Chitarre
casertane: Antonio De Innocentis
Intervista effettuata nella
6° puntata di Accordi in sei corde - Ricognizione, su New Radio Network
89.8 fm
Intervista di Angelo Agnisola / Cambio de Sentido |
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Giovedì 28 Aprile. Continua l’esplorazione dello scenario chitarristico
della nostra provincia. Nella settima puntata di “Accordi in sei corde”,
abbiamo l’onore di ospitare Antonio De Innocentis, figura musicale di primo
piano in ambito chitarristico internazionale, musicista “d’altri tempi” per la
sua dedizione allo strumento, per l’amore con cui costruisce il suo repertorio
e la professionalità della sua invidiabile tecnica.
Antonio De Innocentis ha debuttato nel 1980 e, oltre a suonare in tutta Europa,
tiene regolarmente tournèes negli U.S.A. fin dal 2000. Ha vinto numerosi
concorsi nazionali ed internazionali; è stato il primo chitarrista al mondo a
suonare l’integrale dei “24 Capricci” di Paganini in un singolo concerto. Ha
eseguito in prima assoluta diverse opere a lui dedicate. Tra gli importanti
compositori che hanno scritto per lui: John Duarte e Neil Smith (Inghilterra),
Larry Cooperman e John Bent (USA), Jonatas Batista Neto (Brasile), Peter
Stewart (Scozia). Ha pubblicato due cd: “Guitar Recital” e “Premiere!”,
ricevendo numerosi riconoscimenti dalla critica internazionale. Ha suonato nel
2001 al Festival GFA (Guitar Foundation of America – San Diego - California),
che è uno dei massimi eventi chitarristici a livello mondiale. Nel luglio 2004
è stato invitato a suonare in Galles con la NYGE Orchestra sotto la direzione
del famoso compositore inglese Gerald Garcia. A breve uscirà il suo ultimo cd
completamente dedicato alla musica scozzese.
“Antonio De Innocentis è, sotto tutti i punti di vista, un artista eccezionale,
uno che deve essere incluso nella schiera più elevata dei chitarristi di oggi…”
John Duarte – Londra, 1999.
Angelo Agnisola: Un’intervista comincia sempre da un inizio. Ok,
d’accordo. Detta così non sembra proprio una grande notizia. Ma un’intervista
comincia sempre da un inizio. Il brutto è che non sempre sai da dove
cominciare. Capita poi di dover seguire un percorso nella vita artistica di un
grande musicista come Antonio De Innocentis, ed è come trovarsi davanti alla
madre di tutte le autostrade. Cominciamo da lontano, tanto per sondare il
terreno.
Sei Maestro di chitarra classica, sei una figura musicale di primo piano in
ambito chitarristico internazionale nonché un profondo studioso della musica
colta. In questi tempi musicali bui e di oscurantismo qual è l’attuale
dimensione della musica classica? Cosa un “melonauta distratto” deve
essenzialmente sapere su questo affascinante mondo?
Antonio De Innocentis: La madre di tutte le domande! Il campo in
questione è talmente vasto che è difficile sintetizzare tutto in una semplice
risposta. Quando parliamo di musica classica ci riferiamo genericamente a tanti
filoni, epoche, generi e stili differenti. La musica classica propriamente
detta è quella che si è sviluppata tra la fine del 700 e l’inizio dell’800 ma
con questa accezione si intende anche una parte della musica del 900. E’ molto
difficile definire una dimensione della musica classica attuale. Nella mia
esperienza artistica ho avuto il piacere di confrontarmi e collaborare con
tanti compositori sparsi per il mondo, tanti hanno scritto per me. In queste
esperienze ho potuto notare come ci siano oggi tante differenti tendenze
stilistiche e compositive. Risulta, quindi, estremamente difficile definire i
campi di questo genere; sempre più spesso capita che la musica classica esca
fuori dalla sua un etichetta per andare a fondersi con altre.
Angelo Agnisola: Il bello della musica classica in tre aggettivi.
Antonio De Innocentis: “Barocco” di Bach e Scarlatti,.
“Classico-romantico”dei compositori del 1800, “Imprevedibile” del
contemporaneo.
Angelo Agnisola: Veniamo alla tua vita artistica. Hai un curriculum da
fare invidia, giri il mondo grazie alla tua musica. Al di là dei meriti,
oggigiorno, le possibilità di successo per chi fa musica sono ridottissime.
Qual è stato il percorso che ti ha portato all’affermazione in campo
internazionale?
Antonio De Innocentis: Non sono un bravo imprenditore di me stesso.
Tutto quello che ho fatto lo devo anzitutto alla mia musica (che in qualche
modo ha colpito sempre prima di me!) e, in secondo luogo, al potere di
Internet. La storia della mia carriera negli U.S.A. è cominciata grazie a un
contatto preso in rete. Ricordo che feci una ricerca e trovai diversi links in
America, ne scelsi uno a caso di una rivista di chitarra classica on line.
C’era un annuncio che si rivolgeva ai chitarristi di tutto il mondo: “ Se
qualcuno vuole venire a suonare in Central Valley-California è il benvenuto,
specialmente chi ha programmi inconsueti”. Io avevo delle cose inconsuete
(l’unica esecuzione al mondo con la chitarra dei 24 Capricci di Paganini), ho
mandato i dischi e poi tutto è venuto da sé.
Angelo Agnisola: Parlaci delle tue sei corde. Perché la chitarra?
Antonio De Innocentis: L’incontro con la chitarra è stato “familiare”.
Io sono la pecora nera della famiglia, nel senso che non ci sono altri
musicisti in casa. Mio fratello, però, aveva una chitarra che per anni restò su
un mobile a prendere polvere. Un giorno, incuriosito, cominciai a
strimpellarla. Da lì i primi accordi, il primo gruppo, il passaggio alla
chitarra elettrica. Suonavamo il rock duro dei Deep Purple, Pink Floyd, Carlos
Santana. Poi il percorso è continuato attraverso il jazz.
Angelo Agnisola: Tra il jazz e il rock hai scelto la classica. Come è
avvenuto questo passaggio?
Antonio De Innocentis: L’incontro con la chitarra classica è avvenuto
stranamente per caso. Era il 1977, ricordo che il chitarrista Franco
Mantovanelli mi chiese di sostituirlo in un gruppo teatrale che teneva oltre a
spettacoli di prosa anche spettacoli di musica popolare. Si trattava di suonare
la chitarra classica e i plettri. Io, che già facevo delle lezioni con lui,
accettai la proposta e da un giorno all’altro lasciai la chitarra elettrica.
Angelo Agnisola: C’è qualche avvenimento in particolare che ha segnato
il tuo percorso artistico?
Antonio De Innocentis: Ce ne sono tanti. Un evento su tutti, per cui è
valsa la pena di fare tutto, è stato conoscere il grande compositore inglese
John Duarte, un personaggio dal calibro elevatissimo che purtroppo è
recentemente scomparso. John Duarte è un nome che appartiene alla storia della
chitarra; quando ho cominciato a studiare chitarra classica già conoscevo il
suo nome perché era strettamente associato al nome del più importante
interprete del secolo scorso Andrés Segovia. Duarte compose un brano per le
nozze di Segovia. Quest’ultimo lo incise immediatamente e fu un successo
mondiale. Per me è stato un onore conoscere questo grande personaggio e
addirittura averlo tra il pubblico ad un mio concerto. Nel 96 diedi il mio
primo concerto in Gran Bretagna, in quell’occasione conobbi Chris Dell, un
intimo amico di John Duarte. Quando l’anno successivo tornai a Londra, li
trovai entrambi in platea. Suonavo proprio un’opera di Duarte e, dopo il
concerto, lui mi disse che era stato fortemente incuriosito perché quell’opera
non era eseguita da trent’anni. Io dovevo suonare quel pezzo o un altro, quello
che suonavano tutti (Suite Inglese); optai per quello meno tradizionale e feci
la scelta vincente. Da lì è nata una grandissima amicizia. John Duarte poi ha
scritto un’opera per me “I dodici studi –Opera 140” che ho suonato in prima
esecuzione nel 2001 in Scozia con lui presente.
Angelo Agnisola: Qual è la cosa più bella del fare musica, e quale la
più brutta?
Antonio De Innocentis: La cosa più bella della musica è la condivisione.
L’aspetto che a me è sempre piaciuto del fare musica è lo stare insieme alla
gente, dall’amico con cui suoni i Beatles al pubblico di un concerto. Il tutto
nasce da una grande voglia di comunicare; a me riesce molto più naturale
suonare che fare altre cose, è il mio linguaggio espressivo più autentico. La
cosa più brutta della musica: cambiare le corde alla chitarra, ogni tanto ti
tocca!
Angelo Agnisola: Un artista del tuo calibro rappresenta sicuramente un
motivo d’orgoglio per la nostra terra. Le istituzioni locali dovrebbero
sponsorizzare e promuovere le tante figure di primo piano in ambito artistico
per un rilancio del prodotto culturale del nostro territorio. Molto spesso
questo non accade e così un musicista come Antonio De Innocentis risulta essere
molto più conosciuto in California che a “casa sua”. Come vivi la nostra realtà
provinciale? C’è un filo che ancora ti lega alle tue radici?
Antonio De Innocentis: Questa è una domanda che meriterebbe lunghe
riflessioni. Confesso di non vivere la nostra realtà provinciale. Non è
assolutamente un atteggiamento snob, al contrario mi dispiace molto ma è un
dato di fatto. Per tanto tempo ho cercato di suonare a Caserta il più possibile
e con tutte le mie forze. Ma ho ricevuto sempre scarsa attenzione per cui col
tempo sono venuti a mancare gli stimoli. La cosa assurda che ho riscontrato è
che mi risultava più facile trovare spazi all’estero che qui. Paradossalmente è
stato più facile fare concerti e ricevere interesse in California che a
Caserta.
Purtroppo mancano ancora gli spazi e le volontà organizzative ed ideative da
parte chi ha le giuste molle in mano, di chi ha la possibilità di cambiare le
cose.
Per quel che mi riguarda, ho deciso di organizzare dei mini-concerti nel
salotto di casa mia , chi mi volesse ascoltare è il benvenuto!
Angelo Agnisola: Oltre a svolgere una fitta attività concertista, tieni
numerose masterclasses e svolgi un’intensa attività didattica. Qual è il primo
consiglio che senti di dare a chi si accosta allo studio della chitarra?
Antonio De Innocentis: Chiunque si avvicina allo studio della chitarra,
così come per ogni altro strumento, lo deve fare per convinzione e non per
costrizione. Ci deve essere una spinta interiore del tutto autonoma. In molti
casi, invece, gli allievi sono pressati eccessivamente dai genitori. Di contro,
se si ha la fortuna di sapere già in tenera età quello che si vuole fare, il
consiglio è quello di affidarsi a dei buoni maestri in modo da risparmiare
tempo ed errori.
Angelo Agnisola: Progetti futuri?
Antonio De Innocentis: A giugno riprenderò l’attività concertistica.
Sarò per due volte a Londra, poi in Scozia e quindi terrò una tournée di
quindici giorni in California. A breve uscirà il mio ultimo lavoro discografico
completamente dedicato alla musica tradizionale scozzese.
Angelo Agnisola: Continuiamo a gettare in mare le nostre bottiglie.
Nella tua che messaggio scrivi?
Antonio De Innocentis: Fare meno guerre e suonare di più |
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Antonio De Innocentis
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