San
Leucio, Domenica 15 Luglio 2001. “Il sogno di una notte d’estate”,
di Shakespeare, è commedia sempre in bilico tra il mondo della fiaba e
quello ugualmente magico dell’amore giovanile. Ed é perciò sempre
attuale. Non stupisce quindi che sia la commedia shakespeariana più
frequentemente rappresentata e che abbia ispirato anche numerose opere
liriche, alcuni balletti nonché opere pittoriche e musiche di scena.
Anche
Tato Russo si è cimentato ad interpretare ed elaborare la bella commedia
shakespeariana riscuotendo, nelle due precedenti edizioni, consensi
unanimi, numerosi premi e la definitiva consacrazione della sua maturata
personalità artistica sia dalle platee nazionali che da quelle
internazionali.
Tato
Russo ha presentato alle LEUCIANE, sabato 14 e domenica 15 scorso, la
terza edizione del suo fortunato lavoro- prodotto dal Teatro Bellini di
Napoli in collaborazione con il Festival Leuciane di Caserta, con il 52°
Festival SHAKESPIRIANO di Verona ed il Festival LA VERSIALIANA- con poche
variazioni rispetto alla applauditissima seconda edizione che, come
afferma lo stesso Tato Russo, “è ormai da più parti considerata una
partitura perfetta dell’immaginario di shakespeare”.
La
mano di Tato è stata ancora una volta felice nel gestire un cast di 22
artisti tra attori, mimi e ballerini e nel coinvolgere il pubblico- con un
linguaggio suggestivo ed originale, con scenografie efficaci e poetiche-
nella favola dell’amore giovanile, sempre misteriosa e nuova con le sue
zone buie e le sue armonie faticosamente conquistate.
L’opera
si articola su quattro gruppi di personaggi: la corte di Atene con Teseo
ed Ippolita di cui si stanno celebrando le nozze; un quartetto di
innamorati separati da bisticci, malintesi e competizioni; un gruppo di
buffi muratori che, per sbarcare il lunario, prepara una rappresentazione
di Piramo e Tisbe per le feste nuziali; il mondo delle fate con
Oberon, re degli elfi, in lite con Tytania; il folletto Punk, volenteroso
ma capace solo di fare guai. Difatti gli incantesimi di Punk provocano i
più assurdi accoppiamenti (la stessa Tytania con l’artigiano Zeppola,
capo dei muratori, mutato in asino; variazioni di amori tra i componenti
il quartetto degli innamorati) fino a che, allo spuntar del giorno, Oberon
non riesce a ristabilire, magicamente, l’armonia giusta tra le persone
giuste.
La
scenografia (rielaborata da Uberto Bertacca), i costumi ( di Giusi
Giustino) e le coreografie (di Aurelio Gatti) hanno concorso a ricreare, a
fare vivere ciascun spettatore con il re degli elfi, Oberon, con la bella
Tytania e la loro variegata corte di elfi e gnomi presenti nella favola
rappresentata, misteriosa come le fiabe della notte, leggera, ironica,
lieve, piacevolissima..
Un
vero pezzo di bravura, godibilissimo, è stato Tato-Zeppola nel “prologo”
alla folle Piramo e Tisbe, seguito da una schioppettate messa in
scena (teatro nel teatro) di quella che doveva essere una tragedia. I
frizzi, i lazzi, le battute, la tempestività degli interventi hanno dato
l’occasione ai quattro “fravecatori”-“attori per fame” di farsi
perdonare qualche lungaggine e qualche appesantimento dialettale notato
nella preparazione della tragedia.
Per
Tato Russo, Arianna Selvaggia Quattrini e gli altri straordinari
interpreti, una serata sottolineata da applausi a scena aperta e la
certezza, quindi, che anche questa edizione di “Il sogno di una notte
d’estate ”, circuiterà negli anfiteatri più prestigiosi della
penisola e sarà il pezzo forte della prossima stagione teatrale, oltre ai
già previsti appuntamenti dei palcoscenici di Verona e Versiliana.
Noi
casertani, fin quando il Teatro Comunale non riaprirà i battenti, uno
spettacolo elaborato come questo ce lo possiamo solo sognare, vederlo alle
LEUCIANE o andare a Napoli o a Roma, come da anni purtroppo siamo
costretti a fare. |
fotografie
di L. Di Donato /
archivio "Caserta Musica & Arte"
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