Una importante realtà “parallela” casertana della quale finora
ci siamo troppo poco interessati è quella delle
organizzazioni, onlus o di puro volontariato, che si occupano delle
persone in difficoltà. Il concerto di Tullio Pizzorno, oltre ad
essere un’occasione unica per poterlo ascoltare, è stata l’occasione
per dare visibilità a due di queste realtà: è stato l’evento
finale dell’anno sociale di “Mondotondo Onlus”, associazione
no profit per il progetto di costruzione, nella Repubblica
Democratica del Congo, del "Centre Polyvalent de Developement
de Butembo" e si è svolto nel capiente teatro della fondazione
"Leo Amici", in località San Michele s Caserta, che si
occupa di recuperare giovani in difficoltà.
Ma passiamo al concerto, bellissimo e con un organico davvero
atipico. Ho avuto il piacere di conoscere Tullio
Pizzorno fin dall’inizio del suo percorso musicale quando,
insieme ai miei fratelli, faceva le famose “prove” nella
scantinato di casa nostra con i loro primi gruppi musicali.
Supportato da bravura tecnica e compositiva, sin dall’inizio il suo percorso ha
rifuggito dalle scorciatoie e la capacità come autore musicale è
cresciuta tanto da avere riconoscimenti in campo internazionale. Le
canzoni che compone, alcune della quali ci ha proposto nel concerto,
sono come piccoli racconti: puoi ascoltarli ad occhi chiusi ed ecco
che la storia si anima. Arrangiamenti raffinati, la ricerca di
particolari armonie e non comune attenzione al testo sono i suoi segni
distintivi.
In particolare abbiamo ascoltato “Musica per lei” e “Di
vista” - entrambi incisi da Mina- , “Piove che sembra novembre”
- che considero il più lirico-, “Una come te con uno come me” -
che ha la particolarità della divisione ritmica che si alterna tra 7/8
e 5/8. Un discorso a parte meritano due divertenti canzoni “Sull'autostrada”
e “Brutte parole molto velate” , eseguito da solo con la
chitarra: nella prima c’è proprio una seria di istantanee su un
viaggio in autostrada mentre nella seconda c’è la divertente
considerazione che “chissà perché le brutte parole, cambiate con
giri di parole, non hanno lo stesso effetto dell’insulto iniziale”.
Ho voluto citare solo questi brani ma vi assicuro che i rimanenti
sono stati altre piccole chicche applaudite tutte, e a lungo, dal
pubblico che riempiva oltre il possibile il teatro.
Tullio ha riscritto gli arrangiamenti dei brani per questa
occasione particolare in quanto si è avvalso di due
batteristi, “un esperimento che mi intrigava da un po'..” come
ha detto. L’esperimento sembra ben riuscito in quanto la ritmica
non ha affatto coperto gli altri strumenti ma ha dato un forza
diversa a molti dei brani
I musicisti che lo hanno accompagnato durante il concerto sono
Peter Ventrone, sax contralto, soprano e pianoforte, e Aldo Fucile e
Gaetano Quarcio, alle batterie. Ottimi musicisti, e suoi
"compagni di viaggio" da molti anni. |
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