intervista a: Sergio Bertoni Sergio Bertoni (a destra nella foto), produttore e chitarrista, originario di Napoli e casertano di adozione, ha prodotto vari CD insieme al chitarrista Umberto Casella (a sinistra nella foto), ed altri lavori con musicisti casertani. Nella seguente intervista ci parla di se e dei suoi gusti musicali. |
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Sergio,
di cosa ti occupi nel campo della musica? È una parola … Quella che più amo è la musica strumentale, ma in questo periodo mi sto occupando anche di produzioni di musica leggera. In questo momento sono “in stallo” con la mia attuale casa discografica, e ancora non conosco coloro che hanno rilevato il mio precedente contratto. Ci parli dei tuoi primi passi nella musica? Sono nato nel ‘54 a Napoli. Nella mia famiglia erano tutti appassionati di musica. Mio padre suonava la fisarmonica, i miei fratelli ascoltavano molta musica. A tre anni già iniziavo a canticchiare, e ho iniziato a studiare canto fin da piccolino. Ma fare sacrifici non mi piaceva, e presto abbandona lo studio. Ripresi nell’epoca dei Beatles, nel ‘65, a 10-11 anni, suonando il basso e cantando, cosa che adesso non mi riesce più. Quando hai iniziato a incidere i primi dischi? Appena sono arrivato a Caserta, nell’86, ho conosciuto il pianista Pasquale Casella. Il primo giorno che arrivai a Caserta il papà di Pasquale, vedendomi scaricare i miei strumenti musicali mentre effettuavo il trasloco, mi disse che il figlio suonava. Messoci in contatto facemmo insieme varie sigle per radio e TV, e alcuni demo. Come hai conosciuto Umberto Casella? Semplice: era il fratello di Pasquale. Realizzamo insieme un demo che inviai alla casa discografica “New Sounds”. Questa ci fece pubblicare un singolo, “De Cuja”, inserito in una compilation che vendette 40.000 copie. Dopo ciò venne fuori il primo disco insieme a Umberto, “Non solo latino”, e poi il successivo “Banco Central”, uscito anche in Spagna, Argentina e probabilmente qualcosa verrà usato per un film in Portogallo. Abbiamo registrato anche il terzo disco, che per ora è bloccato. Anche un altro singolo da me composto “Wasteland”, che ho realizzato con Gianni D’Argenzio al sax, è uscito pochi giorni prima che fallisse la casa discografica. Per cui è stata per ora distribuita solo una parte delle copie effettivamente stampate. In genere dove registri i tuoi lavori? Inizialmente nel mio studio, e poi a seconda delle necessità vado in altre sale, specie per i missaggi. Ma il prossimo disco lo vorrei registrare stesso a Caserta, nello studio “Four Brothers”. Hai collaborato con musicisti casertani? Sì, collaboro essenzialmente con casertani: Enzo Faraldo, Gianni D’Argenzio, Pasquale e Umberto Casella, Ciro Maiello, e vari cantanti. Rapporti con Napoli? Nessuno Perché? Quando ho deciso di dedicarmi alla musica strumentale non avevo più molti contatti con l’ambiente musicale, ho ricominciato daccapo qui a Caserta, ed è stato molto meglio così. Come nascono i tuoi brani con Umberto? Comincio io a preparare ritmi e loops su cui lavorare. Poi fissiamo un calendario di sessions (prove). Durante le session lui cura la parte armonica e io la parte melodica, anche se talvolta invertiamo tali ruoli. Io sono più orientato a musiche più semplici, tipo New Age, mentre lui è più jazzistico, e elabora armonie più audaci. Come vanno le vendite dei dischi? Riuscite ad abbattere i costi di produzione? Con i primi due lavori, tra dischi e compilations siamo andati molto bene. Ora dobbiamo vedere chi sono effettivamente quelli che hanno rilevato catalogo e contratti della nostra casa editrice “New Sounds”, che è stata a lungo la prima casa discografica in europa come vendite di dischi. E dobbiamo ancora vedere in che modo punteranno su noi. Chi sono i musicisti di Caserta che ti vengono in mente? Gli Avion Travel, che stimo moltissimo perchè fanno una musica visuale, diversa e interessante. I Corepolis, di cui apprezzo molto i brani originali, quelli più celtici e acustici, che mi fanno risvegliare la mia passione per la musica “progressiva” e classicheggiante. Poi Pietro Condorelli, che ho visto in concerto I tuoi artisti preferiti? Jimi Hendrix. Pure il mio gatto si chiama Jimi Hendrix! E poi la musica progressiva, Steve Hackett in testa (il chitarrista dei primi Genesis). Poi John Lennon all’epoca dei Beatles. I cinque dischi che porteresti con te su un’isola deserta? “Sgt. Peppers” dei Beatles, “Breakfast in America” dei Supertramp, “Thriller” di Michael Jackson, “90125” degli Yes, “Elecrtric Ladyland” di Hendrix. E ci aggiungo pure un sesto: “Dark side of the moon” dei Pink Floyd. intervista
di emilio di donato, Aprile 2000 |
"le stanze sonore" Ciro
Maiello è produttore esecutivo e ideatore del progetto “le stanze
sonore”,
che vede impegnato Sergio Bertoni come produttore artistico. |
per contatti: Sergio Bertoni &
Umberto Casella |