Intervista a Gennaro Vitrone: "Stravagando attraverso la mia musica"

intervista  di Salvatore Esposito


Caserta 8 giugno 2003 - Gennaro Vitrone ci ospita a casa sua, uno "stravagante" attico poco fuori dal centro di Caserta. Cogliamo l'occasione per porgli qualche domanda sul suo nuovo lavoro discografico, Stravagando, un disco che si pone in linea con il precedente Dapprincipio, ma ne sviluppa i tratti cantautorali affinandoli e scolpendo nelle varie traccie una sua precisa identità dove affiorano, seppur magistralmente tenute a freno, le tutte le sue esperienze musicali da quelle Hard Rock dei TRB al country-blues dei Nafta.

Dopo anni di rock sei tornato alle radici della musica cantautorale italiana, come è nata questa tua esigenza di cambiamento?
E' nata senza dubbio dal desiderio di reinventarmi e di cambiare quello che fino a qualche anno prima avevo proposto. Non ti nascondo che togliermi di dosso il cliché di rockettaro sia stato abbastanza duro. E' nata così l'esigenza di scrivere in italiano e comunque di scrivere materiale che avesse un senso, ossia dei testi accessibili. Un altro elemento che ha caratterizzato il mio cambiamento è stata la ricerca della melodia, che reputo fondamentale in assoluto.

Parliamo della realizzazione del disco e del tuo rapporto con i vari session man che ti anno affiancato in questo lavoro...
L'idea del disco è stata concepita un annetto fa, sviluppando l'idea di Dapprincipio che nel suo piccolo ha avuto un bel successo, superando le mille copie solamente con il passaparola e durante i concerti. Non lo abbiamo distribuito perché sentivamo di avere altri assi nella manica, abbiamo voluto così crescere. Senza dubbio mi hanno dato una grande mano Maurizio Castellano, Pasquale Maltempo, tastierista di Alessio Bonomo, che è secondo me uno dei cantautori più originali e creativi che ci sono in questo momento in Italia, poi Ferdinando Ghidelli, grandissimo jazzista e conoscitore di tutta la musica in generale, e altri musicisti che si sono aggiunti secondo le esigenze. Abbiamo fatto un lavoro a ritroso, infatti su testi come Stravagando e Tempi Moderni, siamo partiti dalla parte poetica per raggiungere la forma canzone su altre tracce invece abbiamo lavorato sulla melodia prima e poi sul testo. Ci sono stati dei pezzi come Dell'Estate che si sono rivelati un connubio vincente tra melodia e testo, penso che questo sia il nostro estratto dall'album, nel caso dovessimo fare un video.

Quali sono le principali influenze che sono confluite in questo disco?
E' un discorso lungo, con Fernando Ghidelli sin dal momento in cui abbiamo lanciato un gruppo come in Nafta, fummo presi per pazzi perché venivamo dall'Hard Rock, e formammo una band in cui nel blues confluivano vari generi musicali della tradizione americana. Il jazz è stato quindi fondamentale nel nostro sviluppo così come lo fu il blues allora, esempi ne sono Tempi Moderni e Ti Parlerò di Lei. L'attitudine rock però non ci è mai passata, mi sento molto più rock io che certe band che MTV spaccia per tali, per me attitudine rock significa per me essere un po' randagi e pronti ad essere sempre con gli strumenti in mano per suonare, oggi si è perso tutto questo.

Stravagando rappresenta per te il secondo passo della tua carriera solista, come vivi questa tua nuova esperienza e come ti poni rispetto a Dapprincipio, per altro già un ottimo disco? 
Dapprincipio è la testimonianza di una fase embrionale del mio progetto solistico, il titolo Dapprincipio è estremamente eloquente. Nel disco ci sono tre, quattro pezzi che di sicuro rimarranno nel repertorio live e mi riferisco a Nuvole, Lontano Da Te ma anche a Mastice Maciste. Con Stravagando ho avuto la fortuna di poter lavorare con un gruppo di persone capaci ed attente alle tematiche della musica d'autore e tra l'altro gestori di una sala di registrazione, quindi la produzione e tutto quello che è seguito è stato senza dubbio entusiasmante. Ci siamo trovati a veder crescere questo lavoro man mano che lavoravamo su testi e registravamo. La soddisfazione è che ci sta ascoltando il disco lo sta acquistando.

Veniamo al disco la prima traccia Malena, sembra anche un omaggio al cinema non solo alla musica cantautorale italiana in cui il tema della prostituzione ricorre più volte basti pensare a Via Del Campo di Fabrizio De Andrè...
Il cinema è sicuramente una delle mie passioni, il film di Tornatore non è sicuramente il suo migliore ma mi è piaciuta oltre alla bellezza di Monica Bellucci, l'atmosfera che ha saputo ricreare attraverso le sue immagini. Un altro pezzo che richiama temi cinematografici è Tempi Moderni che tra l'altro è uno dei film più belli di Charlie Chaplin. Tornando a Malena, il tema che ho sviluppato in questa canzone, quello della prostituta e del contesto sociale dove si muove, è come hai già detto già stato trattato da altri autori importanti come Fabrizio De Andrè, per tanto io non voglio proporre niente di nuovo, ma solo sottolineare forse in modo più leggero e meno problematico alcuni aspetti di questo problema, come il contesto sociale.

Hai parlato di Tempi Moderni, questa canzone ha un testo difficile, a tratti duro, è una canzone contro la società moderna, questo è un tema secondo me più congeniale ad autori militanti come Guccini che ad un cantautore come te, come sei riuscito a mescolare la tua musica ad un testo così spigoloso?
Penso che l'esperienza che si acquisisce con il tempo sia fondamentale, anche parlando dell'amore parlo per esperienze fatte o per quello che sento dire dagli amici e da chi mi è vicino. Per quanto riguarda il sociale, questa canzone è una sorta di cronaca di quello che vediamo in televisione, che è a dir poco discutibile, senza dubbio voglio far emergere la prassi attuale che vige nei talk show dove mettono in piazza personaggi e problemi molto discutibili. Tempi Moderni è quello che la televisione ci fa vedere e chi ci propina giorno per giorno.


Parlando di Tempi Moderni, la tua scrittura mi ricorda certe tematiche noir di Capossela o dei Quintorigo che si rifanno direttamente a Tom Waits che a sua volta a mutuato questo genere di scrittura da Charles Bukowsky, ti poni nella stessa linea o cerchi di sfruttare contatti con la realtà?
Sicuramente mi rifaccio alla realtà, mi rifaccio spesso ai luoghi un esempio è Milano D'Inverno che è nata proprio da una sensazione di angoscia che mi prendeva allorquando mi fermavo a Milano per raggiungere poi a Como mia moglie. Sentivo il bisogno di scrivere, che poi sia riuscito a sposare le musiche con questo tema, è stata solo una combinazione, perché è nata da un intuizione. Non ho nessuna ambizione di somigliare a Capossela, anzi ho sempre cercato di mantenere una mia idea precisa, cioè essere magari un cantautore onesto, non un mostro di bravura, ma solo me stesso.


Veniamo alla title-track Stravagando è originalissima nella sua atmosfera e nel suo sound, la sua ritmica travolgente nasconde una potente invettiva contro i potenti del mondo…
Il testo parte proprio da questo dall'idea di un pranzo informale, preparato dalle mogli dei potenti, e in questo contesto loro decidono le sorti di migliaia di vite umane. Il trattare un tema del genere in modo goliardico, forse anche cinico, ha dato una particolare forza al brano che sono sicuro piacerà molto a chi ci ascolterà dal vivo.

 

Per quanto riguarda gl'altri due assi portanti del tuo disco la poesia e il romanticismo, un esempio ne è il gioiellino acustico Na Stella…
Na Stella, è un pezzo nato quasi per caso, una poesia che ho sviluppato su una musica che mi aveva proposto Maurizio Castellano il bassita della band, si riferisce alla perdita di mio padre, è un tema per me doloroso, è qualcosa di molto intimo, in questa canzone ho esternato i miei sentimenti di riscoperta della sua figura dopo la sua morte.

 

Ne "Il perfetto Cantautore", ricalchi per certi versi le tematiche sviluppate anche da Guccini ne "L'avvelenata", parlaci di questa canzone…
E' la canzone di cui posso parlarti di meno, perché l'ha scritta Maurizio, per quanto riguarda il testo lo sento profondamente mio, cioè mal sopporto i cantautori di maniera, quelli che si danno un tono, quelli radical chic, e ti assicuro che in questo mondo ce ne sono parecchi.

 

Se mi concedi vorrei farti una domanda cattiva, Felice "Here" è secondo me il pezzo più debole del tuo disco, una canzone dalla ritmica e dal sound che sanno di deja-vù , nulla in contrario, tu hai scritto grandi cose, questa canzone suona falsa e soprattutto priva del tuo classico mood, come mai?
Herè è una delle canzoni più vecchie che ho scritto, l'avevamo pronta già da tempo, è un pezzo di contenimento dell'album, è un pezzo scontato forse, ma con l'arrangiamento abbiamo cercato di portarlo in alto, c'è un grande lavoro al Sax di Gianni D'Argenzio. Credo che comunque risenta del fatto che è un po' vecchio, da ascoltatore smaliziato, sento che questo è un buon pezzo di contenimento e comunque è una mia considerazione soggettiva.

Cammariere ha riportato il jazz nella musica cantautorale, il tuo obbiettivo sembra essere cristallizzarlo nel pop?
Sergio Cammariere non ha fatto nulla di speciale ha riproposto standard jazz con ottime parole, è encomiabile che lui sia arrivato al successo e questo fa bene a tutti, ma io non ho di queste pretese ho un impatto diverso con la musica, per me è un fatto istintivo e viscerale, tutto nasce da intuizioni che poi siano anche altri a saperele cogliere come chi collabora con me, è secondo me questo che conta. Tornando a Cammariere, prima di parlare della sua musica bisognerebbe tornare nei locali di Napoli negl'anni cinquanta dove si suonava jazz di alto livello o a esperienze più recenti come quelle di Gino Paoli o Paolo Conte, che hanno riproposto questi temi, Cammariere non ha fatto altro che cavalcare questa onda.

Come suonerà questo disco dal vivo? Manterrai invariati gli arrangiamenti o li stravolgerai dal vivo?
Già li stiamo stravolgendo perché è impossibile mantenere gli stessi arrangiamenti anche dal vivo, mi ispiro molto alle esperienze che ho fatto con i live di Capossela, in cui ogni sera c'è qualcosa di nuovo e di diverso, nel nostro piccolo vogliamo fare qualcosa di simile.

Quanto ti ha influenzato il Caserta Sound, ed intendo quello ad esempio degli Avion Travel….
Bisogna fare una differenza innanzi tutto tra Napoli e Caserta, spesso veniamo considerati un quartiere satellite di Napoli. Mi sento legato agli Avion Travel, a Ziccardi, che ha scritto canzoni anche per Mina, ma oggi come oggi non più come lo ero agli inizi, all'epoca mi sentivo loro fan, ho cercato di assorbire tutto all'epoca ma ripeto oggi non mi sento legato più di tanto.

Ieri: Gennaro Vitrone, in vesti da rocker durante un concerto con i TRB

 

Oggi: Gennaro Vitrone e la sua band

un immagine tratta dal booklet del disco "Stravagando"





 
 

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