1981. Venti anni fa moriva Bob Marley ma la sua musica è fresca e vivida esattamente come quando è stata composta. Provate ad ascoltare il live con i Wailers del 75, come sto facendo io ora, e capirete di cosa parlo.
Venti anni sono tanti ma, banale, sembra proprio ieri che vidi uno dei suoi ultimi, memorabili, concerti: Stadio Comunale di Torino in anno domine 1980, giugno 28.
A 17 anni l'unico modo economico per raggiungere questa città delle automobili era l'automobile di altri, in autostop, e quindi ci si incamminava un pò di giorni prima. La musica era il pretesto per il viaggio e viceversa. Per noi di una generazione di mezzo, piccolo borghesi non troppo politicizzati e con un reganismo alle porte, questi viaggi fatti di "avventura controllata", era come vivere un imitazione dell'on the road all'americana: noi lo si faceva all'amatriciana. Parlo al plurale ma in realtà, oltre me e forse due tre amici disponibili, dalla nostra città non partiva nessuno. Si, eravamo ancora innamorati di questa idea di libertà e di vita, ma eravamo veramente pochi. Bob Dylan ad Avignone, Weather Report a Reggio Emilia, Police a Digione, Talking Heads a Roma (ma anche Zappa, Max Roach, Joe Jackson, ecc. a Napoli) ed io e il mio compagno di turno eravamo là. Sprazzi di libertà in un incipiente linea d'ombra che già ci voleva adulti e responsabili.
Al concerto di Torino c'era bella musica: Roberto Ciotti, Pino Daniele, quello bbuono, con Senese e Tony Esposito (ma anche Bob Fix, a cui chiesi, da allievo del suo batterista Umberto Guarino, se potevamo tornare indietro con loro verso Napoli), Average White Band e il "diointerra" BOB MARLEY!! Mai visto uno stadio così stracolmo. Già da mezzogiorno si era dentro: gli idranti davano sollievo ad un caldo fortissimo, un odore acre di marjuana e hashish andava a farsi sempre più forte. Cordoni di polizia in assetto da guerriglia che, come un bruco, tagliava la folla e i fischi che li accompagnavano erano assordanti. Era un concerto pacifico e di pace, era una festa!! Dalle 16 tutti i musicisti fanno il loro show. A me impressionano particolarmente gli Average, biondi scozzesi che suonano un funk torrido. Grandi!! Ma ecco l'annuncio che tutti aspettavano: "Ladies and gentlemen, from Trenchtown Jamaica: Bob Marley and the Wailers". Un boato che fa tremare lo stadio, lacrime agli occhi, ritmo nelle gambe e tanto ganja nei polmoni. La sua musica carica di sensualita e di "umidità" ci prese dalle primissime battute ed era un'enorme Rave ante litteram.
Bob, figlio di un bianco e di una nera -un bastardo quindi- faceva della sua musica l'unica certezza di identità e mezzo di avvicinamento a Jah, ragalando a noi "infedeli" sensazioni indescrivibili. Venti anni dopo nel 2001 Bob Marley è vivo con la sua musica e la sua influenza nella musica popolare contemporanea è incalcolabile. Lui ci direbbe: "Lively up yourself!!" Noi diciamo: "Lunga vita a Bob". |
Conservo
ancora con cura il biglietto di uno dei suoi ultimi concerti... |