Giuseppe Rossi espone al Museo
Campano di Capua
Capua - Luglio 2004
Comunicato stampa |
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Nella stupenda cornice del Museo Campano di Capua, tra il verde dei
cortili e tra gli antichi reperti sono esposte le opere dello
scultore- pittore Giuseppe Rossi di Casagiove.
Queste nuove forme d'arte che stanno tra il passato e il presente,
sono espressioni di un nuovo linguaggio visivo, sia per la nuova
tematica proposta dall'artista,- la figura legata ad una civiltà
arcaica (il primitivo), sia per la trasfigurazione di queste
sculture all'aperto che prendono posto in un contesto di luci e di
colori nelle opere su tela (il poetico) .
Nello spazio visto come territorio, le figure geometriche, e
intrecci di linee e di cerchi racchiudono composizioni elementari
dovute da un equilibrio di un'idea e di un ordine mentale. La
materia perde la sua identità e libera uno stato emotivo, una
struttura aperta da dove traspare un angolo della natura.
Sono installazioni all'aperto: stele, portali e figure totemiche di
legno che attribuiscono al territorio una nuova rappresentazione. Il
paesaggio muta e,in un'atmosfera estatica e contemplativa, porta chi
guarda, in un luogo della memoria dove si intreccia il finito con
l'indefinito.
Sulla linea di confine tra la terra e il cielo si erge e
"guarda" lontano l'opera che non ha più recinti,
che" sente" intorno a sé la libertà e in questo spazio
"ascolta " lo stesso vento di civiltà passate.
La pittura di Rossi è un'altra valenza visiva, è una
rappresentazione del "fuori" , della figura
tridimensionale che sulla tela assume altre connotazioni. L'opera
viene vista in un contrasto di colori e in un' ambientazione
immaginaria che insieme richiamano,ancora, la natura nelle sue dense
espressioni di luce e di spazi.
Giuseppe Rossi, in queste sale del museo campano, presenta poche
opere, significative, che abbracciano gli ultimi 5 anni della sua
esperienza artistica.
Nella prima sala c'è ancora un forte riferimento al passato, alla
forma geometrica chiusa in un segno armonico ed essenziale, raccolta
in un fondo bianco. In questi lavori sono evidenziate luci ed ombre,
aperture e chiusure che interrogano uno spazio di un percorso fatto
in un continuo divenire. Il "Rosso su vello",
"Triangoli rossi", "Il portale" presentano un
gioco di assenza e di presenza, di vuoto e di pieno che danno una
modulazione di una semplice ed elementare spazialità.
Nell'altra sala le composizioni cambiano, hanno un forte richiamo
all'esterno, sono contrasti di colore in piena solarità. L'opera
gira intorno al concetto di fuori e il pensiero spesso si riversa
nel verde della natura, nel bianco dei sassi sulla collina e nella
leggera fluttuazione dell'onda del mare. Il territorio che confina
tra la realtà e la fantasia diventa più stretto: l' "Omaggio
all'azzurro", le "Cinque finestre", la "Fascia
dei cerchi rossi" ritrovano spazio non solo nell'immagine
riflettente la fantastica composizione, ma guardano anche fuori,
diventando peculiarità della natura.
Dall'esterno Rossi si esprime con installazioni, semplici strutture
leggere di legno rosso. Il pensiero diventa arte in natura, non
basta il paesaggio come descrizione lineare sulla tela, ma Rossi
vuole viverlo attraverso l'opera, in modo diretto. Il suo lavoro
acquista una più specifica valenza: la struttura di legno e un
angolo della natura si intersecano e si compongono in un insieme di
continuità.
Non bisogna dimenticare l'elemento ricorrente, quasi come fosse un
marchio di fabbrica, un cerchio rosso, meglio ancora una corona
circolare che ci porta a lontane composizioni giovanili dell'autore.
All'aperto, nel giardino del museo campano di Capua, ha presentato
diverse figure e strutture che richiamano alla mente civiltà
primordiali: aggregazione, antica struttura, stele, figura totemica
sono costruzioni, indicazioni simboliche di una progettualità che
modifica e amplifica il territorio naturale, in una scenografia di
un primo villaggio. |
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