Caserta,
26 Aprile 2001. La
rassegna di blues all'Oddly Shed di Caserta si è risolta felicemente con
la straordinaria partecipazione del chitarrista canadese Pat Travers.
Dopo gli Yardbirds, The Animals, The Status Quo non ci poteva essere
migliore epilogo! Chitarristicamente ineccepibile Pat Travers ha sfoderato
un' indemoniata e scintillante esibizione caratterizzata da una muscolosa
miscela di Rock Blues. Pat è apparso in trio modello Hendrix
"chitarra - batteria - basso", con Eric Frates a far
tremare il palco dell'Oddly Shed con la sua batteria e Rich Navarro a
schiaffeggiare all'inverosimile il suo basso. L'inizio del concerto è
rivolto al passato di Travers "Hooked On Music", che risale al
secondo album Makin'Magic ('77). La band gira a mille con stupefacente
sintonia, la sezione ritmica sostenuta e robusta accompagna alla
perfezione gli irruenti riff provenienti dalla Gibson di Travers. Ancora
tosto il seguito "Life In London" continua a sedurre l'attonito
pubblico. La velocità e la precisione di Travers è impressionante, il
suo stile seppur personale lascia ricordare il Johnny Winter del
periodo d'oro di "LIVE" e a tratti il Rory Gallagher di
"Irish Tour", non a caso tra i migliori chitarristi di blues
bianco. La performance della band è senza sosta: non lascia neanche lo
spazio agli applausi che è già al brano successivo. La sequenza
mozzafiato "Just Enough Money", "Ice Queen" e
"The Pain" scarica una pioggia di energia e di emozioni. E' un
inarrestabile vibrare e la meraviglia è ormai allo zenit. Frizzante il
medley "Makin'Magic", "R'n'R Susie", "Gettin'
Betta", "I La La La Love You" in risalto ancora la
compostezza sonora della giovane sezione ritmica, il batterista Eric
Frates è una vera forza della natura. La chitarra di Travers ci trascina
alle note di Boom Boom, brano tratto dal primo album '76, attraverso una
lunga jam con la relativa presentazione della band e un lungo applauso del
sazio pubblico.Il bis, dopo uno spassoso intermezzo classico con una
trasposizione su chitarra di musiche di Vivaldi, è dedicato a "Born
Under A Bad Sign" (di William Bell e resa famosa da Albert King),
concepita alla maniera di Hendrix, sicuramente tra i momenti più
esaltanti e coinvolgenti della serata. Acclamatissimo concerto, senza
dubbio una spanna sopra a quanto è passato di scena alla preziosa
rassegna blues organizzata da Bruno Zarzaca all'Oddly Shed. Un'esibizione
senza sbavatura, colma della ricca esperienza di uno dei più importanti
(seppur ancor troppo sconosciuto dalle nostre parti) chitarristi
esistenti.
Dietro
le quinte ho scambiato qualche chiacchiera con un soddisfatto e
disponibile Pat: "Sono letteralmente affascinato dall'Italia, che
calore! E poi il vostro vino è ottimo...tornerò tra ottobre e novembre
con la pubblicazione del nuovo album! Vivaldi? Difficile da interpretare
alla chitarra!".
Alla
prossima Pat. |
Pat Travers
Eric
Frates
Rich
Navarro
La
scaletta della serata, con la dedica di Pat |