S. Leucio (Ce), 21 Luglio 2004, Teatro dei Serici. Passione, amore e
morte in scena per "Amore di tango" di Paolo Coletta, con
Lello Giulivo. Di nuovo una contaminazione, questa volta tra
canzone-tango e canzone napoletana grazie alla bravura dell'attore
cantante che si cimenta in alcune fra le più famose canzoni-tango
di Gardel e Le Pera, contrappuntandole con altrettante napoletane:
le due, grazie all'accompagnamento con il bandoneòn (una piccola
fisarmonica), si sovrappongono evidenziando i caratteri comuni.
Queste canzoni accompagnano una storia che potrebbe esser vera,
tanto ci ricorda l'imponente fenomeno di immigrazione dei primi
decenni del '900, quando molti italiani cercarono miglior fortuna in
Argentina e in particolare a Buenos Aires: Gaetano fugge, con
l'amico Peppino, da Napoli per sottrarsi alla vendetta del suo
datore di lavoro cui ha rubato (da qui "Il ladro" del
titolo) l'incasso e sedotto la donna. Già in lui c'è l'amore per
la Milonga (un tipo di tango), tanto che viene proprio rimproverato
dall'amico fedele di non cantare secondo la tradizione il repertorio
napoletano e il destino ci metterà lo zampino facendo loro
incontrare sul piroscafo Gardel, il più grande autore-interprete di
tango mai esistito, e Le Pera, autore della maggior parte dei suoi
brani.
Anche se viene ignorato da Gardel, tuttavia l'incontro segnerà
la vita, di Gaetano vuoi per il furto di alcuni spartiti, vuoi per
l'incontro con Isabel, l'amante di Gardel.
I due si ritroveranno qualche tempo dopo a Buenos Aires e le loro
tristezze si uniranno in una passione brevissima segnata dal
rimorso: entrambi si sentiranno colpevoli della morte di Gardel
dovuta ad un fatale incidente aereo.
Inevitabile quindi il ritorno a Napoli di Gaetano che serenamente
andrà incontro ad un destino di morte.
Come si vede non è la tragedia l'elemento principale ma "la
tristezza" come vuole il detto "il tango è un pensiero
triste che si balla" e durante lo spettacolo abbiamo anche
assistito ad un tango interpretato secondo la migliore tradizione da
due uomini, con figure elaborate, al quale solo in un secondo
momento si unisce la figura femminile per un sensualissimo gioco a
tre.
Nonostante la semplicità della scena e la preponderanza del
canto sul dialogo, lo spettacolo riesce a trasmettere la passione
per questa musica nata nei bassifondi ma che è, alla fin fine, la
più superba forma di riscatto.
Mattatore in scena, specialmente con il canto, Lello Giulivo,
accompagnato da Barbara Di Bartolo, intensa Isabel, e Sergio Di
Paola, il semplice Peppino, Mario Torella di Romagnano, inarrivabile
Gardel, e Rino de Masco, l'inseparabile amico Alfredo Le Pera,
superbi ballerini.
Notevolmente interessanti i numerosi contributi filmati che hanno
aiutato a ricostruire l’atmosfera del tempo e la figura di Gardel:
in particolare per quest’ultimo, interpretato da Mario Torella di
Romagnano, si è scelto di non farlo assolutamente parlare
accentuandone il mito
L'accompagnamento musicale è stato affidato ai musicisti Antonio
Porpora Anastasio al piano, Costantino Rubini al contrabasso,
Agostino Oliviero al violino e Antonio Ippolito al bandoneon.
Musiche curate e arrangiate da Antonio Sinagra.
(Cartellone
completo del Leuciana Festival)
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