Storia del Blues: Blues - State of mind
di Gianni Vescovo
No more auction block for me, no more, no more…,No more auction block for me, No more driver’s lash for me…,No more peck of corn for me…,No more…,No more. (traditional blues)

E’ praticamente impossibile definire con precisione le origini del Blues. Nel XVI secolo le navi negriere portoghesi, olandesi e spagnole facevano razzie di popolazioni intere sulle coste dell’ Africa orientale in particolar modo nel Senegal, Congo e Guinea, approdando nel Nuovo Mondo tra i Caraibi e la Virginia, dove poi, pian piano venivano smistati nell’ entroterra per essere impiegati come mano d’ opera nelle terre colonizzate dai pionieri inglesi. Le sofferenze del lungo viaggio in condizioni disumane, il trauma del distacco dalle loro terre, la lontananza dalle loro tradizioni, fecero si che si venisse a creare un particolare Humus, che pian piano divenne quasi uno Status Vitae interiore, innescando in tal modo, l’ essenza totale del BLUES. Le condizioni di vita nel Nuovo Mondo certamente non erano le più’ ottimali, trattati alla stregua di animali, senza la benche’ minima considerazione sociale, i neri vennero usati per i lavori più’ duri nei campi di cotone e nelle coltivazioni, sopportando lunghissime giornate di lavoro, di quasi quattordici ore, e pertanto si ando’ a sviluppare pian piano, quasi come un codice, un sistema di comunicazione fatto di lamenti e canti, dato che era tassativamente vietato parlare fra di loro durante il lavoro, e questi canti venivano accompagnati dallo scandire della vanga, della falce, dall’ alzarsi o dal chinarsi, insomma, tutto cio’ che era collegato ad un senso ritmico. Nei loro canti, oltre che a ricordare le loro lontane origini africane, venivano usati tutti gli argomenti di cui si parlava poi la sera, davanti ai fuochi, si cantava dei treni, dei battelli a vapore, degli attrezzi di lavoro, delle donne, dei bordelli, dei balordi, fino a fare anche caricature e vezzeggi sui bianchi, loro padroni, badando bene ad usare un linguaggio in codice, pieno di doppi sensi, proprio per non lasciarsi capire. In questo modo si gettarono le basi del BLUES. Dopo l’ elezione di Abramo Lincoln alla Presidenza degli Stati del Nord e successivamente con la resa degli Stati Confederati del Sud, venne promulgato il 13° emendamento della Costituzione che aboliva per sempre la schiavitu’. In realta’ ci son voluti tantissimi anni per arrivare alla condizione citata dalla Costituzione, e tutt' ora, nel Terzo Millennio, ancora di difficile convivenza. All’inizio del secolo scorso, vuoi per emancipazione, vuoi per desiderio di liberta', cominciarono a girovagare per le piantagioni di cotone, musicisti con strumenti artigianali, autocostruiti, riproducendo strumenti che appartenevano alla più’antica tradizione africana, come il banjo* (comparve negli States verso il XVII secolo), accompagnandosi poi con strumenti presi dalla cultura bianca. Lo strumento principe, per ovvi motivi di praticita' di trasporto, divenne ben presto la chitarra, dove ogni singolo artista la costruiva e la accordava con tecniche personali, ma ben presto fu affiancata da altre varieta’ di strumenti come il violino, l’armonica (di importazione tedesca, pare da parte di qualche emigrante proveniente dall’ Europa centrale, e sbarcato negli States verso la fine dell’ Ottocento). Il vagabondare di questi oscuri bluesman da una fattoria all’ altra durante i fine settimana, porto’ sempre più’ allo scambio di esperienze diverse, a narrarsi tra loro di storie che a volte si perdevevano nel mistero e nel buio delle lunghe notti passate in cammino da una localita’ all’ altra. Si narra che alcuni di loro fecero incontro con il demonio, che in cambio dell’ anima, dava loro l’assoluta conoscenza del Blues (vedi Robert Johnson, di cui parlero’ nel prossimo numero), tanto che dai bianchi il Blues fu chiamato “ la musica del diavolo “, infatti in molti brani si parla di amuleti e frasi scaramantiche per viver in liberta’ (che in fin dei conti era l’ essenza del Blues), ascolta in proposito “ I’ve got my mojo working” di Muddy Waters, brano di spicco nel mio repertorio. La struttura musicale del Blues, e’costituita in gran parte da 12 battute di 4/4, dove il testo si sviluppa nella forma AAB, e cioe’, una prima frase, poi una seconda quasi simile, che ribadisce il concetto, per poi finire con B, ed e' costruita su armoniche di tre accordi di tecnica dominante e sottodominante. Chiaramente non tutte le forme Blues sono uguali, tante volte risentono delle influenze culturali del luogo dove si e’ sviluppato. Arriviamo, cosi' al Country Blues delle regioni dell’ Est assieme al Mississippi Blues, il Louisiana Blues dell' Ovest e del Sud-Ovest, Delta Blues prettamente del Sud, Chicago Blues, piu' elettrico e aggressivo, il Detroit Blues, che poi sfocera’ nel Rhythm and Blues, il Border Blues al confine con la musica popolare nera. Alcuni Stati del Sud, intuirono la forza economica che si poteva ottenere dai neri, e quindi si cerco' di usare l' influenza ecclesiastica per assoggettarli permettendo loro di frequentare le Chiese durante i riti della domenica. Il Clero, d'altra parte, permise loro di usare i canti della campagna ma con tendenze di sviluppo verso un contenuto religioso. Dapprima nacquero gli Spiritual**, forme di canto basate sul call and response, ricchi di armoniche e di strutture corali, sviluppandosi con la scala pentatonica e inneggiando a un Dio amico e a condizioni piu’ umane che spirituali. Pian piano con la complicita’ della Chiesa, questi canti cominciarono ad essere eseguiti nelle funzioni religiose e accompagnate da piu’ strumenti quali la chitarra e l’organo con una struttura lenta sin dall’ inizio, fino ad incalzare al piu’ caotico parossismo, erano i Gospel***. Riassumendo lo Spiritual creo’ il primo punto di incontro fra la cultura nera e quella bianca, intersecandosi spesso, e creando cosi le basi per lo sviluppo futuro del Jazz, Rock ‘n Roll il Rhythn and Blues, e tutta la musica moderna.

Nella cartina, la mappa della Route 61 chiamata “La strada del Blues” che, da New Orleans, passando per Greenville, Cleveland, Helena, Menphis, St. Louis, porta fino a Chicago sul Lake Michigan, nello Stato dell’ Illinois.

 

 

APPROFONDIMENTO

*Banjo: l banjo è l'unico strumento della musica occidentale ad avere una tavola armonica di pelle. La sua origine va cercata in Africa, continente dal quale giunse in America nel corso del XVII secolo con la tratta degli schiavi. I primi esemplari di banjo presentavano un numero variabile di corde e manici non tastati. Il banjo a cinque corde, pizzicato direttamente con le dita (sovente con l'ausilio di plettri digitali), è particolarmente utilizzato nell'ambito della musica folk, nel country e nel bluegrass. Il banjo a quattro corde, pizzicato con il plettro, fu utilizzato soprattutto a partire dagli inizi del secolo negli spettacoli di vaudeville e, in seguito, nel jazz.

**Spiritual: Canto popolare religioso della tradizione musicale americana. Lo spiritual bianco, o revivalista, si sviluppò parallelamente al movimento evangelico dell'inizio dell'Ottocento; le sue radici si trovano negli inni popolari, nelle ballate religiose, negli inni evangelici e nella pratica del canto collettivo dei salmi, tipica della Chiesa coloniale. I primi riferimenti a spiritual cantati dagli schiavi neri risalgono al periodo compreso tra il 1825 e il 1850. Gli spiritual neri e bianchi hanno in comune molte melodie e testi; entrambe le tradizioni fanno uso di scale pentatoniche e di ricche ornamentazioni melodiche; l'alternarsi di solo e coro ricorda la pratica della chiamata e risposta tipica della musica africana. Gli spiritual neri mostrano inoltre significativi legami melodici e ritmici con i canti dell'Africa occidentale, e con il ring-shout, una danza estatica sempre di origine africana; venivano cantati con un tipico timbro vocale e con l'accompagnamento di schiocchi di dita e battiti di mani e piedi. Fino a dopo la guerra civile americana sembra venissero eseguiti senza sostegno armonico; erano spesso utilizzati come canti di lavoro e talvolta costituivano un mezzo per comunicare in codice messaggi segreti. Alla fine dell'Ottocento gli spiritual, sia bianchi sia neri, furono in gran parte soppiantati dai Gospel.

***Gospel: Genere di innodia popolare americana emersa attorno al 1870; all'inizio prevalentemente bianco, ebbe grande diffusione nelle cerimonie religiose urbane condotte dal pastore evangelista Dwight Moody con il musicista Ira Sankey. Le sue radici sono da ritrovarsi negli inni catechistici, negli spiritual dei raduni di campo e nelle melodie e armonie della musica popolare; nel gospel bianco la voce di basso spesso riecheggia le altre parti. I testi parlano soprattutto di salvezza e conversione. La musica del black gospel, la più conosciuta, si sviluppò da una combinazione di inni precedenti ed elementi degli spiritual neri. Il canto, che può essere intonato in chiesa durante le funzioni e sfociare in danza estatica, è di solito accompagnato dal piano o dall'organo e dal suono di chitarre elettriche; più spesso è ritmato dal battito delle mani e da tamburelli. Tra i maggiori interpreti di gospel si ricordano Rosetta Tharpe e Mahalia Jackson.

*Banjo, **Spiritual, ***Gospel, sono tratti da” Enciclopedia ENCARTA”

 

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