Personale del maestro Raffaele Pisano

fino al 20 Dicembre 2003

di Natascia Maesi


Si è inaugurato inaugurato il 12 dicembre, con il patrocinio della Provincia di Caserta e presso il Circolo Nazionale, la personale del maestro Raffaele Pisano. In esposizione, fino al 20 dicembre, parte della produzione artistica di ieri e di oggi, sopravvivenza di un passato di “comunicazioni artistiche” ed esordio di un presente fatto di “composizioni in blu”. Questa volta, l’artista pur restando fedele ai suoi oggetti (l’anfora, il violino, il frutto, il bicchiere) che torna nuovamente a dipingere con ostinata dolcezza, nello spazio e quasi sempre in prospettiva come allacciati l’uno all’altro, traccia, nel modo di rappresentarli e consapevolmente, una linea di demarcazione tra sé e l’altro di sé: la sua grande sensibilità naturalistica e il suo bisogno di romanticismo. Riprende i motivi che gli sono cari: i paesaggi, le cose di casa… ma rivestendoli di una luce diversa, li colora di un blu intenso, vorace. Un blu che egli definisce semplicemente meraviglioso “il colore più bello e significativo, capace di accordarsi al soggetto e di mostrarsi, romantico e triste”. Che gli restituisce la dimensione più intima e profonda della sua umanità. Assistiamo come ad un ripiegamento, come alla riappropriazione di un tempo perduto, il tempo perduto dell’infanzia e della irrazionalità. La produzione più recente, che egli chiama delle “composizioni in blu”, vive infatti, molto più nel tempo che nello spazio. Al contrario, nella serie di tele che rimandano all’idea di un’ininterrotta “comunicazione artistica” tra musica, arte e natura è lo spazio, il luogo della razionalità, della compresenza, della condivisione, della coerenza; è la spazialità soprattutto, ad essere vissuta nelle sue molteplici dimensioni e consumata poi nell’estrema distanza tra l’oggetto messo in rilievo e l’oggetto lasciato sullo sfondo. La scelta dei lavori da esporre ci suggerisce anche il modo di interpretarla. Due momenti ben distinti della produzione artistica del maestro, esibiti insieme. Forse, il tentativo di cogliersi dall’interno che sfocia nel ritrovarsi “figli”, figli della propria madre, di Dio o della coscienza collettiva, è all’origine della scelta singolare del Pisano di ospitare all’interno della propria mostra, i lavori della figlia Anna la cui produzione contiene e suggerisce molto più di quanto riesca ad esprimere. La sua, infatti, è una pittura “senza oggetto”– in ciò la distanza maggiora col padre- nutrita d’impressioni. L’imperativo è andare alle cose, per farle parlare di sé, piuttosto che parlare delle cose. Il che vuol dire rifiuto delle formalizzazioni logiche, strane alchimie di colori, nessun limite preconcetto o chiusura stilistica. Così che la libertà qualche volta diventa licenza, capriccio, beffa… E allora, ancora una seconda volta, il sé e l’altro di sé non sono soltanto due aspetti della personalità dell’artista, due dimensioni della realtà (spazio e tempo) ma il maestro e sua figlia, insieme, con due produzioni apparentemente in antitesi ma a confronto. Segno di un incontro avvenuto, nell’idea di un tempo comune, che è il tempo dei giochi con i colori. 

Composizione in Blu 2002

Intonaco su tela

acrilico cm 100x100

Volo

 

 

 

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