(Arianna Quarantotto)
Casertavecchia, 1 Settembre. Ad aprire il divertente spettacolo sono tre
affermati musicisti casertani: Fausto Mesolella alla chitarra, Mimmo Ciaramella
alla batteria, e Vittorio Remino al basso.
A far da protagonista le parole, In un lungo e difficile monologo, senza
punteggiature, Mesolella per circa un’ora parla senza tregua: della sua vita,
delle sue esperienze, dei problemi dei musicisti, della pubblicità, della radio
“che manda solo musica straniera però se paghi mandano pure la tua e ti mettono
pure in classifica”. Sembra di ascoltare qualche pagina di Joyce, anzi dei
futuristi: abolita la punteggiatura, le parole scorrono veloci e all’inizio si
fa fatica a seguirle e a comprendere il senso del discorso. Sembra quasi di
essere entrati in un video-clips: lo spettatore è bombardato da suoni fatti di
musica e di parole, di frasi che si ripetono, a volte martellanti, che
Mesolella, con incredibile bravura, combina per denunciare, ricordare o
semplicemente raccontare. Un racconto che non ha pause, che scorre veloce lungo
i suoni cupi di un basso senza tasti, veloce come il tempo che ci trascina
verso un dove che non si consoce.” I Piaceri dell’orso” s’intitola il lungo
pezzo di Mesolella:e sono i piaceri dell’attesa, dell’amore, dell’incanto della
notte che le note della chitarra rendono ancora più dolci.
(Massimo Amato)
Casertavecchia 1 Settembre. Risate, tante risate ieri sera a Casertavecchia con
Antonio Cornacchione e il suo: “Chiedilo a Silvio”. Un’ora e mezza di allegria,
tanta satira e un pubblico numerosissimo quasi con le lacrime agli occhi per il
troppo ridere.
Lui, Cornacchione, ormai noto al grande pubblico, regge bene lo spettacolo
nelle vesti dell’amico di Silvio, il “povero miliardario Silvio” che è sceso in
campo per tutti noi quando poteva starsene comodo a giocare nel giardino della
sua casa di Arcore con la squadra del Milan, quando poteva starsene a bere
casse di champagne sui suoi favolosi yacht.
Tanti, ovviamente, i riferimenti alle note e meno note vicende politiche,
giudiziarie e personali del Premier, ai rapporti con i suoi più o meno fidati
alleati di governo, e non sono mancate battute brillanti per gli esponenti del
centro-sinistra, Fassino in testa.
Il suo spettacolo propone una carrellata di personaggi sapientemente
fotoritoccati con il viso di Berlusconi e mostrati su un grande telone
appositamente installato sul palco. Si passa da quelli storici (Cavour,
Garibaldi, Castro e perfino Che Guevara, giacché sono questi -secondo il
comico- ad essersi ispirati a colui che sarebbe venuto a governare l’Italia) ai
fisici muscolosi, capelluti e perfettamente scolpiti —nota è l’attenzione del
Premier all’immagine.
Ecco poi sfoderare le proposte per la prossima campagna elettorale: il volto
noto del Premier con lo slogan “pane, amore e fantasia”, o “bacco, tabacco e
venere”, cui farebbero fronte i cartelloni dell’opposizione con il triste viso
di Fassino: “fame, sfiga e carestia”, “cenere” o “quant’è?” (in risposta allo
slogan del Silvio “chi perde paga le tasse”).
Esilaranti gli altri fotomontaggi mostrati al pubblico: spiccano una conferenza
con gli alleati della Casa delle Libertà, ritratta a mo’ di “ultima cena”, dove
campeggia la scritta “uno di voi mi tradirà”; oppure un Silvio con le sembianze
da Rambo avente come sfondo una schermata di un videogioco; ancora Silvio
pennellato su un fisico muscoloso sorridente su una motocicletta e sempre il
Premier ritratto mentre boxa con Cassius Clay e Follini, ed in posa plastica
nella disciplina olimpica della ginnastica agli anelli.
Cornacchione diverte ulteriormente con un progetto per metter su un monumento a
Caserta dedicato a Berlusconi, illustrando al pubblico le varie bozze che il
comico avrebbe già in anteprima mostrato a “Luigi” seduto in prima fila (Luigi
Falco, Sindaco di Caserta – Forza Italia; n.d.r.). Si passa dunque alla
rassegna di vari elementi, tutti rigorosamente con il “volto noto dell’amico”:
il complesso scultoreo della Pietà di Michelangelo, Mosé, il David, il bronzo
di Riace, la Venere di Milo e la Bocca della Verità.
Il comico interagisce con il pubblico chiedendo a costoro di fargli delle
domande su Berlusconi, avendo quest’ultimo demandato lo showman a dare delle
risposte. È comunque preparato con le “Faq” (Frequently Asked Question), le
domande maggiormente proposte, che contrappone alle “Naq” (Never Asked Question),
le domande che non si dovrebbero mai fare od alle quali il “povero Silvio”
preferisce non rispondere (promesse agli italiani non mantenute, domande dei
PM, ribasso delle tasse, etc…).
Cornacchione piagnucola dispiaciuto, asciugandosi con un fazzoletto grande
quanto un lenzuolo, lamentandosi di quanto male vogliano al suo amico Silvio,
che peraltro ha fatto la sua fortuna (…e lo dice stavolta senza ironia).
Peccato come il pubblico non abbia saputo cogliere al volo un momento che
sarebbe potuto essere davvero esilarante per l’intero spettacolo: erano ormai
parecchi minuti che il canovaccio del comico, interagendo con la platea, si era
incentrato sui “comunisti” e sulle malefatte di quelli di sinistra verso il
povero Silvio, quando ad un tratto si alzano d’improvviso due persone che
lasciano i loro posti in prima fila per affrettarsi ad andare via, ma non certo
per la piega che aveva assunto lo spettacolo (i loro visi sono difatti
visibilmente divertiti). Cornacchione blocca il suo monologo e, incuriosito,
chiede più volte al pubblico chi sono costoro. Silenzio glaciale tra la folla.
Nessuno ha il coraggio di rispondergli che uno di quei due signori è
l’onorevole De Francicis, attuale presidente dell’Amministrazione Provinciale
di Caserta. Di centro-sinistra, manco a farlo apposta.
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