano proibitivi. Pubblicare un disco significa spendere almeno 6/7000 Euro, e non sempre ragazzi giovani possono permettersi di pagare tali cifre. Nel nostro caso abbiamo, in un certo senso, arginato il problema investendo totalmente su noi stessi. Abbiamo comprato uno studio di registrazione semi-professionale e lo abbiamo dato in “gestione” ad un fonico professionista, Enzo Foniciello, che ha realizzato con la sua professionalità un’ottima produzione.
Abbiamo cercato di curare il più possibile la nitidezza dei suoni, i missaggi, gli arrangiamenti e proprio per questo pensiamo che questo lavoro presenti alcuni tratti caratteristici importanti rispetto alle tante autoproduzioni di band emergenti che circolano in giro.

Angelo. Parliamo del lavoro. Un disco pop-rock con testi rigorosamente in italiano.
Mapo. L’Ep contiene quattro brani inediti. La scelta di inserire testi in italiano nasce dalla volontà di essere quanto più possibile comprensibili. Pensiamo sia "troppo facile" proporre brani con testi scritti in inglese, prima di tutto perché la pronuncia è un elemento fondamentale per la fluidità dei testi, e difficilmente sia adatta a band italiane, in secondo luogo perché pensiamo che sia già difficile esprimere concetti in italiano, figuriamoci in inglese. Se un inglese ascoltasse un pezzo in inglese scritto da un italiano, probabilmente riderebbe. Nell’album abbiamo inserito anche una bonus track, che rappresenta per noi una piccola chicca: si tratta di una cover di Jimi Hendrix che richiama alla nostra indole rock.

Angelo. Come definite musicalmente il disco?
Mapo. E’ difficile poterlo dire. Il progetto Mapo è un progetto indipendente e ibrido, nel senso buono del termine. Veniamo tutti da esperienze diverse e in questo lavoro abbiamo voluto far convivere il più possibile i nostri diversi background musicali, cercando di uscire dalla prigione dei generi. Se proprio dovessimo definire il nostro lavoro, diremmo che è rock. In fondo il rock è uno stato dell’anima.

Angelo. Una grossa attenzione è stata dedicata anche al layout grafico e alla promozione. Tant’è che avete affidato quest’ultima ad una importante agenzia milanese, la Event Sound Promotions.
Mapo. Il discorso sulla promozione e sul management del lavoro è strettamente legato all’esperienza che abbiamo vissuto al Meeting di Marileva, in Trentino Alto Adige. Lì abbiamo appreso i passaggi essenziali riguardanti la produzione e la promozione di un lavoro discografico. Oggigiorno l’industria discografica è in profonda crisi e di conseguenza non basta fare un buon lavoro e aspettare che qualcuno ti apra le porte del paradiso. I discografici non investono più in progetti di band emergenti, da qui la necessità di essere degli ottimi imprenditori di sé stessi; questo, in termini concreti, significa curare nei minimi dettagli ogni singolo aspetto, compresi i dettagli riguardanti la veste più commerciale del lavoro (grafica accattivante, registrazioni pulite, costo basso, distribuzione ecc). Riguardo la promozione abbiamo capito che bisogna impegnarsi al massimo, bussando a tutte le porte, cercando di far girare il più possibile il lavoro senza tralasciare qualsiasi soluzione possibile che ci permetta di avere visibilità. In questo la partnership con l’agenzia milanese Event Sound Promotions è preziosa.

Angelo. Parlate di indipendenza, di rock. All’ascolto, però, il lavoro appare poppeggiante, quasi commerciale. Non c’è del controsenso?
Mapo. Quello che dici è vero. Il concetto di indipendenza però non è da riferirsi propriamente e unicamente alle rock band inserite in determinati circuiti paralleli ma dovrebbe richiamare il concetto “ideale” di indipendenza.. Anche i Nirvana erano indipendenti, sono diventati commerciali dopo aver venduto milioni di dischi. Ora si usa il termine “indie” per definire un certo circuito del rock. Noi non apparteniamo musicalmente a questo circuito, ma ci riteniamo comunque, concettualmente, una band molto indie.

Angelo. Siete una band casertana, e qui avete suonato tantissimo. Cosa vi aspettate dalla vostra città?
Mapo. Ci aspettiamo almeno un’attenzione al gesto e che gli ascoltatori della nostra città acquistino il disco indipendentemente da tutto, perché costa poco ( 5 Euro) ed è un prodotto fatto bene di una band casertana. Di contro stiamo costatando che l’utenza è piuttosto distratta e che è realmente difficile che si avveri quello che avevamo previsto…

Angelo. Gli Avion Travel si aspettavano la stessa cosa dopo aver vinto il Festival di San Remo. Il risultato: vendettero più dischi in qualsiasi altro posto d’Italia che a Caserta. Dunque, è un problema di Caserta?
Mapo. Piuttosto il problema è generale. Oggigiorno la musica, specie quella espressa da band emergenti, appare interessare solo gli addetti ai lavori. Però c’è da dire che a Caserta non si trovano spazi che consentono di avere visibilità, c’è poca attenzione da parte delle istituzioni. Nella nostra provincia non ci sono manifestazioni atte a valorizzare il prodotto musicale di Terra di Lavoro. C’era il Royal Rock Festival che è morto, il Caserta On Stage è durato il tempo di un’edizione. C’è il Leuciana Festival che però snobba le realtà musicali emergenti. Ma anche per questo problema vale la lezione di Marileva, riguardo al fatto di sapersi creare gli spazi autonomamente. Per tale motivo abbiamo registrato un’associazione culturale, la Alive Musica, nella quale stiamo cercando di far confluire tutte le band casertane. Abbiamo preso la direzione artistica di vari locali e la nostra volontà è quella di far ruotare questi gruppi in modo da creare un circuito attivo per i musicisti casertani.

Angelo. Mettete un messaggio in una bottiglia. Cosa ci scrivete?
Mapo. Credere con tutte le energie nei propri obiettivi.

Angelo. Ultima domanda. Come vi è venuta in mente l’idea di profumare il cd con un aroma di Mapo?
Mapo. Alla volontà di dare al lavoro una duplice utilità. Se non dovesse piacere il disco può essere sempre utilizzato come Albre Magique. E’ più bello e costa meno.

 

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Mapo

 

 

 
 

 

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