Nonostante
le innumerevoli manifestazioni di affetto e di solidarietà giunte da
tutto il mondo, non ha superato la grave forma di polmonite che l'aveva
colpito recentemente, Billy Higgins è morto. Si è spento lo
scorso giovedì, al Daniel Freeman Hospital di Inglewood, in California,
dove era stato ricoverato lo scorso per 16 aprile per una grave forma di
polmonite alla quale si è aggiunta l'insufficienza renale e problemi al
fegato ed ai polmoni. Aveva 65 anni.
Higgins
aveva già subito un trapianto del fegato cinque anni fa, ma questo stesso
fegato aveva ripreso a mal funzionare nell'ottobre dello scorso anno, per
cui era stato messo in lista d'attesa per un nuovo trapianto. Amici,
colleghi e fans, avevano iniziato una grande campagna per cercare di
raccogliere fondi per il sostegno delle cure mediche, organizzando
concerti di beneficienza in tutto il mondo.
Nato
a Los Angeles l'11 ottobre del 1936, Higgins iniziò a suonare la batteria
già da bambino e da adolescente divenne professionista suonando blues e
R&B. Poi, agli inizi degli anni '50, passò al jazz accompagnando
Dexter Gordon in una band nella quale era presente anche il suo compagno
di scuola, il grande trombettista Don Cherry.
Pur
avendo cominciato come beboppista, nel 1958 fu assunto da Ornette Coleman,
insieme allo stesso Cherry, per formare una delle formazioni più
importanti e controverse della storia del jazz, l'Ornette Coleman Quartet
che, anche grazie alle presenza del grande bassista Charlie Haden,
contribuì a rivoluzionare il mondo del jazz. Higgins è stato il
batterista di alcune tra le più importanti registrazioni di Coleman quali
The Shape of Jazz to Come, This is Our Music, e Something Else, l'album di
debutto del sassofonista del 1958, e divise con Ed Blackwell l'onore del
famosissimo album Free Jazz.
Con
il suo drumming fervido e inconfondibile, dagli anni '60 divenne una
presenza costante nei più importanti album dell'etichetta Blue Note,
registrando con Herbie Hancock, Jackie McLean, Grant Green, Donald Byrd,
Hank Mobley, Thelonious Monk, Steve Lacy, Sonny Rollins, Lee Morgan,
Dexter Gordon, Mal Waldron, Milt Jackson, Art Pepper, Joe Henderson, Pat
Metheny, Cedar Walton and David Murray's big band, ecc. Higgins poi ha
continuato a lavorare intensamente fino agli anni '90, quando sono
cominciati i problemi di salute; a suo credito ci sono oltre 700
registrazioni che l'hanno reso uno degli artisti di jazz più presenti su
disco, e tra le ultime "Works for me" superlativo lavoro di John
Scofield, il quale alla presentazione del cd alla Fnac di Milano di
gennaio, non nascondela la profonda preoccupazione per la condizione del
grande musicista e amico.
Personalmente
ho parlato con Billy Higgins dopo un concerto ad Aversa di qualche anno fa
e alla mia manifesta ammirazione per il suo suonare, mi rispose con una
grande e straripante risata chiedendomi se anche io suonassi la batteria,
e gli risposi dicendogli la verita cioè "sort of...", ovvero
"ci provo". Lui mi rispose che dicono tutti così e poi sono
bravissimi. Non è certamente il mio caso, ma testimonia il rispetto che i
veri grandi hanno per gli altri.
Articolo
scritto con il sostanziale aiuto di www.Ciaojazz.com
e www.Allmusic.com |
Il batterista Billy
Higgins |