Milano, 19 febbraio 2002. "Non si campa con le note blu"
cantava Paolo Conte in una delle sue sublimi canzoni. Se poi a dar una
mano a questo infausto trend sono i luoghi deputati a divulgare la musica
afro americana, arte tra le più importanti espressioni del '900, tutto è
più doloroso.
Abbattuto il Capolinea, Le Scimmie è ora un posto rumoroso e un pò
decaduto, La Salumeria della Musica tenta di raccoglierne l'eredità.
Credo che il nome sia veramente fuori luogo (solo perchè all'interno puoi
mangiare qualche panino al prosciutto o mortadella?), il locale si
presenta molto arrangiato nell'arredo, un marchio/logo amatoriale e la
strumentazione e il palco non eccezionali, prevedono difficile il compito.
Tutto questo in una metropoli -che vuole il "look"- come Milano
nel 2002 e per rilanciare il jazz in una città che ne è stata crocevia
fondamentale nei decenni scorsi. Se questo scenario non cambierà in
meglio, l'avvocato di Asti, purtroppo, continuerà ad aver ragione per un
pò.
Ma tutto questo si dilegua quando poi sul palco ci sono i
"grandi". E sempre più questi non sono solo neri, non solo
americani ma addirittura di Caserta. E' il caso di Pietro Condorelli e
Quasimodo. La possibilità milanese gli viene data dalla celebrazione
della storica casa discografica RED che da 25 anni propone musica jazz. Il
chitarrista campano ha registrato il suo terzo album solista tre anni fa
per la RED, proprio Quasimodo, e qui a Milano, davanti ad un buon numero
di astanti, è stata una delle poche volte che ha avuto possibilità di
presentarlo nella formazione originale (e stellare) con Pietro Iodice alla
batteria, Pietro Ciancaglini al contrabasso, Francesco Nastro al gran
piano, Fabrizio Bosso alla tromba e flicorno guidati benissimo da un
gentlemen della chitarra quale mano-di-ferro-in-guanto-di-velluto
Condorelli. La gig segue l'altra un po noiosa e sfilacciata del trio di
Piero Bassini, e quando il quintetto comincia con un serrato ritmo a
sostegno di un moderno hard bop con frasi all'unisono tromba, chitarra,
pianoforte, La Salumeria si illumina di immenso. La scaletta è tutta
tratta dal CD Quasimodo e predilige le composizioni a più forte impatto
emozionale ( No Blues Ultras, Tribute to an unknown hero, Butterfly, Fat
Again, ecc.) su cui veramente le grandi capacità compositive e solistiche
di Condorelli insieme agli altri musicisti mettono dentro una grande
felicità, quella che tutti gli appassionati di musica riconoscono quando
arriva.
Il concerto si protrae per meno di due ore mettendo in evidenza l'organico
per la sua compattezza sonora: la chitarra è piena e con sonorità
originali; il piano è discreto e non si contrasta con la chitarra
mantenendo costante contatto con la ritmica; il basso ha cristalline e
giuste linee sonore; la tromba pur tradendo autorevoli influenze,
affascina e preannuncia una stella, Bosso, in esplosione. Dulcis in fundo
la batteria. Qualcuno ha detto che un gruppo suona tanto meglio quanto
meglio suona la sua batteria. Lo dimostra Iodice che è straordinario nel
tessere un tappeto ritmico mai invadente, sempre fantasioso e assolutamete
preciso.
Condorelli si conferma grande musicista, fine compositore e ottimo leader
anche perchè sa scegliere a chi accompagnarsi. In gruppo è da vedere, se
possibile, ma il Cd, Quasimodo, da collezionare assolutamente.
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fotografie di N. Di Caprio
© Casertamusica.com
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