Venerdì 8, alle 18:00, a Caserta, nel Duomo, si è tenuta una
conferenza-spettacolo sul problema dell’anima nella visione di Socrate e di
Platone. Cacciari e Rivolta hanno ripercorso, attraverso una sapiente scelta
dei testi platonici, tutto il travaglio morale ed intellettuale che porta
Platone ad affermare la necessità di accettare per fede – quasi per scommessa-
il concetto dell’immortalità dell’anima, anche se questa immortalità non può
essere dimostrata.
Il lungo discorso che Platone fa pronunciare al suo maestro prima che beva
la cicuta e che è stato magistralmente reso da Carlo Rivolta, ha fatto di
Socrate un uomo del nostro tempo, nella sua inchiesta sul senso della vita e
della morte, nella speranza di sopravvivere e, al tempo stesso, nella paura di
un “al di là” che ci angoscia, perché lo ignoriamo.
Socrate è diventato uno di noi, pellegrino alla ricerca di verità, che non è
affidata alla pura logica o alla scienza, ma a quanto di più vero ed
impalpabile è dentro ognoi uomo e ne costituisce l’essenza, la vera identità:
l’anima, questo soffio leggero, invisibile, principio di vita che – “per la
contraddizione che nol consente”- non può sottostare alla morte. La morte
stessa non è che l’”escaton”, l’ultima tappa del nostro esistere, che,
liberando l’anima dalla prigione del corpo, apre orizzonti di un’altra ignota
vita
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