Caserta, 8 Aprile. Nunzio
Areni non solo ha un passato (e un
presente) di tipo artistico ma si ritrova ora nella non sempre
facile posizione di organizzatore di attività artistiche di tipo
musicale. Areni e il flautista Mario Ricciardi sono stati i
protagonisti del seminario-
concerto tenuto presso l'associazione l'Isola in via Tescione,
Caserta, nella serata del 7 Aprile.
Il punto in comune fra i due è costituito dalla
Compagnia di Canto Popolare nella quale hanno militato quasi
passandosi il testimone: Nunzio Areni per primo dagli anni '80 fino
all'89 (come musicista, dall'89 al 92 come coordinatore), anno in
cui gli subentra Mario Ricciardi nel ruolo di flautista.
Il tipo di strumento è un altro dei caratteri in
comune così come la formazione: entrambi hanno una base
"colta" tipica del conservatorio e prediligono gli
strumenti a fiato.
Il mattatore della serata è stato Areni mentre
al più schivo Ricciardi non è rimasto che annuire riprendendosi
però la rivincita nel momento in cui, finite le parole, è stato
chiesto loro di "passare ai fatti".
Personalmente ho trovato piacevole ascoltare Areni
che, spogliatisi dai panni del mega-direttore-organizzatore (oramai
non si muove "artista" che lui non voglia nella nostra
provincia) con aria sorniona si è lasciato andare ad aneddoti,
ricordi, considerazioni filologiche e sociali su quello che lui
stesso ha definito "il fenomeno Compagnia di Canto
Popolare".
Da quelli che furono gli inizi, sei studenti (De
Simone compreso) che ad una Piedigrotta proposero delle villanelle e
furono presi ..."a monetine", ai concerti alla Sapienza o
l'invito (rifiutato) di partecipare al Festival (di musica classica,
si badi bene) di Salisburgo, le ricerche, i concerti a prezzi
"popolari" per sottolineare l'impegno sociale.
Di tutto il lavoro fatto rimane l'orgoglio di
aver dato inizio alla riscoperta della tradizione musicale del sud i
cui tre filoni principali "tammurriate, villanelle e
tarantelle" sono i caratteri che contraddistinguono
praticamente la musica popolare italiana e che in parte (è il caso
delle villanelle), costituiscono un elemento comune fra la
musica popolare e quella classica del '700. Da qui anche il
"pallino" di Areni che in Paisiello, nominato a più
riprese nella serata, ritrova la stessa importanza che, nel campo
monumentale ed artettonico, rivestono la Reggia e il Real Sito. Fu
Paisiello che scrisse la "Nina pazza per amore"
rappresentata per la prima volta il 25 Giugno 1788 per festeggiare
la promulgazione del codice leuciano e che ricevette il rimbrotto
del re "devi scrivere più facile..."
A fine serata gli ho rivolto qualche domanda
ottenendo due piccoli scoop: il primo, legato alla serata, è che a
Giugno, in preparazione delle Leuciane, ci sarà una rassegna di
musica popolare probabilmente al Centro Culturale S. Agostino mentre
ho avuto una piacevole conferma: alle
Leuciane 2004 avremo i grandi Pat Metheney e
James Taylor.