Teano Jazz Festival: Piccoli organici, grandi vibrazioni

Teano (CE) - 8 Luglio 2005

Articolo e foto di Gero Mannella


Teano, 8 Luglio 2005. Era la serata dei trii, su a Teano.
Non il trio classico, consolidato nella letteratura jazzistica, composto da batteria, basso e piano.
Bensì due trii dove alla sezione ritmica si associava l’ottone quale unico strumento solista.
Dunque due gruppi audaci per orecchie non meno audaci.
Il primo gruppo a salire sul palco, quasi in punta di piedi, era il D’Anna Aksak Trio.
Perfetto amalgama di suoni e ritmi, impulsivo, nervoso, tribale e funky, il trio è stato la vera sorpresa della serata. Sul tappeto di inesauribile multitimbricità intessuto da Alberto D’Anna, batterista vigoroso e curioso di suoni al pari d’un nostrano Elvin Jones, si levava il contrabbasso di Marco De Tilla, puntuale, incalzante, nitido e perspicuo negli a solo, e il trombone torrido e creativo di Roberto Schiano. Il gruppo, che per organico e ispirazione ha ricordato certi percorsi dell’Amato Jazz Trio e di Guido Mazzon, a smentire i sospetti di una limitatezza timbrica ha prodotto un sound vivace, godibile, coinvolgente, concedendo a ciascuno a turno il proscenio, senza pause, senza stanchezza. Citazioni balcaniche e poliritmie di matrice africana hanno fatto da contraltare agli standards di Michael Brecker e Joe Farrell. La richiesta del bis era inevitabile.

Formazione non molto dissimile, tromba al posto del trombone, ma suggestioni d’ascolto completamente diverse, col Miroslav Vitous Trio. La scuola Weather Report ha un’eco lunga, ed è fatta dalla commistione di lirismo di strings campionate e cori gregoriani su cui si staglia il vibrato legnoso del maestoso contrabbasso del leader, e del guizzante afrore di tromba e tamburi. Franco Ambrosetti è un trombettista navigato e colto dal suono terso in bilico tra intimismo davisiano e sperimentazione che evoca un Don Cherry pugnace. Fabrizio Sferra è accorto e discreto, più dedito alla spazzola che alla bacchetta, non pervasivo, mai banale. Miroslav Vitous è l’uomo-contrabbasso. Chiedetegli di tirar fuori un urlo o una risata da quell’ingombrante fardello ligneo con cui vive in simbiosi, e lui lo farà. Tecnica e mestiere sopraffino, costante ricerca di vibrazioni altre, memoria, colori, citazioni.
Il repertorio spaziava da composizioni del leader, ormai italiano d’adozione, a classici quali “Autumn Leaves”, “Milestones”, “My funny Valentine”. Vibrazioni eterogenee, con prevalenza delle atmosfere cool sull’impulsività ritmica, secondo una consolidata tradizione del jazz di matrice europea.
Ancora una volta che ritiene che il vero appeal jazzistico sortisca solo dai quartetti e quintetti classici è stato smentito. Piccoli organici, grandi vibrazioni

 

Programma completo del Teano jazz festival

 

 

Franco Ambrosetti

 

Miroslav Vitous

 

Franco Ambrosetti e Miroslav Vitous

 

Marco De Tilla

 

Roberto Schiano

 

 

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