"Il blues č na' femmena che vuņ bene, ma che n'un te pensa proprio"
Il concerto dei Blue Stuff
di Antonio Avalle
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Caserta, 2 Novembre 2000.
"Il blues č na' femmena che vuņ bene, ma che n'un te pensa proprio"...cita Mario Insenga (voce e batteria dei Blue Stuff).
Serata esplosiva all'affollatissimo Oddly Shed che ha proposto in cartello questa settimana il genuino blues dei Blue Stuff. Oltre due ore e mezza di continuo blues dove Mario "Blue Train" Insenga e i suoi Blue Stuff hanno dimostrato di essere in forma smagliante,lasciando chiaramente intendere di non voler assolutamente abbandonare la loro incredibile "missione per conto di Dio" per il blues, che dura ormai da quasi vent'anni.
I BLUE STUFF sono in giro con una nuova rivitalizzata veste che prevede, oltre all'energica voce e batteria di Mario Insenga, l'inserimento di un vibrante e originale violino quello di Edo Notarloberti, l'instancabile basso di Mino Berlano (alias Mortimer) e la fresca (appena inserito nei Blue Stuff) chitarra di Lino Muoio.
L'apertura della serata č dedicata ai fondamentali standards blues, che hanno fatto la storia dei Blue Stuff, brillante č l'interpretazione di "Goin' up the country" dei Canned Head sempre cara a Mario Insenga. Si continua con le canzoni dell'ultimo album "Roba Blues" (uscito lo scorso dicembre) partendo con "Impiegato" il posto di tutti i posti, il sogno di qualunque madre, poi č il momento di "Compagno di strada" dedicato al fedele furgone, affidabile compagno di numerose tournče al contrario di tante donne.
Sul palco si nota a pieno la forte coesione presente nel gruppo; la sezione ritmica gira a mille insieme ai grintosi assoli di violino di Notarloberti. C'č il tempo per
qualche ballata "il blues della strada" e "Tempi duri" che segnano il blues del vivere quotidiano, le storie di tutti i giorni per chi vive continuamente "on the road". Nel frattempo l' Oddly Shed, ormai stracolmo, ha raggiunto la temperatura giusta per cominciare ad agitarsi tra i tavoli e per intonare le note dello spassoso "Fujie Pascalģ" (richiestissima dall'inizio della serata), delle ironiche "E' asciuto pazzo o' padrone" (brano dedicato alla vicenda Maradona) e "Sotto Viale Augusto" (che racconta gli inspiegabili lavori permanenti sotto il viale Augusto di Fuori grotta).
Il finale č un innarestabile susseguirsi di bis dilatati all'inverosimile con "Sweet Home Chicago" (un traditional del 1936 scritto da Robert Johnson), eseguita in un'eccitante versione di oltre 10 minuti, il rock'n'roll di "Johnny B.Goode" con in evidenza i riff di chitarra di Lino Muoio.
Mario Insenga ha il tempo di lasciare riposare le sue corde vocali facendo spazio all'esibizione sbiadita di King David (presente tra il pubblico), che si č proposto in chiave tutto giuffo e rock'n'roll con attegiamenti da vera rock star (scomodando l'icona del grande Elvis) ...azzeccatissima la scelta di interpretare per l'occasione Hoochie Coochie Man di Willie Dixon.
Gli incontenibili Blue Stuff salutano il pubblico con il profumo delle strade e delle terre di "Afragola Shuffle" che metaforicamente rappresenta il Mississippi del nostro caro Sud (basta immaginarsi alle piantagioni di cotone quelle di cipolle presenti ad Afragola).
Dal vivo i Blue Stuff esplodono con una potenza che lascia attoniti: un feeling che difficilmente potrebbe essere intuito su disco e che dal vivo erutta incontenibilmente. Con furore dal SALOON dell'Oddly Shed per incorniciare una gran bella serata! |
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Blue Stuff
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