Sarà inaugurata sabato 22 gennaio alle ore 18.30, presso il centro culturale
"Il Pilastro" (Via Roberto d'Angiò n. 56, S. Maria Capua Vetere), la mostra
"Trasfigurazione" con opere pittoriche di Michele D'Alterio ed Orazio Manzo,
che intendono l'arte come proiezione della propria intimità.
La mostra sarà visitabile fino a venerdì 29 gennaio 2005 (giorni feriali h
10-12 e 18-20, giorni festivi su appuntamento). Info: 347.8424892
La mostra è l'ultimo appuntamento della rassegna
d'arte contemporanea "B-fronte", promossa da Gennaro Stanislao e
curata da Marco di Mauro. In un ciclo di sei mostre, B-fronte propone una
selezione di 12 artisti, che rappresentano il panorama vario ed eclettico della
giovane arte campana. La rassegna si concluderà sabato 29 gennaio 2005 con una
riunione-dibattito, alla quale saranno invitati i critici d'arte Giorgio
Agnisola, Enzo Di Grazia, Marco di Mauro e Paola Germana Martusciello.Note
critiche su Domenico Napolitano ed Alfonso Sagnelli a cura di Marco di Mauro
Michele D’Alterio, esperto di grafica pubblicitaria e web design, non ha mai
abbandonato la pittura, intesa come ripiegamento su se stesso e proiezione
della propria intimità. Nelle sue recenti opere, in bilico tra figurazione e
astrazione, il paesaggio naturale incarna i lineamenti dello spirito. Nelle
fitte rughe del supporto plastico o cartaceo, nei tocchi di colore denso e
materico s’intuiscono le pieghe dell’anima, che l’artista campano esterna e
traduce nella forma del paesaggio. Con una sensibilità surreale, Michele
D’Alterio tende a coniugare due attitudini opposte: da un lato l’esigenza di
aggredire la tela con impeto nervoso per assecondare i suoi moti interiori, da
un altro la volontà di stemperare le sue pulsioni nell’armonia del paesaggio
naturale.
Nelle sue opere confluiscono reperti di vita quotidiana, quali sacchetti di
plastica e frammenti di gomma, avulsi dal proprio contesto per assumere la
dimensione di segni. I riverberi della vita urbana si coniugano a visioni
oniriche, scenari senza tempo dove la profondità non è data dalla prospettiva
tradizionale, bensì dal progressivo diluirsi della materia pittorica.
Il formato verticale, ispirato alla pittura dell’estremo Oriente, suggerisce
una tensione ascensionale. Le dimensioni della cornice, deliberatamente
superiori a quelle del quadro, esprimono la volontà di non reprimere la
tensione della scena, che idealmente si sviluppa oltre i confini della tavola.
Orazio Manzo, classe 1983, è un abile sperimentatore. Ha messo a punto una
tecnica originale, che gli consente di deformare le immagini attraverso un
blocco di vetrocemento, anteposto all’obiettivo della fotocamera. Consapevole
dei limiti della ricerca tecnica, che rischia di tradursi in un gioco estetico,
l’artista è impegnato ad innestare la sua poetica nelle immagini create con il
vetrocemento.
Oggetto della sua indagine è se stesso, nelle sue incertezze e nelle sue
ambizioni, con l’ironia e la vanità di un ventenne, senza mai cedere alla
retorica, all’enfasi, all’autocelebrazione. Nel suo ultimo ciclo di opere, dal
titolo “Lloro so’ bbuone, jo so’ malamente”, Orazio Manzo stampa sulla carta la
propria immagine e vi interviene con la pittura. Schegge di colore graffiano il
suo volto e si espandono liberamente sulla carta, che diventa lo spazio di un
evento negato, ma anche il punto di partenza per un’indagine interiore. La
pittura maschera la fotografia e al contempo la integra, suggerendo categorie
qualitative e mentali: luce, intensità, risonanza, opacità, silenzio,
profondità. Tema fondante della sua estetica è l’ambigua relazione tra l’anima
e il volto, l’essere e l’apparire, che induce l’artista a scavare nella propria
intimità per conoscere se stesso.
"B-fronte", ricognizione sulla giovane arte campana, a cura di Marco di Mauro
presso il centro culturale "Il Pilastro", Via Roberto d'Angiò, 56 - 81055, S.
Maria Capua Vetere (Ce) - www.centroculturaleilpilastro.com |
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