Casertavecchia, 29 Agosto. Come al solito, raccontare un
evento, musicale o teatrale non da che una pallida idea di ciò che è realmente
avvenuto: personalmente preferisco raccontare l’atmosfera.
La prima cosa che mi viene in mente, dovendo descrivere la serata, è “acqua”.
Acqua come la pioggia che ha accolto, senza scoraggiarli, gli spettatori.
Pazientemente tutti hanno atteso che Giove Pluvio andasse “a farsi una
passeggiata altrove” e, nonostante l’aria ormai fresca e umida, hanno riempito
completamente il Teatro della Torre.
Un fiume …. le parole di Alessandro Bergonzoni che ha tenuto “in tirella” il
pubblico er quasi due ore: giochi di parole, assonanze, dissonanze, citazioni
dotte e definizioni improbabili, modi di dire sezionati con il distacco di un
entomologo.
Seguirlo non è facile: lui non perde il filo, anzi i mille fili che tesse, e
che, magicamente, si incontrano per poi disperdersi di nuovo. E poi … si
diverte: a pelle mi vien da pensare che se un artista si diverte è impossibile
non entrare in sintonia con lui.
L’entrata di Antonello Salis è invece stata una doccia fredda. Non tutti hanno
capito di aver pagato per entrambi gli spettacoli e, nel vederlo entrare
vestito come uno dei ragazzi di oggi (pantalone alla zuava giallo, maglittina e
berretto a visiera gettato all’indietro), vista l’ora tarda (ormai passata
mezzanotte) hanno lasciato il teatro.
Il musicista cagliaritano, imbracciata la fisarmonica, ha letteralmente
inondato di note la spianata del castello. Note stidenti, a volte puro rumore,
note suadenti, ritmi semplici e complessi.
L’impressione che ho avuto che lui non fosse là, sul palco, ma altrove: occhi
chiusi, la voce che segue la melodia, un tutt’uno con il suo strumento. E
capisco come e quanto abbia contribuito alla riscoperta e alla rivalutazione
dell’uso della fisarmonica nel Jazz, facendo abbandonare il disprezzo legato
all’uso nella musica popolare.
Ma ecco l’ultimo appuntamento della serata: Carlo Fava nel concerto “L’uomo
flessibile” nella Chiesa dell’Annunziata. Qui l’atmosfera è raccolta ma la
musica è limpida, cristallina, fresca e irriverente come l’acqua di una
sorgente. Quasi tutti i brani proposti appartengono all’ultimo album che ha lo
stesso nome dello spettacolo ma non è solo musica: è tutto un susseguirsi di
monologhi e racconti legati magicamente dalle note.
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