Capua, sabato 10 Settembre. I due giorni capuani della manifestazione “Da Annibale e Garibaldi”
sono stati una ghiotta occasione per goderci due spettacoli di importanti
artisti napoletani impegnati, ognuno in modo differente, alla valorizzazione
della vasta e nobile tradizione musicale napoletana.
Iniziamo da Antonello Paliotti, eccellente chitarrista compositore ed
arrangiatore napoletano, che si è esibito col suo sestetto nel programma “Tarantella Storta”
nella suggestiva piazzetta Sant’Angelo
in Audoaldis. Bravissimi gli esecutori Michele De Martino, Pasquale Di Nunzio,
Giampaolo Nigro, Dario Franco, Raffaele Filaci, ma soprattutto molto bello e importante
il lavoro di riarrangiamento di brani di origine popolare, e la fusione di
linguaggio colto e popolare, d'avanguardia e ricco di spunti lirici ed ironici
compiuto da Antonello. Qui il livello di ricerca è molto alto, così come sono
i risultati. Paliotti e tra i migliori compositori napoletani, ha scritto opere
per l'orchestra del San Carlo, per il sassofonista Michael Breker, per la
compagnia di De Simone e per numerosi spettacoli teatrali di grande successo.
Il suo nome è purtroppo noto solo tra il pubblico più smaliziato, ma il suo
concerto ha presentato una selezione di "variazioni contemporanee"
su tarantelle e brani tradizionali popolari, degno di una ben più approfondita
attenzione. Suggerisco l'ascolto dei suoi CD da solista,
l'ultimo dei quali "Montagna fredda" ha anche numerosi ospiti alla
voce quali Gianni Lamagna e Lello Giulivo.
E proprio Lello Giulivo ha poi tenuto in Piazza dei Giudici il
concerto “Napolettango”, viaggio tra la canzone tango di Gardel e il poeta
dei ricamatori della Canzone Napoletana Gennaro Pasquariello. Anche qui stiamo
su livelli altissimi di arrangiamento ed interpretazione. Eccellente il quartetto di musicisti, con al violino Giulia
Argentino, al bandoneon Antonio Ippolito, al contrabbasso Pasquale Maddaluno,
al pianoforte Antonio Porpora Anastasio. Gli arrangiamenti di Napolettango sono
curati da Federico Odling, che è riuscito a 'rimescolare' in modo originale
gli stilemi tipici del tango con quelli della canzone napoletana. Arrangiamenti
davvero d'alta classe: un brano trito e ritrito come "O Sole mio"
acquista una inedita magia e passionalità. Lello Giulivo è stato molto bravo nel tenere sempre sopra le
righe una interpretazione di brani che richiedono contemporaneamente ottima
voce, presenza scenica ed interpretative, dal dramma alla macchietta, e capacità di amalgama con un
impasto sonoro spesso ardito ma sempre di grande suggestione. Un concerto per
palati fini che conferma una felice scelta artistica dell'organizzazione, che
coraggiosamente non ha voluto proporre spettacoli di basso profilo per pubblico
di basso profilo.
Il programma della
manifestazione
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