Giovedì 10 Marzo. Continua la rassegna . “Accordi in sei corde – Ricognizione”,
dedicata alle chitarre della nostra provincia, promossa dall’ Ass. cult. Cambio
de Sentido e dal portale casertamusica.com. Questo giovedì, all’interno del
programma radiofonico “Cambio de Sentido Inflight” (New Radio Network 89.8 fm)
abbiamo incontrato le chitarre elettriche di Gigi De Vito e Marco Sfogli. Gigi
De Vito Soprannominato il “DeViaTo” per il suo originalissimo modo di suonare
la chitarra, ha studiato per lungo tempo da Gianni Martini, chitarrista per
anni al fianco di Giorgio Gaber. Trasferitosi da Napoli a Caserta, inizia a
suonare con molte cover bands locali, entrando poi a far parte della Sezione
D’Urto. Dopo una breve esperienza teatrale che lo ha portato a recitare al
Teatro Stabile Bellini di Napoli, con una compagnia di attori dell’Accademia di
Belle Arti di Napoli, inizia, con la SDU, un’intensa attività live,
partecipando a diverse competizioni, e vincendo le più importanti, quali il
Caserta on Stage 2001 ed il Royal Rock Festival 2002. Ha partecipato due volte
al Leuciana Festival. Attualmente studia privatamente con Mimmo
Langella. Marco
Sfogli, figlio d'arte, collabora con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, con
loro ha suonato in numerosi teatri italiani ed esteri partecipando a 2 edizioni
del Festival di Recanati, nel 1998 e nel 2000. Ha partecipato al concorso Best
guitarist of the web organizzato dalla Music Man su internet, classificandosi
terzo nella classifica Blues e decimo nella classifica generale con un
altissimo numero di download del brano in concorso. Nel Giugno 2001 vince il
primo premio come miglior chitarrista al SolMusic di Palermo, come chitarrista
degli Statico Dinamico. Ha collaborato, tra gli altri, con 99 Posse, Ivan
Cattaneo, Marco Fasano. Nell’Ottobre 2004 è stato a Toronto – Canada - per
registrare il disco solista di James LaBrie, cantante dei Dream Theater.
Angelo Agnisola: Iniziamo la nostra chiacchierata cercando di
analizzare, per vie generali, il movimento chitarristico della nostra
provincia.
Caserta città a sei corde…suona bene no?
Gigi De Vito: Suona bene e anche troppo! A Caserta siamo troppi
chitarristi. Ti faccio un esempio veloce. Decidi di mettere in piedi un gruppo,
cinque elementi, 2 chitarre, basso, batteria e voce. Basso? Batteria? Voce?...e
dove sono? Finirai per accontentarti del tuo trio…di chitarre, appunto! C’è
da dire però che da una così alta concentrazione di chitarristi sono usciti
fuori ottimi nomi, penso a Elvezio
Fortunato, Panico, Guarino, Condorelli, tanti nomi di
altissimo livello, ma solo chitarristi. Anzi, a titolo di cortesia personale vi
chiedo di organizzare rassegne anche sugli altri strumenti, così ci fate
lavorare. Altrimenti siamo tutti chitarristi, disoccupati e ognuno suona a casa
sua.
Marco Sfogli: Concordo pienamente su quanto ha detto Gigi. A Caserta ci
sono tantissimi chitarristi, e la cosa ancora più importante è che sono tutti
molto bravi. Sicuramente si può parlare di “Caserta città a sei corde”.
Potremmo anche invitare la commissione urbanistica del Comune di Caserta a
intitolare alla “Sei Corde” una piazza o una strada della città. “Piazza Sei
Corde”, suona bene!
Angelo Agnisola: Voi suonate rock. Com’è recepito questo linguaggio
artistico nella nostra provincia? C’è cultura musicale ?
Gigi De Vito: La risposta si può sintetizzare distinguendo due tipologie
di persone. Alla prima appartengono tutti quelli che seguono la massa, per la
serie vado nel locale che si porta, dove c’è gente, magari rimorchio. C’è, poi,
una buona fetta di persone propense all’ascolto della musica dal vivo e attente
alle nuove proposte “musicali” che nascono in provincia. Basti pensare al
successo di manifestazioni come il Royal Rock Festival o il Caserta On Stage
dove, indipendentemente da chi suonava, c’erano migliaia di ragazzi. Di base
c’è una certa tendenza ad ascoltare il rock, a seguire gruppi nuovi che
propongono musica propria, e che, quindi, si mettono in gioco promuovendo
musica originale. E questo è un fattore molto importante se pensiamo che a
Napoli la maggior parte dei locali rock propongono solo Tribute Bands.
Marco Sfogli: Innanzitutto devo dire che per me è un po’ diverso
analizzare la cultura musicale della nostra terra . Io la musica la vivo in
casa da quando sono nato. Partendo da questa condizione fondamentale e
particolare sono cresciuto ascoltando musica della tradizione, della cultura e
anche di contaminazione perché il discorso che oggi sta portando avanti la
Nuova Compagnia è anche un discorso di contaminazione con le culture di altri
paesi, non ci si limita a prendere e a “copiare” pezzi della nostra tradizione,
ma c’è un progetto più ampio che comprende un importante lavoro culturale di
rielaborazione. Per la mia esperienza posso dire che c’è una buona cultura
musicale nella nostra provincia. E’ anche vero però che la maggior parte della
gente è legata ad un consumo distratto della musica, i più vogliono ascoltare
musica commerciale, quella che ci propinano radio e televisioni, musica per lo
più legata ad operazioni di marketing musicali.
Angelo Agnisola: Però i grossi nomi della musica casertana si sono
sempre contraddistinti per progetti culturalmente molto validi, lontani anni
luce dalla musica di largo consumo…
Marco Sfogli: Questo accade perché Caserta non ha l’appoggio di grosse
etichette, non ha molti circuiti. Dalle nostre parti non sono impegnate energie
in tal senso. C’è un circuito enorme attorno alla musica che noi neanche
immaginiamo. Ed è per questo motivo che i grossi artisti quando fanno tournee
nel Sud Italia vengono a chiamare noi, perché costiamo poco e siamo
professionisti.
Angelo Agnisola: Gigi, tu suoni la chitarra elettrica e sei anche uno
studioso di questo strumento, inoltre collabori con Axe Magazine una delle più
importanti riviste specializzate sulle sei corde, in qualità di moderatore del
loro forum. Domanda bruciapelo. Qual è la
prima cosa importante da sapere sulla chitarra elettrica?
Gigi De Vito: Che è uno strumento giovane. La Fender Stratocaster ha
compiuto da poco 50 anni e rappresenta la prima “solid body” che sia mai stata
costruita. I chitarristi jazz di un tempo suonavano con dei “manici di scopa”
che oggi sarebbero improponibili. Ti racconto un piccolo aneddoto che si può
ritrovare anche nel film di Whoody Allen Accordi e Disaccordi. Un tempo le
chitarre jazz non avevano nel manico il metallo, il trass road quindi, per
mantenere teso il “pezzo di legno”, si usavano le corde della chitarra.Vi
lascio immaginare la durezza che ne conseguiva. La conclusione è che siamo
immensamente felici di suonare nell’era tecnologica che ha aiutato la musica
non poco.
Angelo Agnisola: Marco, sei appena tornato da Toronto dove hai preso
parte alla registrazione del nuovo album di James La Brie, leader dei Dream
Teather nonché tuo idolo da sempre. Con lui partirai a breve per una tournee
europea. Come è stata possibile una tale collaborazione e soprattutto come
l’hai vissuta?
Marco Sfogli : Direi che è nato tutto per gioco. Un mio amico di Palermo
mi passò il contatto di chat del tastierista Matt Gillory, incominciammo a
parlare e a scambiarci mp3. Lui era molto preso dal mio modo di suonare la
chitarra e ci eravamo ripromessi di fare qualcosa insieme. Verso la fine di
Luglio mi arriva questa proposta che ancora oggi mi sembra incredibile: “il
chitarrista che doveva venire non è più disponibile, ti farebbe piacere…?”.
Rischiai lo svenimento!
Angelo Agnisola: Appena arrivato lì quali sono state le tue prime
sensazioni?
Marco Sfogli: Non credevo ai miei occhi. Ho avuto un trattamento
magnifico, pensa che non mi hanno permesso neanche di aiutarli a scaricare gli
strumenti per paura che mi facessi male le mani. All’inizio è stata dura, la
paura era tanta; ti trovi di fronte il personaggio che hai in poster sopra il
letto e pensi: ma io qui cosa c’entro, che ci sto a fare! Poi loro mi hanno
messo a mio agio, mi hanno dato tutto ciò di cui avevo bisogno e così mi sono
sciolto e ho dato il mio contributo nel modo migliore che sapevo. Spero che
questa esperienza, unica nella vita di un artista, mi faccia aprire delle porte
per realizzare qualcosa di produttivo anche qui.
Per maggiori informazioni e contatti:
www.marcosfogli.com; www.gigidevito.com
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