Marcianise, 6 Novembre. Estremamente fortunato il primo appuntamento autunnale della rassegna “Le Quattro Stagioni” a cura dell’Associazione Gia.D.A. I numerosi partecipanti hanno infatti potuto godere dell’ultima serata di bel tempo prima delle tanto desiderate (sic!) piogge autunnali.
La serata è iniziata con la visita di Palazzo Foglia dal cui Belvedere, un’ampia terrazza con tanto di torretta in cima, si può ammirare il vasto panorama della piana.
Come per altri palazzi gentilizi anche questo, preesistente alla reggia, fu fatto restaurare dalla famiglia Foglia quando, per seguire il Re, abbandonarono la villa napoletana, nei pressi di “Scaturchio”, per andare a stabilirsi in uno del tanti “villaggi” che sin da allora circondavano Caserta.
Questo esodo “forzato”, improponibile se non per “regali” ragioni, fu la fortuna di tante cittadine
dei nostri dintorni che si ritrovano, ancor oggi, con degli autentici gioielli: oltre alla cura della dimora ogni famiglia riscoprì il gusto della cura del giardino.
I Foglia, in particolare, ebbero un rapporto privilegiato con la botanica visto che sullo stemma si alternarono dapprima il cipresso e, in seguito, il pino marittimo che fu utilizzato per cintare il loro latifondo. Ancora oggi, percorrendo la statale, filari di pini ogni tanto interrompono al linea dell’orizzonte.
Ma non solo l’architettura è stata protagonista della serata: il prof. Domenico Dello Iacono ha simpaticamente intavolato una
conversazione a metà fra la botanica e la paesaggistica sulle Cicas.
Queste piante, originarie dell’Oriente, furono portate dai viaggiatori verso il ‘700. Leggenda vuole che tutte le cicas in
Italia siano derivate da due regalate, rispettivamente, dalla regina dei Borbone all’Orto Botanico di Palermo e, successivamente, dall’omologa Bonaparte all’Orto Botanico di Napoli.
La pianta è ormai di casa nelle nostre zone, tanto che fino a qualche decennio fa, quando si portava in corteo il corredo della sposa fino alla nuova casa, sul carretto doveva anche troneggiare un esemplare di cicas, simbolo di forza per la nuova famiglia che si creava.
Per l’appuntamento con la musica, il quartetto d’archi e oboe dell’Unione Musicisti Napoletani ha intrattenuto e divertito i presenti con una serie di
brani strumentali che hanno spaziato da arie famose di opere di Verdi e Puccini, a
Bizet, per finire con autori “moderni” fra i quali Piazzolla, Moricone e Gershwin.
Per concludere “sognando”, i presenti hanno potuto ammirare le opere in tecnica mista di Monica Auriemma.
Una appuntamento con l’arte in tutti i suoi aspetti: questa la proposta dell’Associazione che, come ci ha anticipato Paola Lumbau – addetto
stampa dell'associazione -, sarà ripetuta il 21 Novembre con una nuova, ricca, proposta.
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