Il musicista Giuseppe de
Trizio, tra i proprietari del
"Credo che una discussione a più voci ci possa aiutare nella
soluzione di questa annosa faccenda." ha detto alla nostra
redazione Giuseppe de Trizio "Tra l'altro, devo confessarlo,
personalmente nella mia formazione culturale, ancor prima di decidere per
la musica come mia scelta lavorativa, ho studiato la consulenza del
lavoro, conseguendo, a seguito degli esami di stato post-tirocinio,
l'abilitazione all'esercizio di questa professione. Il comunicato,
comunque, ha una paternità multipla ed io sono solo un divulgatore".
Questo articolo sarà apprezzato dai tanti
musicisti che hanno scritto a "Caserta Musica" per avere una
chiave per affrontare le nuove normative che, paradossalmente, stanno
rendendo enormemente problematiche le esibizioni musicali ai musicisti non
professionisti. Sarà bene che chiunque si occupi di musica, a qualsiasi
livello, legga con attenzione queste righe.
Appello
ai musicisti
Come ben sapete, in base alla convenzione
SIAE-ENPALS del 10/2000, tutti i funzionari SIAE sono abilitati da questo
momento a chiedere il certificato di agibilità e ad effettuare controlli
tramite i programmi compilati.
Questo significa per molti di noi diventare per forza di cose soci di
cooperative (con quel che ne consegue in fatto di costi di amministrazione
anche se uno non suona) per non incorrere in pesanti sanzioni.
Dopo aver consultato giuristi ed esperti in materia e dopo aver ampiamente
constatato l'illegittimità delle normative ENPALS che prevedono l'obbligo
del certificato di agibilità anche per chi suona occasionalmente (dl
708/1947), si è arrivati ad una conclusione semplice per aggirare il
problema.
Il concetto è quello di far figurare la prestazione artistica resa
gratuitamente.
Qualora invece l'organizzatore ( o il gestore) richiedesse la fattura,
allora questa va fatta sotto forma di "ricevuta di prestazione
occasionale" ma non di prestazione artistica o prove (queste
rientrerebbero nelle competenze dell'ENPALS) bensì come servizio di
genere vario (es. allestimento spettacolo, scrittura partiture, consulenza
musicale ecc...).
L'ENPALS può tuttavia contestare la mancanza del certificato di agibilità, il quale non rappresenta un'attestazione di
idoneità ad
esibirsi in pubblico, ma è il documento che il titolare dell'impresa usa
per il versamento dei contributi previdenziali.
Qualora la prestazione sia resa gratuitamente, l'ENPALS non può
ASSOLUTAMENTE pretendere che il musicista abbia obblighi fiscali di alcun
tipo.
Non esiste nessuna legge che impone di pagare tasse e contributi su
un reddito che non c'è.
Per questo motivo,nel caso in cui venga elevato un verbale (si parla di
multe per svariati milioni),si può ricorrere al Giudice di Pace (con
modica spesa) e chiedere l'annullamento del procedimento sia per
l'inesistenza di reddito percepito che per incostituzionalità della
legge.
In particolare vengono così violati gli articoli 4 e 21 della
Costituzione.
La seguente richiesta di intervento
amministrativo va inoltrata al Presidente del Parlamento Europeo
Nicole FONTAINE, rue Wiertz 60 B-1047 Bruxelles.
epbrussels@europarl.eu.int
AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO
Oggetto: Petizione nei confronti del Governo Italiano per
violazioni alle norme relative alla promozione delle attività
culturali,al diritto al lavoro ed alla libertà di espressione
riguardanti il settore della musica.
Io Sottoscritt_ ________________.di professione ____________.................
nat.. a__________ Stato____._..il_______
residente in________................
indirizzo______________________.CAP____..Stato_______di
cittadinanza italiana
C H I E D O
a questo Parlamento di pronunciarsi in merito all'atteggiamento del
Governo Italiano nei confronti della promozione della cultura
musicale,del diritto al lavoro e della libertà di espressione dei
singoli individui; diritti sanciti e tutelati in tutta Europa che
l'Italia di fatto non rispetta.
Le norme fiscali e burocratiche a cui è soggetta tutta l'attività
musicale,stanno causando una notevole perdita di posti di lavoro in
tutti i settori musicali,sono svantaggiati soprattutto quei
musicisti che lavorano in modo saltuario.
Le norme in questione riguardano soprattutto il regime fiscale,in
particolare le normative dell'ENPALS (Ente Nazionale Per
l'Assistenza Lavoratori dello Spettacolo).
Queste normative,contenute nel decreto legge 708 del 1947 (e
successive modificazioni),stanno mettendo in serio pericolo
l'attività
musicale in quanto pongono a carico del musicista una serie di
adempimenti fiscali e burocratici che non sono sostenibili
economicamente da chi vuole vivere facendo questo mestiere.
Analizzando l'operato dei vari governi degli ultimi anni si può
facilmente dedurre come questo settore sia stato dimenticato e
lasciato in balia di leggi obsolete e di difficile interpretazione
che di fatto impediscono il sereno e dignitoso svolgimento di questa
attività.
Adesso che l'Italia fa parte dell'Unione Europea ci si aspetterebbe
una politica in armonia con le direttive dell'Unione e invece
notiamo che il nostro Governo ed in particolare il Ministero del
Lavoro e delle Finanze continuano a praticare una politica fiscale
che va contro l'occupazione e che danneggia chi vuole lavorare.
Qui di seguito intendo illustrare i vari procedimenti burocratici a
cui è soggetta l'attività musicale in Italia.
A) Il decreto legge n.708/1947 prevede che chiunque
effettua un intrattenimento musicale pubblico deve essere in
possesso del "certificato di agibilità " ENPALS.
Per averlo,il musicista deve costituire società (srl,snc ecc..) in
modo da risultare impresa dello spettacolo e versare i contributi
previdenziali che poi verranno annotati sul libretto ENPALS
personale (N.B Il libretto personale non costituisce documento di
agibilità!).
Qualora non sussista il carattere della continuità dell'attività,l'ENPALS
obbliga comunque a richiedere l'agibilità temporanea anche per una
sola prestazione.
Va notato però che le sedi dell'ENPALS si trovano solo nel
capoluogo di regione,causando disagio con ulteriori spese di viaggi
e perdite di tempo a chi non vi risiede.
Da notare che l'agibilità non può essere concessa al singolo
musicista,in questo caso egli dovrebbe essere assunto direttamente
dal datore di lavoro.
Da qualche anno molti musicisti ricorrono anche alla costituzione di
cooperative in modo da figurare come attività commerciale e di
conseguenza godere di particolari trattamenti fiscali e
contributivi, tuttavia sono sorti dei dubbi da parte dei ministeri
competenti relativi in questo caso alla configurazione dell'attività
del musicista che notoriamente non è a carattere commerciale.
In sostanza le cooperative verrebbero considerate una soluzione di
comodo per pagare meno tasse.
Da questi fatti possiamo notare quanto siano confuse e
contraddittorie le norme in questione.
La legge,quindi, prevede che un musicista debba per forza far parte
di un organico fisso senza contare la possibilità di collaborare
con gruppi diversi magari costituiti in occasione di particolari
eventi musicali!
Considerato il fatto che vi sono numerosi musicisti che non
esercitano l'attività in modo abituale o che la esercitano con
organici vari,diventa impossibile per questi avere l'agibilità alle
condizioni di legge attuali.
Il decreto legge n.708 era stato varato nel 1947 per tutelare tutti
quei lavoratori dello spettacolo che all'epoca venivano direttamente
assunti dagli enti pubblici o dalla compagnie stabili,senza
considerare l'evoluzione che avrebbe avuto la musica popolare che
avrebbe favorito la nascita di gruppi musicali autonomi più
ristretti nonchè artisti singoli.
A mio avviso esiste in tutta la legge sull'ENPALS un grave vizio di
forma;vale a dire che non è contemplato il caso in cui un musicista
possa collaborare con diversi gruppi musicali in modo autonomo.
In questo caso,secondo l'ENPALS, egli dovrebbe far parte di più
società o appartenere ad una cooperativa per poter versare i
contributi per le sue prestazioni, assurdità questa che non esiste
in nessun paese al mondo!
Tengo a precisare che comunque l'appartenere ad una società o ad
una cooperativa comporta dei costi di amministrazione che
normalmente non possono essere sostenuti da chi fa poche
prestazioni;bisogna tenere conto anche del fatto che l'attività del
musicista non è da considerare abituale.
Tali norme valgono anche nel caso in cui dei musicisti si ritrovino
in un locale pubblico per esibirsi in una jam session senza ricevere
alcun compenso oppure in modo occasionale tra amici.
L'ENPALS infatti stabilisce che il certificato di agibilità deve
essere richiesto anche nel caso di gratuità di prestazione d'opera.
Quindi, se per esempio io mi trovo in locale ed ho il mio strumento
dentro la macchina,non posso in teoria nemmeno dilettarmi a suonare
qualcosa per i miei amici perchè questo è paradossalmente contro
la legge!
Viene così violato,a mio avviso, il diritto fondamentale alla
libertà di espressione dell'individuo sancito dalla Costituzione
Italiana (art.21).
La musica esiste in quanto ha la funzione di comunicare un certo
tipo di messaggio all'interlocutore che lo recepisce (come del resto
avviene con la letteratura,la pittura ecc....),come può il
legislatore negare questa libertà di espressione?
In tutto il mondo non esistono normative del genere e tanto meno in
Europa dove non sussistono tali impedimenti;inoltre i musicisti sono
considerati a tutti gli effetti dei liberi professionisti che
versano i contributi in modo autonomo come fanno tutte le altre
categorie professionali e possono collaborare con chiunque.
Questo in virtù del fatto che l'attività del musicista non è a
carattere commerciale ma a carattere atipico intermittente,vale a
dire che il musicista può esercitare la professione sia in modo
autonomo che subordinato (quando egli per esempio viene assunto da
enti o compagnie che sono imprese di fatto).
B) Il carico fiscale al quale sono soggetti i lavoratori
dello spettacolo è diventato insostenibile.
Consideriamo l'ipotesi che il musicista sia in condizioni di pagare
in modo autonomo tasee e contributi previdenziali,se si ipotizza una
prestazione retribuita 100.000 Lire (51,65 euro),le imposte
che vi gravano sono in linea di massima così ripartite:
-Contributo ENPALS 32,70%
-Ritenuta d'acconto IRPEF 20%
-Iva 20% (art. 1 e 5 del Dpr n.633/72)
Vale a dire che su 100.000 Lire vengono pagate Lire 72.700
(37,55 euro) di imposte per un utile netto di Lire 27.300
(14,62 euro),alle quali vanno aggiunte l'IRAP e tutte le spese
di contabilità.
Per poter sopravvivere un musicista dovrebbe in teoria richiedere
compensi ben più elevati,ma di fatto questo significherebbe
smettere di suonare nella maggior parte dei locali i quali non
potrebbero sostenere costi così alti.
A fare musica saranno solamente quelle associazioni economicamente
potenti mentre tutti gli altri soggetti privati saranno tagliati
fuori.
Oggi,se si dovesse applicare la legge,sarebbe impossibile andare a
suonare nei locali dove notoriamente le paghe sono modeste poichè
vi è un bilancio già gravato da tasse esose che non permette ai
gestori di aumentare le paghe dei gruppi musicali.
Come fanno oggi i musicisti ad essere in regola con leggi del genere
che poi di fatto tutelano indirettamente chi lavora in nero?
Il Governo Italiano non favorisce nè la promozione nè lo sviluppo
della cultura e questo contrasta apertamente con l'art.9 della
Costituzione.
Inoltre viene leso in questo modo il principio del diritto al lavoro
sancito dall'art.4.
.
Inoltrando la seguente petizione,io chiedo che il Parlamento
Europeo si pronunci in tal senso:
1) Illegittimità del certificato di agibilità ENPALS e sua
abolizione.
Il musicista pagherà i contributi previdenziali in modo autonomo
senza l'obbligo di costituire società o cooperative.
Le norme attuali non consentono l'attività musicale singola e di
gruppo in armonia con le leggi vigenti in Italia.
2) Riduzione delle aliquote fiscali e previdenziali.
L'attività del musicista deve essere considerata a carattere
atipico e intermittente,di conseguenza non soggetta a regimi fiscali
tipici delle attività a carattere continuativo.
Con il carico fiscale attuale non si favorisce nè l'occupazione del
settore nè la promozione della cultura musicale.
Per il diritto al lavoro,per la promozione e la diffusione della
cultura,per la libertà di espressione
C H I E D O
l'intervento del Parlamento Europeo affinchè si pronunci contro
il Governo Italiano per le motivazioni sopra esposte.
In fede.
______lì______.. Il Sottoscritto |
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