Don Amedeo Damiano -il
sacerdote napoletano, che opera nella comunità di Limatola (Diocesi di
Caserta) e che, l’anno scorso, ha partecipato al Festival di Napoli
trasmesso da Retequattro- ha allestito un recital musicale che porterà in
giro per le piazze e i teatri campani.
Dieci canzoni inedite
costituiscono un Cd e sono la vera struttura portante di uno spettacolo
che s’intitola “Scetate”. Le canzoni sono state scritte da Don
Amedeo e arrangiate dal maestro Mario Simeoli. Dieci composizioni che si
richiamano alla tradizione napoletana. I ritmi sono quelli della
tamurriata, della tarantella. Nel Cd è contenuta anche la canzone “Comme
o fuoco e’ o mare”, che, al Festival di Napoli, è valsa a Don Amedeo
il premio speciale Retequattro ed il consenso della critica dei
giornalisti.
Nella messa in scena dello
spettacolo, il sacerdote si avvale della collaborazione di attori
professionisti, prestati dal teatro napoletano: Michele Scogliamiglio,
Gioacchino Vellutino, Ciro Gaglione, Maria Manfregola, Carmela Di
Costanzo, Maria Vitello e Roberta Damiano.
Il prete veste i panni di
Pulcinella e canta la Solidarietà e l’Amore assoluto, lo stesso che
predica dall’altare nelle sue omelie. Le sue canzoni arrivano al cuore
di chi le ascolta, così come lo spettacolo, che si snoda, agevolmente,
tra dialoghi, canzoni e monologhi. E, poi, c’è la voce, quella del
prete-cantante, che sa far vibrare le corde dell’anima. “Canto perché
ho qualcosa da dire - ama dire Don Amedeo- Canto per cantare la
Solidarietà, per lanciare un messaggio di vita e per chiedere amore per i
più deboli di questo mondo, pieno di sogni e di contraddizioni. Ma queste
canzoni sono anche un omaggio alla mia città, Napoli, che amo tantissimo
ed a Pulcinella, una maschera, a cui sono particolarmente legato”.
Il senso dello spettacolo
è tutto in una frase che il sacerdote ama ripetere: “Sognavo
d’essere sveglio mentre dormivo, ma solo quando il sogno è finito, mi
sono accorto di quanto non fosse reale”.
Sabato 9 Giugno, Don Amedeo Damiano si
esibirà presso l’Istituto “Vittoria Peccirillo” dei Padri Scolopi,
a Santa Maria Capua Vetere.
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