Il corpo e l'anima: personale di Mario Maddaloni al teatro Garibaldi

S. Maria C.V (CE) - dal 23 dicembre al 1° Maggio 2005 

Comunicato stampa


Per Mario Maddaloni il corpo è la spia dell'anima, comunica al di là della suo stesso profilo esteriore, esprime nella sua fisicità, nelle andature della forma, nelle sue asperità e nelle sue levigatezze, una sua dimensione narrativa, e altresì un suo insondabile mistero. Per questo l'artista lo esplora dalle angolature le più disparate, spesso da distanza ravvicinata, inquadra la figura secondo ardite prospettive, lo seziona talvolta, non per limitarne ma per amplificare il campo percettivo, stravolgendo la ordinaria lettura figurativa. Il particolare insomma potrebbe non corrispondere al generale, eluderlo, ignorarlo. Per converso apre alla dimensione interna,
basta una sfumatura della pelle, un accenno del profilo. Quasi sempre questa lettura parziale, resa con abile ed ardita prospettiva iperrealista, riflette e include lo sguardo, una pupilla un'espressione del viso. La cui traccia non implica una semplice dimensione psicologica, non manifesta soltanto una tensione del sentire, talora con forte sensualità, riverberante spazi interni e vibranti dell'emozione e del sentimento: è piuttosto un varco, un valico, attraverso cui penetrare gli strati della coscienza, esplorare gli spazi profondi dell'essere. Singolarmente lo sguardo, colto in una sua precaria tensione fisica, spesso bloccato come in un'istantanea, entro cui sembra delinearsi il dramma di una coscienza turbata, diventa come la zona di confine tra il sé fisico e il sé metafisico, con tutto il carico di mistero e di inconoscibile che vi si lega. Accade allora che l'immagine inizialmente precipita come esasperazione del reale, in cui si legge la presenza di una vita traguardata nella sua tesa fisicità, pure nella suggestione dei tagli visivi, nei caldi riverberi cromatici, nell'intensità talora inquietante eppure suadente degli sguardi, diventa una metafora
simbolica di una dimensione tutta interiore. Come se, ribaltati i termini dei correnti riferimenti visivi, l'immagine si spieghi in un puro spazio dell'anima, in cui l'infinito si raccorda con il finito, il materiale con l'immateriale e l'essere si riconosce come sospeso in uno stato di invisibile e cosmica attesa.
 

 

 

 

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