Tempi Anni Deserti

Dal 20 Giugno al 30 luglio 2002 personale di Mafonso al Museo d’Arte Contemporanea di Gibellina (TP)

Comunicato Stampa


Mafonso: Tempi Anni Deserti

Luogo: Fondazione Orestiadi, Baglio Di Stefano, Museo D'Arte Contemporanea.

Data: Dal 20 Giugno al 30 luglio 2002

Curata da Francesco Gallo, autore del testo di presentazione in catalogo, edito da Prearo, contenente tutte le opere esposte, un vasto regesto critico, una selezione antologica di tutto il suo lavoro degli anni novanta, la mostra di Mafonso intitolata Tempi Anni Deserti, si caratterizza per il suo ampio registro espressivo, che prende a pretesto la contaminazione disciplinare dei linguaggi artistici, per elevare il suo segno in una forte, materializzazione di una gestualità complessa e articolata, ad una simbologia che ha un cuore antico, ma è proiettata nelle sterminate temporalità del futuro, ipotizzando forme e colori dell'invisibile, dell'impossibile.

I capitoli della mostra prevedono l'esposizione di dieci libri fatti a mano a copia unica, disposti in linea orizzontale e tutti con una data futura (24180 - 25168 - 26510 - 27500 - 27600 - 27650 - 28000) quasi una scommessa sulla tenuta antropologica del nostro linguaggio, mentre tutto potrebbe farci temere la totale scomparsa di noi e delle nostre cose.

Mafonso pensa e realizza le sue opere come una polizza assicurativa contro la nostra morte totale.

Ci sono fra quaranta piccole tele, cm. 35 x 25 (ognuna delle quali porta anche una data futura) a formare un mega schermo di piccoli impulsi, componenti autonomi ma fondamentali della complessità. E ancora, trenta opere su carta pergamena, cm. 51 x 71 una data e un'immagine da mass media del 2000, che s'imperniano ad un polittico di cinque tele al cui centro sta una di cm. 250 x 160 che tutte le sostiene: quadro chiave di tutta la mostra.

Francesco Gallo, già curatore di Racconti Simbad Lune (con catalogo Electa, del 1989) analizza puntualmente questo decennio dell'opera di Mafonso, rilevando tutte le analogie che lo legano al nomadismo della stirpe campana e tutta la peculiarità che ne fanno un solitario, un attento indagatore e partecipatore del proprio tempo, un originale.

 

MAFONSO

Scheda biografica

Nasce a Frattaminore (NA) nel 1948.

Autodidatta inizia l’attività artistica nei primi anni 70 (72/74) vivendo tra la Svizzera (Altdorf) e l’Italia (Roma-Milano). Sono gli anni in cui realizza una serie di lavori (quadri) dove fondamentale è il recupero del manufatto artistico attraverso l’utilizzo del pennello e colori mediante una pittura di taglio istintivista-lirico-primitivista (ciclo di opere dal titolo "Alla maniera degli altri") secondo un’ideologia di estetica post-moderna. Si riferisce a Leonardo quando afferma che la Pittura è COSA MENTALE e guarda a Picasso, de Chirico, Campigli e Mondrian (prima maniera).

Fine anni 70 (77/78) a Roma è tra i fondatori del gruppo COSA MENTALE presentato alla galleria romana Agenzia Arte Moderna di via Del Vantaggio da Maurizio Fagiolo dell’Arco. Nel ’79 si trasferisce definitivamente nell’Urbe dove frequenta gli artisti della cosiddetta Pop-Italiana (Festa-Angeli-Schifano) con i quali stabilisce oltre che un rapporto di amicizia (in particolare con Tano Festa) anche uno stimolante "confronto" intellettuale. Sono gli anni dei cicli: La Dea Racconto, Le Grandi Strade Piene, I racconti Solari, Le Prime Nevi del dopo 2000. Dal 1985 è a Caserta dove lavora ai cicli: Simbad, KraKatoa e Le Lune di Arqa. Nell’88/89, a Parigi, lavora al ciclo di opere Make-Make e realizza il libro dal medesimo titolo, per le edizioni New Art International, presentato dall’editore al Centro Pompidou. Seguono i cicli: Tribù in Esodo (92/93), Contano solo i Cieli (93/94), Nevicate Acide (95), Vanno Tutti verso il Nulla (97/98) e Deserti (95/2002). Ha esposto, con personali, nelle maggiori città e capitali europee: Roma, Milano, Parigi, Basilea, Londra, Napoli, Barcellona. Nel dicembre 2001, su invito della Città di Caserta, realizza ed istalla al centro della monumentale piazza Carlo III antistante la Reggia Vanvitelliana l’opera PLUS ULTRA ( m. 15x18x18 ) quale "indice" di riflessione ma anche di reazione dell’ARTISTA all’emotiva incertezza e senso di "paura inconscia" che hanno attanagliato l’umanità a seguito degli attentati in USA dell’11 settembre 2001. (30 dicembre 2001-15 febbraio 2002). Coerente con l’idea mentale del fare pittura ha sempre proceduto attraverso cicli di progetti estetici in cui l’opera resta, comunque e soprattutto, cifra aurea del mondo attraverso cui si realizza l’epifania dell’immagine. Nell’81, in un’intervista, alla domanda se si considerasse un post-moderno rispondeva:

" Postmoderno sarai Tu; Io sono Mafonso "

Baglio di Stefano – Museo d’Arte Contemporanea – 91024 Gibellina (TP) – tel. 0924.67844 e-mail: orestinf@tin.it

 

 

 

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