Caserta, Giardini della flora, 3 Agosto 2004.
L'Orchestra di Mimì Palmiero ha tenuto questa sera uno
spettacolo così coinvolgente che persino le mie due figlie,
orgogliosamente restìe a qualsiasi forma musicale che non sia in
inglese e propinata da MTV, hanno dovuto faticare non poco per
nascondere il loro entusiasmo. Per loro è una specie di sconfitta
l'essersi ritrovate, senza accorgersene, ad applaudire e cantare
divertite su temi e stili interpretativi vecchi più di cent'anni.
"Hai visto che ti è piaciuto!" ho detto a Sara dopo che
aveva battuto le mani e cantato per buona metà del concerto.
"Uffa, papà, non me ne ero nemmeno accorta; ... però sono
stati bravissimi.". Il che la dice lunga sulla capacità di
coinvolgimento della orchestra di Mimì Palmiero, formata da ottimi
musicisti alle chitarre e mandolini, da tre belle voci tenorili
della scuola di Sergio Bruni (Mimmo Angrisano, Antonio Siano e
Mariano Lambiase), da un vero jolly musicale quale Franco Malapena,
a livelli altissimi sia come tenore, che al mandolino e al violino;
e poi un corpo di ballo veramente professionale, su coreografie di
Natascia d'Andrea. "La musica napoletana è, oltre che
bellissima, anche portatrice di valori etici che sento ancora
validi, e per questo la amo tanto", confida Mimì al pubblico.
E' facile considerare come 'oleografico' uno spettacolo del
genere, e trattarlo in modo distratto e sufficiente. Ma non cado in
questo errore: l'alta scuola degli interpreti e dei musicisti,
l'ironia e capacità di coinvolgimento di Antonio Siano e le
capacità interpretative di Mariano Lambiase e Mimmo Angrisano, sono
i tasselli di una riproposizione ad alto livello della tradizione
musicale napoletana degli ultimi tre secoli. Una tradizione che, a
causa di una eccessiva 'sovraesposizione' affidata purtroppo anche a
voci e sensibilità di livello molto basso, rischia di passare nello
sgabuzzino delle anticaglie o peggio ancora nella spazzatura. E
allora ben venga l'operazione di Mimì Palmiero che ci riconsegna
tirati a lucido e come nuovi i capolavori della musica classica
napoletana, con uno sforzo imprenditoriale notevole, e senza
supporto nè dalle istituzioni nè dai media. Il pubblico si è più
volte alzato in piedi per applaudire, e non era un pubblico di
sprovveduti.
"Quello di stasera è stato un mio piccolo dono di cuore per
i Casertani" - ci dice Palmiero - "ma mi domando perchè
nonostante i successi crescenti che ottengo a Caserta come altrove,
vi sia sempre la voluta sordità e cecità di chi dovrebbe proporre
doverosamente sempre di più i talenti di casa propria e che
addirittura se ne disinteressa ?" Non so se i ripetuti applausi
di questa sera, e l'entusiasmo mostrato dal pubblico durante e dopo
il concerto, siano sufficienti a compensare Mimì dell'amarezza di dover
pagare di tasca propria l'allestimento di uno spettacolo che, in
quanto a professionalità, qualità e consenso di pubblico, supera
di gran lunga molti degli innumerevoli eventi inseriti nei
cartelloni artistici estivi della nostra provincia.
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