SAREBBE FIN TROPPO FACILE...
Una
doverosa introduzione: Nella parte dedicata all’analisi del brano di
turno, quasi sempre ho difficoltà nel tradurre letteralmente il testo, in
quanto 1): essendo la lingua Blues un estratto di linguaggi misti a
dialetti e reinterpretazioni dall’ inglese (americano) che a volte
trovano anche imprecisioni nella pronunzia dovute alla diversa
conformazione anatomica dell’ apparato vocale tra bianchi e neri. 2): Il
gergo Blues è nato servendosi di frasi sottintese tali che il bianco non
dovesse capire: sesso, storie di tutti i giorni, voglia di libertà,
imprecazioni verso il padrone e a volte anche riti magici importati dall’
Africa. Quindi la cosa migliore è quella di dare una traduzione globale
del testo tanto per afferrarne il senso (provate a cantare in italiano un
brano blues ritradotto), e, credetemi anche così non è impresa facile,
anche perché, per esempio, a volte la voce verbale “was” diventa vus
o wuz, o l’ articolo “the” si ritrova spesso in de, dee o deh. Un’
esempio: “Oy’ee Oy’ee, Some t’stoo en some’t fry, En some’t
make the oystuh pie.”
(da “Ballad of the Boll Weevill” Texas.1909.)
WILLIE DIXON: il gigante buono del blues
Grande. Anzi immenso. Dixon ha infatti scritto un numero davvero
infinito di classici immortali della musica nera: "Hoochie Coochie
Man", "I'm Ready" e "I JustWant To Make Love To You"
portate al successo dal grande Muddy, "Evil", "Spoonful",
"I Ain't Superstitious", "Little Red Rooster" e
"Back Door Man" per Howlin' Wolf, "My Babe" per Little
Walter e "Bring It On Home" per Rice Miller, più noto come
Sonny Boy Williamson. Molti dei suoi brani sono entrati nel repertorio dei
gruppi di rock blues come i Cream ("Spoonful"), i Led Zeppelin
("I Can't Quit You Baby" e "You Shook Me") o i Doors
("Back Door Man") che sono solo alcune tra e innumerevoli band
di giovani bianchi che hanno fatto propri i suoi pezzi rendendoli popolari
anche al grande pubblico. Willie Dixon nasce nel cuore del Delta, a
Vicksburg, Mississippì, l'1 luglio 1915. Dalla madre Daisey, che scrive e
recita poesie di ispirazione religiosa, impara fin da piccolo ad avere a
che fare con le rime e la metrica. Il primo incontro con il blues avviene
quando ha sette anni, segue lungo le polverose strade della sua cittadina
un camion sul quale si esibisce un gruppo con il pianista Little Brother
Montgomery. Sarà proprio quest'ultimo a influenzarlo nei suoi primi
approcci alla musica del diavolo: come molti altri bluesman della sua
generazione, infatti, Montgomery di giorno frequentava le funzioni in
chiesa e di notte si scatenava nei più torridi bordelli. Dixon,
andandosene da casa, si caccia presto nei guai con la legge, ma prima di
dedicarsi a tempo pieno alla musica tenta la carriera pugilistica
sfruttando il suo potentissimo fisico, (si dice che abbia anche incrociato
i guantoni con il grande Joe Louis). Nonostante inizi così promettenti,
però, la sua carriera da professionista del ring dura solo il tempo di
quattro combattimenti: una rissa con il suo manager e un'inchiesta
disciplinare pongono bruscamente fine alla sua vicenda nella boxe. Il
grosso Willie torna così a interessarsi alla musica. Nel '39 inizia a
suonare il contrabbasso e con il chitarrista-pianista Leonard "Baby
Doo" Caston forma i Five Breeze, un gruppo Jive con cui si esibisce
tra Maxwell Street e il Southside di Chicago, arrivando a registrare
qualche brano per la Bluebird nel '40. Nel '41 un'altra grana: Dixon si
dichiara obiettore di coscienza e viene arrestato per renitenza alla leva.
Una volta liberato Dixon forma invece i Four Jumps Of Jive, che si
esibiscono nei club della Windy City e ottengono un contratto dalla
Mercury nel '45. Quello stesso anno Caston torna a Chicago e i due vecchi
amici si ritrovano, decidendo di formare il Big Three Trio con l'aggiunta
del chitarrista Bernardo Dennis, che viene poi rimpiazzato
dall'eccezionale sei corde di Ollie Crawford. Arrivano presto il contratto
con la Bullet e nel '47 con la Columbia. Il sodalizio dura fino al '52,
ottenendo un buon successo soprattutto tra il pubblico più sofisticato.
Intanto Dixon perfeziona il suono del suo contrabbasso al fianco di
Memphis Slim e Sonny Boy Williamson, addestrandosi anche nella
composizione. Via via trova la formula vincente che non abbandonerà più:
riff insistenti che contribuiscono a sottolineare le sue rime semplici ma
evocative. E' con questa ricetta che contribuisce a dare una forma più
urbana al blues di chiare origini rurali che imperversa ancora nella
Città del vento. Nel frattempo la sua popolarità nell'ambiente cresce,
anche per merito delle travolgenti “Jam Session” con Muddy Waters e
altri bluesman che il buon Willie ingaggia sui palchi della South Side.
Una notte a El Mocambo sono presenti i fratelli di origine polacca Phil e
Leonard Chess, proprietari del club e neofondatori della Chess Records.
Gli offrono un lavoro per l'etichetta nel '48 e Dixon accetta. Così, dopo
lo scioglimento del Big Three Trio passa alla Chess come dipendente
full-time. Scrive alcuni brani per Eddie Boyd e ne realizza altri sotto il
suo nome nel'53. La sua fama nell'ambiente blues esplode l'anno dopo,
quando Muddy Waters incide "Hoochie Coochie Man", Howlin' Wolf
registra "Evil" e Little Walter mette su nastro "Mellow
Down Easy". Dixon lavora anche come session man, suonando il basso
nelle incisioni Chess di gente come Muddy Waters, Chuck Berry, Bo Diddley,
Little Walter, Jimmy Witherspoon, solo per citarne alcuni. Lavora anche
come talent scout, arrangiatore e produttore, ma è per il suo talento
compositivo che viene maggiormente richiesto, a causa anche della sua
abilità di tagliare i suoi brani sull'interprete al quale sono destinati,
come dimostrano le composizioni personalizzate che affida alla voce
concentrata di Eddie Boyd, a quella cruda di Little Walter, stentorea di
Muddy Waters o elegante di Willie Mabon. Dixon intraprende anche una
carriera solista che non gli dà però le stesse soddisfazioni del suo
lavoro come compositore, session man e organizzatore. Nel '57 passa alla
Cobra e nei due anni di esistenza dell'etichetta lavora con Magic Sam,
Otis Rush e Buddy Guy, i tre chitarristi che danno vita al West Side Sound
di Chicago tra la fine degli anni Cinquanta e i Sessanta. Chiusa la Cobra,
Dixon torna alla Chess dove resta per la maggior parte dei Sixties. In
questo periodo si esibisce anche nell'American Folk Blues Festival in
Europa e forma le Chicago Blues All Stars, il suo gruppo aperto che lo
accompagna in tour e in studio di registrazione. Non tralascia nemmeno il
suo primo amore, il gospel, collaborando tra gli altri con il reverendo
Robert Ballinger e affronta anche i territori del rock n'roll, scrivendo
per Bo Diddley il classico "You Can't Judge A Book By Looking At The
Cover". La sua frenetica attività non rallenta negli anni Settanta e
Ottanta, incidendo per l'Ovation, la Columbia, la Yambo e la Pausa. Si
avvicina anche alle colonne sonore (è sua la musica de "Il colore
dei soldi"). Nell'88 firma per la Capitol e realizza l'ottimo album
"Hidden Charms". Un anno dopo esce la sua autobiografia, I Am
the Blues, (scritta con Don Snowden). Nel '90 i problemi di salute
limitano l'attività delle sue Chicago Blues All Stars (affronta anche
l'amputazione di una gamba a causa del diabete). Willie Dixon muore per
problemi cardiaci il 29 gennaio 1992 a Chicago. Indubbiamente è stato uno
degli ambasciatori più autorevoli e influenti del blues. Bisogna tra
l'altro, sottolineare le sue grandi doti manageriali e una consapevolezza
delle proprie possibilità francamente rara tra i bluesmen, allestendo
seminari nelle scuole e borse di studio per giovani musicisti. Un punto in
più da segnare a favore di questo omone massiccio e sempre pronto al
sorriso, tra i più grandi personaggi della storia del blues.
APPROFONDIMENTO
Analizziamo il testo che, portò Willie Dixon alla notorietà, grazie
alla poderosa inerpretazione di Muddy Waters.
(I’M YOUR)HOOCHIE COOCHIE MAN
by Willie Dixon
The gypsy woman told my mother
Before I was born
I got a boy child's comin'
He's gonna be a son of a gun
He gonna make pretty women's
Jump and shout
Then the world wanna know
What this all about
But you know I'm him
Everybody knows I'm him
Well you know I'm the hoochie coochie(*) man
Everybody knows I'm him
I got a black cat bone(*)
I got a mojo too
I got the Johnny Concheroo(*)
I'm gonna mess with you
I'm gonna make you girls
Lead me by my hand
Then the world will know
The hoochie coochie man
But you know I'm him
Everybody knows I'm him
Oh you know I'm the hoochie coochie man
Everybody knows I'm him
On the seventh hours
On the seventh day
On the seventh month
The seven doctors say
He was born for good luck
And that you'll see
I got seven hundred dollars
Don't you mess with me
But you know I'm him
Everybody knows I'm him
Well you know I'm the hoochie coochie man
Everybody knows I'm him
TRADUZIONE
IO SONO IL TUO HOOCHIE COOCHIE MAN(*)
Prima che io nascessi, una zingara disse a mia madre che sarei stato un
ragazzo che avrebbe camminato tanto e che avrebbe avuta molto fortuna con
le donne, dunque, aggiunse ancora, salta e urla per farlo sapere al mondo
intero, che io sarei stato l’ uomo con il Coochie Hoochie, l’ amuleto
di osso di gatto nero. Dopo io trovai il Johnny Concheroo(*) e, dopo
averlo deposto in una borsetta porta amuleti (mojo), dissi a tutti che io
sarei stato il loro Coochie Hoochie Man. Nacqui la settima ora, del
settimo giorno, del settimo mese, e i sette dottori che erano lì presenti
dissero che avrei trovato fortuna con quei settecento dollari. Cosi tutti
devono sapere che io sono il loro Coochie Hoochie Man.
Note: (*)Coochie Hoochie termine gergale, molto probabilmente derivante
da hooch, liquore di pessima qualità distillato in clandestinità, e da
Cooch che in gergo si riferisce ai genitali della donna. Quindi un Coochie
Hoochie Man, sarebbe colui che si dà baldorie con le donne, in odore di
riti satanici a sfondi sessuali. (*)Le ossa di gatto nero, estratte dalla
bollitura dell’ animale a mezzanotte e senza la luna, secondo le
credenze dell’ Africa Centrale, avrebbero dato l’ invisibilità a chi
ne avrebbe messo uno in particolare sotto la lingua. Infine il (*)Johnny
Concheroo è un’ altra frase gergale derivante da John il Conquistatore
(Conqueroo), tubero di una pianta boscosa (Jalapa Ipomea), simile a una
patata, con un’ enorme potere lassativo. Pertanto non viene ingerita,
ma, messa dentro una borsetta (mojo), chi la porta avrebbe molta fortuna
al gioco d’ azzardo e aumenterebbe il potere sessuale e personale.
Quindi riassumendo, il Coochie Hoochie Man, potrebbe rappresentare colui
il quale sarebbe in grado di risolvere i problemi personali, sessuali e
finanziari con l’ ausilio delle pratiche Voodoo, del resto questo
costituisce una tematica fondamentale nel Blues.
RIFLESSIONI
«Il blues? I fatti veri della vita espressi in parole e musica, ma
soprattutto ispirazione, feeling e consapevolezza».(Willie Dixon)
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DISCOGRAFIA ESSENZIALE
I Am The Blues: Il materiale contenuto in questo album del 1960
rappresenta la parte migliore della produzione di Willie Dixon di quegli
anni. Una primissima versione di “Back Door Man”, “You Shook Me”
portata in auge dal rude J.L.Hooker, e infine la tormentosa “(I’m Your)
Hoochie Coochie Man” di cui Muddy Waters ne vanta una superba
interpretazione.
Cryin’ The Blues: Ristampato nel 1996, riproduce un live del
1960 al Liberty Hall di Houston nel Texas. Nella session figurano altri
due giganti: l’albino Johnny Winter e Roy C. Ames. Fra i brani di spicco
dell’ album: “Spoonful” e “I Just Want To Make Love To You”,
scritti rispettivamente per Howlin’ Wolf e Muddy Waters.
I Think I Got The Blues: Album riedito il 15 Dicembre 1998.
Racchiude una serie di successi di Willie Dixon, tra i quali un suo
cavallo di battaglia “Wang Dang Doodle” e la famosissima “Bring It
On Home” portata al successo da Sonny Boy Williamson (Race Miller). Il
mio preferito “My Babe”.
The Original Wang Dang Doodle: Un’ album praticamente
imperdibile per gli appassionati del Chicago Blues. Tra i tanti brani di
spicco: “Wang Dang Doodle”, “Twenty-Nine Ways To My Baby’s Door”
e “It Don’t Make Sense(You Can’t Make Peace)”. Da sottolineare la
collaborazione di Billy Branch all’ armonica e Al Ducan alla batteria,
nonché la presenza poderosa di un Willie Dixon con il suo elemento
principe: il basso acustico. |