Caiazzo, 8
Agosto 2003. In occasione dell’anteprima del Festival Nazionale
del Varietà, svoltosi a Caiazzo nei giorni scorsi, abbiamo
incontrato Sergio Solli, impegnato con la compagnia di teatro, nella
commedia comica , “A che servono questi quattrini”, di Armando
Curcio, messa in scena nel 1939 da Eduardo e Peppino De Filippo.
Solli, napoletano doc, maschera eduardiana, baffetti sottili,
sguardo magnetico, faccia da duro, maglietta e pantaloni rosso
fiammante. Curriculum straordinario, il suo: oltre cinquanta i film
girati, tante commedie, fiction e spettacoli offerti in 33 anni di
onorata carriera, tra cui spiccano: dieci anni nella Compagnia di
Eduardo De Filippo, protagonista di tutti i film di Luciano De
Crescenzo, due film con Massimo Troisi, tra cui “No grazie il
caffè mi rende nervoso” e “Il Postino”, due con Pasquale
Festa Campanile, e Lina Wertmuller, reduce dal successo nella
fortunata serie televisiva, in onda nei mesi scorsi su Canale 5, “Anni
Cinquanta e Anni Sessanta”. Un Oscar “rifiutato”.
Come comincia la tua storia?
“Sono nato e vissuto fino a 26 anni a Napoli, in Via dei Mille:
una vita normale, la mia, ho fatto per dieci anni il parrucchiere,
avevo un mio negozio, che mi dava buone soddisfazioni, mai avrei
pensato che avrei poi fatto l’attore.
La svolta nel 1970, conoscevo Bruno Garofalo, scenografo della
Compagnia del “maestro”, che spesso mi parlava di Eduardo,
raccontandomi particolari inediti. Un giorno mi dice “ Sergio, hai
l’opportunità di fare un provino, Eduardo cerca un attore per
sostituire Luca (il figlio), che deve partire militare, vieni”.
Sei andato senza pensarci nemmeno una volta?
No, sono rimasto completamente imbalsamato, rifiutando la
proposta- accettata poi dopo le continue insistenze di Bruno.
Arriva il d-day, l’emozione di incontrare il grande Eduardo è
tanta, il mio cuore in fibrillazione: male, male torno a far il
parrucchiere- il ricorrente pensiero che frulla vorticoso nella mia
mente.
Giovanotto cosa sa fare?- domanda il maestro: il parrucchiere, la
sibillina e irriverente mia risposta.
Una due, battute e arrivederci. Anzi addio.
Non sarà così, qualche giorno dopo mi telefona Garofalo, per
dirmi che il posto di Luca è mio, il San Ferdinando mi aspetta,
crederò a lungo ad uno scherzo: era il 9 novembre del 1970,
comincia per me la grande avventura con il grande Eduardo, che mi ha
diretto per dieci anni, fino al 1980. Un uomo eccezionale, che ha
dato la vita per il teatro.
Con lui ho interpretato, 14 delle 16 commedie registrate per la
televisione. Devo tanto a lui.
Cinema, teatro, televisione, cosa prediligi?
Mi piace fare tutto, ma preferisco il cinema, che rimane sempre
fruibile.
Rimpianti?
Alcuni anni fa, stavo per girare un film con Luciano De
Crescenzo, contemporaneamente un giovane e sconosciuto regista mi
propose di fare un film con lui, pretendendo però la partecipazione
esclusiva: scelsi di girare con il noto De Crescenzo, chiunque
avrebbe fatto lo stesso. Il regista anonimo era Giuseppe Tornatore,
il titolo del film “Nuovo Cinema Paradiso”. Incredibile ma vero!
Ultimi lavori, programmi?
Il film “Certi bambini”, che parteciperà al Festival di
Berlino, due episodi di una fiction di Massimo Ghini, ho appena
curato la direzione artistica di Giffoni Prosa, a settembre l’uscita
del film “Pater familias”, candidato al David di Donatello 2004,
come attore non protagonista.
Un sogno nel cassetto?
Avere una nomination al David di Donatello- il sogno di Sergio
Solli, il “figlio” di Eduardo, che con grande umiltà e tanta
bravura seduce da anni milioni di spettatori, artista eclettico, di
teatro, cinema e televisione , un attore forza 10, che come Eduardo
dice “Fuitevenne ra Napul”, per dire della pochezza di mezzi a
disposizione di una città, che non offre nulla per emergere
artisticamente.
Come dare torto all’ex parrucchiere di Via dei Mille, con il
“permanente” rimpianto “sulla” testa di avere rifiutato il
Paradiso di Tornatore!
Giuseppe Sangiovanni
Giornalista Free lance
Produzione Videofotoservizi
Infoline:3383322917