Se semplifichiamo le
modalità e la spiritualità della musica afroamericana, cosi ampia ed eterogenea, se al Blues aggiungiamo una base ritmica (basso e batteria ), un
pò di fiati, qualche riff serpeggiante fra una strofa e l'altra, dei piccoli falsetti in coda alla strofa, si
evince che B.B.King era
già presente agli albori del R&B, quando, nel giugno del 1949, la prestigiosa rivista americana BILLBOARD, scrisse questo
appellativo. In quello stesso anno iniziava la carriera di B.B.King.
Riley King ( il suo vero nome ) nacque a Itta Bena nel Mississippi, in una piantagione di cotone, il 16 Settembre 1929, da un padre chitarrista che accompagnava la madre predicatrice di sermoni nella Chiesa Metodista.
Così King cominciò a cantare con la madre, che morì quando lui aveva sette anni. Allevato dai nonni, ricevette la prima chitarra a quattordici anni e con essa
cominciò a cantare in gruppi di Gospel nei paesi vicini e anche durante il servizio di leva nel 1944.
Racconta "Può risultare strano, ma fu quando mi ritrovai in caserma che decisi di cantare Blues".
Nel 1946 da Indianola, dove lavorava come trattorista, decise di trasferirsi a Menphis, vicino a New Orleans, il
più importante centro commerciale e culturale del Sud, e punto di incontro per tutti quelli che emigravano verso il Nord.
Lì, King si mise in contatto con suo cugino Bukka White, con il quale
suonò e apprese alcune tecniche, come quella del "bottleneck", nella quale un' asta di metallo mossa da un dito scivola sulle corde. Bukka era molto
più vecchio di King, registrava già dischi e i suoni che strappava dalle corde con un' asta di metallo facevano da stimolo al giovane Riley che cercava di riprodurli. Non riuscendoci
imparò a far vibrare la mano sulla corda e con l' aiuto dell' amplificatore riusciva a mantenere e a prolungare il suono, imprimendogli variazioni di
tonalità e di corpo.
Suonarono insieme per quasi un' anno, poi King decise di ritornare a Indianola, per riflettre e assemblare tutto quello che aveva assorbito in quel periodo. Alla fine del
1948
ritornò a Menphis, con un pò di danaro e la ferma e profonda coscienza di
ciò che doveva fare. Andò direttamente a Beale Avenue, una strada piena di locali aperti 24 ore su 24,
lì si presento ad un concorso di dilettanti al teatro Palace, dove fece numerose amicizie come, Bobby Bland, Rosco Gordon, John Alexander, Little Junior Parker, ecc, con i quali condivise lo scenario in tante occasioni. Nel 1949 avvennero due fatti che in un certo qualmodo segnaraono la sua vita. Suonando a Twist (Arkansas) in un rumoroso locale, vi fu una rissa per una donna, chiamata Lucille, fecero cadere un contenitore di cherosene che veniva utilizzato come stufa e il locale
andò in fiamme. Durante l'incendio, che distrusse il locale, King entrò
più volte rischiando la vita, per portare in salvo la sua Gibson, e
finalmènte vi riuscì e per non dimenticare
più che si era giocato la pelle, chiamò la sua chitarra con il nome di quella donna: "Lucille". Il secondo evento fu l'
opportunità che gli fu concessa dal bluesman Sonny Boy Williamson II (Race Miller) di cantare una canzone nel suo programma alla radio. Fu un grande successo. Ebbe
così uno spazio di dieci minuti nella emittente WDIA, sponsorizzato da un medicinale chiamato Peptikon. Fu allora che
cominciò a essere conosciuto come "The Blues Boy from Beale Street", convertito poi in Blues Boy King, e infine B. B. King. Nel 1949
realizzò la sua prima incisione, i suoi primi quattro brani: "Miss Martha Brown", "When Your Baby Packs Up And Goes", "Got The Blues", "Take A Swing With Me". Subito dopo viene ingaggiato dalla casa discografica Modern di Los Angeles, e da
lì si trasferì in California dove fondò diverse band stile Kansas City, introducento i fiati che diedero vita ai "riffs" che ancora tutt'oggi si ascoltano nei suoi brani di recente manifattura. Nel 1953 diede vita a Houston alla rinnovata band di Bill Harvey, con la quale
iniziò una lunghissima serie di concerti per tutto il paese, ricompensandolo economicamente per tutti i sacrifici fatti. B. B. King fu essenzialmente influenzato da T. Bone Walker, Charlie Christian, Elmore James, Django Reinhardt, fino a Duke Ellington, elaborando
così una tecnica chitarristica sciolta e brillante, come nei brani " Sweet Little Angel", "Three O'Clock Blues", "Then Long Years". Negli anni sessanta e settanta ebbe vari successi con canzoni come "Sweet Sixteen", "Rock My Baby"(brano particolarmente prediletto del mio repertorio), la sublime "The Thrill Is Gone", " Get Off My Back" (anche questo brano oltre che ad eseguirlo con la mia band, fa parte della colonna sonora della mia giornata; lo fischietto in bicicletta, in ufficio, e lo canto quando cerco di addormentarmi, la sera. Qualcuno dice che sono da psicanalisi). Il suo stile ha influenzato moltissimi artisti tra i quali Jimi Hendrix, Freddie King, Buddy Guy, Mike Bloomfield, Otis Rush, Elvin Bishop, e, non ultimo Eric Clapton, con il quale ha registrato nel 2000 l' album "Rinding With The King", di cui ne consiglio l' ascolto.
A settant' anni, B. B. King ha portato il Blues all' acme, suonando in tutto il mondo e registrando session con musicisti come lo spagnolo Raimundo Amador che nel 1995 registrarono insieme mettendo a confronto Blues e Flamenco. Ebbe anche molte critiche da colleghi e stampa,che lo accusavano di istrionismo e di tenere molto in considerazione la parte economica e il successo, cose in contrasto con l' essenza di
povertà e di sofferenza del blues. Lui cosi risponde in una intervista di Henry Pleasants: " Il Blues
è la mia vita, e io gli devo molto perchè mi ha aiutato ad avere una vita migliore. Molti mi dicono che io non sono un bluesman a causa del mio successo.....Ma se Nat King Cole
è diventato un grande cantante da night e ha avuto un' enorme successo, se Mahalia Jackson, che
è una grande cantate di gospel, è diventata popolarissima, perchè io non potrei essere contemporanemente un blues-singer e un cantante di successo? So che ci sono tanti giovani che vogliono suonare e cantare con me, e io voglio aiutarli a migliorare e a essere fieri di se stessi".
DISCOGRAFIA ESSENZIALE
Non saprei cosa dire, forse sarebbe meglio avere tutta la produzione di B.B.
King, in qualsiasi album vi è un gioiello, comunque tre sono gli album che a mio parere raccolgono il sublime della sua sconfinata produzione:
-"Live At The Regal" -del 1965. Da ascoltare con attenzione: "Sweet Little Angel",e la superba "Please Love Me" |
-LIVE IN COOK COUNTY JAIL- registrato live nel 1971. In esso vi sono eccezionali esecuzioni di "Every Day I Have The Blues", "How Blues Can You Get", e "The Trill Is Gone". L'ascolto di quest' album mi attanaglia dandomi l'impressione di volar via,insieme alle vibrazioni delle note. |
-"LUCILLE" - del 1968. Brani di spicco nell'album sono: "Lucile","Rainin' All The Time","Stop Putting The Hurt On Me". |
Per chi, invece voglia avere un pò di tutto, consiglio la numerevoli raccolte che si trovano in circolazione.
L' APPROFONDIMENTO
Analizziamo il brano che forse sintetizza il grande feeling che B.B.King ha
con il blues.
Why I Sing The Blues
by B.B. King / Dave Clark registrato nel 1956
dall' album "The Boogie! B.B. King's Early 50's Classics"
You all have been wonderin', wonderin' why I sing the blues
You all have been wonderin', wonderin' why I sing the blues
Yeah you just listen, and say you're me instead of you
Ah you won't to or you do get married, to someone for the rest of your life
Ah you won't to or you do get married, to someone for the rest of your life
Yes and there is always someone else, whenever you out of sight
You get the affection of a servant, the kindness of a slave
You get the affection of a servant, the kindness of a slave
Yeah you get the love of a dog, that can't even hear a word you say
I try to say something people, something just to pacify
I try to say something people, something just to pacify
I might not have lived right all of my life, but people please believe me I've tried
Trad: PERCHE' IO CANTO IL BLUES
Lei (1) è stata meravigliosa per me, ecco perche'io canto il blues,
e quando mi ascolta io lo canto per Lei. Non vuole neanche che qualcuno si leghi
a lei, perchè c'è sempre chi le sta vicino. Si, lei da la sensazione dell' amore di uno schiavo, e la gentilezza di un servitore, oppure l'affezione di un cane che non capisce neanche quello che gli si dice, ma vuol bene
perchè lui è un cane, ecco perchè io canto il blues. è probabile che nella vita io non avrei vissuto bene come adesso, ma ho cercato di dire qualcosa alle persone, e se qualcuno mi crede, almeno ci ho provato. Ecco
perchè io canto il Blues.
Note:(1)- Questa "Lei" che rincorre di continuo nel testo, potrebbe essere la
sua vita che in fin dei conti è stata molto generosa nei suoi
riguardi.
Per finire: una riflessione
è da tanti anni che coltivo l' amore per questo genere musicale, ho imparato
tante cose da Lui: Storia, Cultura Geografica, Tradizioni, Nuove simbologie,
Terminologia musicale, nuove tecniche di suonare, di cantare e di pensare, e
mi accorgo di essere piccolissimo, quasi inesistente, davanti alla
profondità e all'alta espressività che si può creare con il Blues, e quel
poco che gli ho strappato l'ho fatto con umiltà. Un monito, per questo, ai
giovanissimi "musicisti" rampanti, sappiate crescere con umiltà, perchè
quando credete d'aver capito, siete solo all'inizio della prima fase del
prologo.Qualche veloce virtuosismo sul proprio strumento in meno, ed uno
sguardo dentro se stessi in più.
"Un giorno, venne da me, da un villaggio vicino, un ragazzo di circa
dieci anni, chiedendomi di insegnargli a suonare il Blues. Io gli
chiesi quanta strada lui avesse fatto per arrivare fino a me,:..otto
miglia circa, rispose. E io gli dissi: " torna indietro, rifai la stessa
strada per dieci anni ancora e a piedi nudi, mangia una volta al
giorno una zuppa d'orzo, bevi l'acqua putrida che l'uomo bianco ti darà,
alzati prima che canti il gallo per andare a lavorare nei campi
di cotone, infine prendi una chitarra e suona, quello sarà il tuo Blues. |
La mitica chitarra "Lucille"
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