Cronaca del concerto di Nick Cave al Palalido - Milano
di Antonio Avalle

Milano, 4 Giugno 2001. E' un'avventura raggiungere il Palalido di Milano, soprattutto quando 2 ore prima del concerto si è ancora a lavoro e a 200 km di distanza dal capoluogo lombardo. Per fortuna l'impresa è riuscita ,anche se mi sono perso il primo pezzo del concerto "Do you love me?" . Sono giunto al Palalido mentre si consumavano le ultime note di Oh My Lord e l'impatto con l'intro di Henry Lee è stato tremendo...ahimè già terzo pezzo della serata. Grande emozione è stato vedere i Bad Seeds al gran completo sul nero e spoglio palco del Palalido...da subito mi accorgo che l'acustica non regge le forti sonorità dei bad seeds. Nick è in abito scuro, camicia bianca e cravatta, da vero dandy. Deliziosa l'interpretazione di Henry Lee, anche se come è accaduto cinque anni fa, ho sperato che a sorpresa uscisse a duettare P.J.Harvey. Si entra nel vivo della serata con l'indispensabile appuntamento con Red right hand, tra le canzoni meglio costruite da Cave, un blues di straordinario effetto in cui fuoriesce a pieno l'animo del grande cantautore australiano...di assoluta bellezza la resa dal vivo!

Si torna al nuovo con As sat sadly by her side senza intro di chitarra, come nella versione in studio, ma splendidamente lanciata dal piano di Conway Savage. Si intrecciano le chitarre di Blixa Bargeld e Mick Harvey nella versione di Papa won't leave you Henry, dura e impetuosa dalla prima all'ultima nota.

La voce di Nick è incredibilmente cresciuta, matura e penetrante...e la si ascolta al massimo quando si avvicina al piano per dedicare al pubblico in mera solitudine And no more schall we part e Love letter, autentiche poesie dell'ultimo capolavoro in studio. Siamo all'apice della liricità, la corte dei bad seeds ruota impeccabile intorno al suo Re Inkiostro. Un encomio all'impeccabile tocco di Warren Ellis, in splendita forma insieme al traghettatore delle sonorità della serata Mick Harvey. Ormai al settimo cielo arriva il momento profondo di The Mercy Seat (per me la migliore della serata)...intro lento alla chitarra di Harvey e la voce di Cave scivola arrabbiata sulle parole del dramma della sedia elettrica..."It began when they come took me from my home, and put me in Dead Row of which I am nearly wholly innocent your know and I'll say it again. I am not afraid to die" (Tutto iniziò quando mi portarono via da casa e mi misero nel braccio della morte. Anche se sono quasi del tutto innocente, lo sapete e lo ripeterò ancora Non ho paura di morire). L'interpretazione domata dall'intensa voce di Nick è un continuo crescendo e trascina ad un vibrante epilogo. Momento esplosivo! Lo spazio dedicato alle nuove canzoni è tanto: magnifica Hallelujah e raffinata Darker with the day. La resa dell'acustica migliora a dismisura quando Nick si siede al piano e i bad seeds prendono fiato. Nick fuma nervoso tra un brano e l'altro lasciando in ogni dove del palco le sue sigarette appena accese. Il finale nei due bis è tracciato sull'intima Into my arms (unica gemma rappresentata del precedente album The boatman's call), la languida Ship song e una versione da manuale di Stagger Lee. Infuocato il secondo bis con un indemoniato ritorno al passato dedicato ai the Birthday party. Alla fine due ore di emozioni nel pessimo Palalido, qualche rimprovero a Nick? Avrebbe dovuto almeno inserire in scaletta il brano Let love in. I prossimi appuntamenti per assistere Cave sono il 6 luglio ad Arezzo e il 7 al Parco della Pellerina di Torino.

Due foto di Nick Cave a Milano

 

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