9 Maggio 2003 Caserta - Siamo nel camerino di
Franco Califano al Comunale e il cantautore romano gentilmente
si concede al microfono di Casertamusica.com per un
intervista.
Come mai questo concerto fuori quasi
fuori programma a Caserta? E' un concerto che io faccio
grazie all'intervento dell' Avvocato Caterino e dell'Onorevole
Cosentino.
Si sente parlare di un tuo prossimo disco
in uscita, cosa mi racconti a riguardo? Non stiamo
incidendo, per adesso sto scrivendo delle canzoni in
collaborazione con alcuni amici e collaboratori.
Chi
ti sta aiutando a scrivere le canzoni? Prima di tutto
c'è Lucio Dalla, che non è che mi sta aiutando, sono io che
sto aiutando lui in questo momento, poi i Tiromancino e altri
collaboratori che mi stanno dando una mano.
Cosa ti
ha spinto a scrivere un nuovo disco? La cosa che mi ha
spinto ad incidere un nuovo disco è che in giro ci sono troppi
cantautori mediocri, soprattutto da quando ho sentito un disco
inciso da uno che è un bravissimo ragazzo dal titolo "7000
caffè" (e fa il segno come se il 7000 caffè gli fossero
restati sullo stomaco). Sarà un lavoro molto bello, ci sto
lavorando moltissimo insieme ai vari
collaboratori.
Hai un modo speciale di fare
spettacolo, per certi versi mi ricorda quello di Gaber, mi
riferisco al fatto di mescolare canzoni a monologhi, ti ha
influenzato il suo modo di fare musica? E quanto ha influito
l'esperienza al fianco di Fiorello che ti ha rilanciato sul
versante monologhi? Con Fiorello ho un rapporto di
amicizia e stima reciproca, è stata un esperienza molto bella
lavorare con lui. Di Giorgio Gaber so poco o nulla, non ho
avuto la possibilità di conoscerlo di persona, ne conosco il
suo repertorio musicale ne quello teatrale, perché frequento
poco i teatri.
Cosa pensa del recente successo di De
Gregori? Francesco De Gregori è un grandissimo, è uno
dei miei cantautori prediletti.
Oggi si parla di
cantautori dimenticati come Luigi Tenco, Piero Ciampi e Bruno
Martino, con quest'ultimo hai scritto pagine bellissime della
musica italiana, che ricordo hai? Con Bruno Martino ho
scritto "E la chiamano estate" che forse è l'unica canzone
italiana ad essere suonata nel mondo, soprattutto nei posti
che contano, sarebbero le cantine dove si suonava il jazz
nell'America vera.
Oltre al nuovo cd hai una parte
anche nella Tosca, parlaci di questa tua nuova
esperienza? Ci stiamo ancora lavorando intorno e il mio
ruolo deve essere ancora definito.
Un ultima
domanda: il tuo libro "Il cuore nel sesso" è stato un best
seller spacca classifiche, come procede
quest'esperienza? Sta andando molto bene, anzi adesso è
in ristampa. Ora ti lascio perché tra un po' si va sul
palco.
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Franco Califano in un foto
recente
Califano al
Comunale
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