Caserta, oltre la Reggia / Arte e cultura nel maggio casertano
di Lorenzo Di Donato

E' il terzo anno che la manifestazione "Caserta, oltre la Reggia"- che quest'anno si è proposta l'obiettivo di scoprire la città attraverso quattro itinerari che ricalcano le vicende storiche ed artistiche del territorio- è affidata all'organizzazione dell'Associazione "Civitas Casertana", che si è avvalsa dei coordinatori Anna Giordano e Marcello Natale, mentre la consulenza scientifica è stata affidata alle architette Rosa Anna Carafa, Lucia Giorgi e Giovanna Sarnella. 
La manifestazione si è svolta nei giorni 28-29 Aprile, 5-6 Maggio e 19-20 Maggio ed è stata patrocinata dal Provveditore agli Studi di Caserta. Essa ha visto il coinvolgimento delle scuole casertane, nelle quali i Docenti Referenti si sono impegnati con i propri studenti in percorsi di ricerca e di studio sulle chiese, i palazzi, i siti adottati dalle singole scuole e li hanno preparati per le giornate di maggio per essere "guide" del monumento.
La Manifestazione ha voluto evidenziare alcune realtà casertane "oltre la Reggia", sia per ristabilire il contatto tra il territorio, e la sua Reggia, e i tanti casertani di vecchio e nuovo conio, sia per invertire la consolidata ignoranza del patrimonio artistico del territorio casertano, che fa vedere solo deserto intorno al monumento borbonico.
Avremo noi la fortuna di non più assistere a quanto è accaduto, ad esempio, venerdì 18 maggio?
Un assembramento notevole di visitatori imbufaliti ha atteso tre ore davanti ai cancelli della Reggia, chiusi per una improvvisa riunione sindacale dei dipendenti della Soprintendenza. Se il "deserto" intorno alla Reggia non fosse esistito, come purtroppo esiste, quel migliaio di turisti poteva, doveva!, essere facilmente indirizzato a visitare i Giardini della Flora, il sacrario dell'Aeronautica, la chiesa di sant'Agostino, la Cattedrale e la Piazza Vanvitelli, per nominare i siti e monumenti più vicini alla Reggia ed inclusi tra quelli adottati dalla scuole. Non ne avrebbe avuto un buon ritorno, culturale ed economico, l'intera città di Caserta?
Lo svolgimento della manifestazione ha patito la pluralità dei siti e dei monumenti (ben ventiquattro!), nonché la loro dislocazione su un'area molto vasta (il centro urbano e ben sette nelle borgate pedemontane e tre sui monti Tifatini) e la diluizione della manifestazione in sei giornate, veramente troppe commisurato al bacino di utenza casertana. Se a questo si aggiunge l'assenza di pubblicità dell'iniziativa, non ci si può meravigliare di aver avuto una Manifestazione stanca, appesantita, trasandata, solo in parte ravvivata dalle vivaci "guide" degli alunni delle scuole elementari, forse le sole ad impegnarsi anche nella realizzazione di pannelli illustrativi. 
Certo non è stato un buon segno di vitalità trovare qualche sito o monumento chiuso o con giovani che stazionavano lì intorno un poco "alla via Gemito". Domenica 29 aprile alle 12 era già chiusa la chiesa di sant'Elena, la cappella dell'Immacolata e il Palazzo Paternò, mentre sabato 19 maggio la chiesa di sant'Elena non è stata proprio aperta. 
Mi rammarico profondamente di questa difficoltà di gestione della Manifestazione perché due anni fa, in due articoli sul settimanale Il Giornale di Caserta, mentre evidenziavo che nei due giorni della Manifestazione c'era stata una festa di cultura, di incontro festoso di generazioni altrimenti distanti, auspicai che la Manifestazione riscoprisse le realtà storiche, artistiche e culturali presenti nelle frazioni di Caserta in quanto una volta erano Casali e villaggi vivi che costituivano brillante corona alla collinare, medioevale Caserta. 
Ma nulla viene per il peggio. Nel prossimo anno sono certo che si farà tesoro dell'esperienza di quest'anno e che il Direttivo della Civitas Casertana riuscirà a dare nuova linfa alla Manifestazione con metodiche rinnovate e collaborazioni di scuole e docenti veramente interessati alle problematiche della loro iniziativa.

I bimbi delle ementari (III circolo) mentre illustrano ai visitatori le origini dei giardini della Flora.

 

La splendida chiesetta della Vaccheria reale, all'interno della Scuola di Polizia.

 

 

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