La gara del Solco a Castel Morrone ha una tradizione
antichissima che affonda le sue radici nella stessa cultura contadina che la
esprime. Risalente, probabilmente, all'epoca Romana, quando era consuetudine
tracciare un solco votivo in direzione di un tempio dedicato ad un dio o ad
una dea, è documentata già nel 1661 a Castel Morrone.
Si tratta di un solco rituale collegato con la festività dell'8 Settembre
in onore di Maria SS. della Misericordia, patrona del paese.
Questa gara è un misto di sacro e profano, di rivalità civica e di affetto
devozionale, ma soprattutto è una gara di abilità contadina.
Nel periodo che va dalla fine di Agosto fino all'otto Settembre, varie
squadre, composte da contadini del paese, tracciano ognuna un solco in
direzione di Monte Castello, dove è il santuario della Madonna della
Misericordia.
Il solco parte dalle colline circostanti la vallata, attraversa boschi,
vallate e campagne. Quando si incontra un ostacolo sul cammino (una siepe,
una casa), il solco riprende dall'altro lato. Anche i campi coltivati
vengono attraversati senza alcun problema. Il giorno della festa (8
Settembre) una commissione, composta da tecnici, cultori di tradizioni
popolari e anziani contadini, si reca sul monte e decreta la vittoria al
miglior solco che deve rispondere ai seguenti requisiti: linearità,
lunghezza, difficoltà incontrate nel percorso, visibilità e spettacolarità.
Fino a qualche anno fa i solchi venivano tracciati con l'aratro dai buoi,
ma, negli ultimi anni, venendo a mancare questi ultimi, si fa ricorso a
mezzi agricoli meccanici. D'altra parte anche i contadini si vanno
estinguendo per la mutata economia del paese. Rimane, però, intatta la
rivalità tra le singole squadre e le frazioni del paese ed è questo
elemento, insieme con l'atto devozionale, a perpetuare questo rito.
Pertanto, anche se i componenti delle squadre sono impegnati in altre
attività non agricole, durante il periodo della tracciatura del solco
trovano sempre il tempo per lasciare le proprie attività lavorative e
dedicarsi interamente alla gara.
Le donne continuano ad avere un ruolo marginale nell'opera di preparazione
dei solchi essendo essa, ancora come un tempo, riservata ai maschi.
Il solco, disciplinato da un regolamento, negli ultimi anni ha trovato nuova
linfa e vigore, vuoi per la partecipazione alla gara di giovani e
giovanissimi, spesso figli e nipoti di vecchi tracciatori di solchi, vuoi
per il nuovo impulso che è stato dato alla gara, con la sua promozione al di
fuori dei confini del paese, in ambito provinciale prima, regionale, poi, e
ciò anche con l'ausilio di sponsor pienamente coscienti dell'importanza
della valorizzazione di questo evento .
L'esigenza di relazionare all'esterno la tradizione del solco è stata
avvertita dall'attuale amministrazione comunale, retta dal sindaco dott.
Aniello Riello, ed in particolare dall'assessore alla cultura, dott.
Giuseppe Iulianiello, perchè il suo mantenimento in vita costituisce
elemento singolare di una cultura, quella contadina, che, seppure evolutasi,
mantiene inalterate le sue connotazioni fondamentali, sfuggendo, così, ad un
omologazione degli eventi culturali in tutte le realtà, comprese quelle di
chiara impronta rurale. La sua valorizzazione trova, quindi, la necessaria
esigenza per mantenere inalterata la tradizione.
Negli ultimi due anni, l'illuminazione notturna dei solchi con delle
fiaccole poste lungo il tragitto, se da un lato ha contaminato la
tradizione, dall'altro ne ha notevolmente innalzata la spettacolarità,
permettendo l'osservazione dei solchi anche la notte. Questo elemento,
unitamente alla tracciatura dei solchi con mezzi meccanici, rappresenta
l'evoluzione che la gara ha subìto nel finire del secondo millennio.
Per gentile concessione: dal sito del comune di Castel Morrone- Termopili
D’Italia a cura dell’Assessorato Alla Cultura |
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