L’idea di scrivere questo
articolo per Caserta Musica mi è venuta quando mi sono trovato da solo in
“saletta” con la mia chitarra e, nell’intento di trovare un buon
riff per una nuova canzone dei Deigo, la schiena mi ha fatto gentilmente
notare che era il caso di fare una pausa.
Appoggio la chitarra, uno
sguardo agli strumenti ed ecco che la mente comincia a fantasticare:
grandi palchi, tanto pubblico, tante canzoni ed un CD.
Un CD? Ma come, l’intera
industria discografica è in crisi e io penso al CD!!!
I giornali parlano di una
flessione sulle vendite molto preoccupante. E’ possibile che la gente si
sia stufata di ascoltare musica ? No non credo, è più realistico
accettare che i tempi sono davvero cambiati. Internet, gli mp3, i
masterizzatori, i DVD, MTV e da noi anche i marocchini hanno cambiato il
modo di ascoltare musica.
Ho provato a pensare ai
motivi che spingono a comprare un disco e la verità è che ho trovato
soltanto quelli che mi spingono a non comprarlo.
Tanto per cominciare c’è
carenza di contenuti; non si può pensare di vendere un CD se si lavoro
soltanto ad un paio di brani di successo. Prima un disco veniva concepito
come un opera, un racconto, un’istantanea sul particolare periodo
artistico di un musicista. Si lavorava per produrre almeno una decina di
brani buoni. Oggi sembra che l’imperativo sia fare qualche singolo e
riempire il resto del lavoro.
A questo punto tutt’al
più compro il singolo che costa un terzo del disco e contiene anche un
paio di altri brani (spesso un paio di remix!!). Già, non è una buona
idea neanche questa!
Un altro motivo che mi
spingerebbe a non comprare un CD è l’abuso di musica virtuale. Si
lavora al personaggio ad una melodia orecchiabile e poi qualche cervellone
fa il resto, magari facendo largo uso di tecnologia per ottenere un buon
TUNZ TUNZ che suoni bene in radio. L’arte che fine ha fatto?
Non posso non pensare
inoltre al CD come ad una tecnologia superata. I 44,1 kHz messi a
disposizione dal supporto CD non sono più sufficienti a contenere
informazioni registrate a frequenze di campionamento più elevate
ottenibili già registrando con un semplice PC. Usare inoltre due soli
canali per un effetto stereo quando ormai il cinema ha abituato già da
anni le nostre orecchie a percepire effetti multicanale usati dai sistemi
Dolby Surround, DTS, e dal più recente Dolby Digital, è anacronistico.
Se comunque dovessi
superare tutti questi tentennamenti mi bloccherebbe, probabilmente, il
prezzo. Il discorso sull’iva lo conosciamo bene, ma se i musicisti
guadagnano poche lire a copia (eccezione fatta per i “grandi”) e i
supporti costano poche lire dove vanno a finire quei soldi? Registrare
costa? E quando si affermerà il DVD e sarà possibile usare i vari
formati multicanale quanto costerà un disco?
Capisco ora perché
scarichiamo da Internet i brani che più ci piacciono senza sorbirci tutto
il CD.
C’è poco da fare,
bisogna pensare a qualcosa di nuovo, altrimenti le nostre fatiche, ammesso
che siano valide, rischiano di essere buttate in un CD che non potremo far
ascoltare a nessuno.
Che possiamo fare? Io mi
sono seduto ho ripreso la chitarra e ho continuato cercare il riff!
Peppe Imperiale -
chitarrista dei DEIGO |