San
Leucio, 27 Luglio 2000. Il concerto congiunto della Nuova Compagnia di Canto
Popolare e Angelo Branduardi non poteva essere un finale
migliore per l’edizione 2000 del Leuciana Festival. E’ stato un
momento rappresentativo della musica casertana poiché la NCCP è oramai
da anni di casa a Caserta, e vari casertani ne fanno o ne hanno fatto
parte: Corrado Sfogli (casertano doc) e la moglie Fausta Vetere
(splendida voce e presenza) vivono da sempre a Caserta, così come il
bassista Pasquale Ziccardi che è l’ultimo “acquisto” della
formazione. Molto bella la loro performance, che ha preso l’intero primo
tempo, basata principalmente sulla riproposizione di vecchi classici
(“tarantella del Gargano”, “Madonna tu mi fai”, “Canto dei
Sanfedisti”, “La serpe a Carolina” ed altri), in cui spicca
prepotentemente la voce di Fausta Vetere e la vena popolare di Marcello
Colasurdo. Divertente ed inusuale la presenza di Branduardi in alcuni
brani come seconda voce, favore restituito nel secondo tempo dai cantanti
della NCCP. Nel brano tradizionale“Antidotum tarantulae” a sorpresa ha
suonato il flauto dolce lo stesso Nunzio Areni, ex membro della
NCCP ed attualmente organizzatore del festival, dando maggiormente il
senso della festa e della riunione alla serata. Di notevole spessore è
stato il secondo tempo in cui Branduardi, spalleggiato da tre formidabili
musicisti tra cui Dino D’Autorio al basso, ha riproposto
interamente il suo ultimo album “l’infinitamente piccolo” dedicato
alla figura di San Francesco, di cui ha musicato i fioretti, laudi e altro
materiale risalente al primo secolo di attività dei francescani. Angelo
Branduardi, che di solito nei suoi concerti è di poche parole, ha
invece stavolta “rotto la regola” e ha spiegato diffusamente tutti i
brani, lasciando ampiamente intravedere quanto tale esperienza lo abbia
influenzato e reso partecipe anche dal punto di vista spirituale.
Musicalmente il suo concerto è stato rivelatore della estrema vitalità
del violinista menestrello, che è riuscito ad incantare gli oltre tremila
spettatori (senza contare coloro che, causa biglietti esauriti, hanno
ascoltato all’esterno) con la sola forza di canzoni interamente nuove.
Solo nel bis finale ha riproposto i suoi brani d’obbligo “La pulce
d’acqua” e “Alla fiera dell’est”, cantati all’unisono dal
pubblico. La sua figura artistica è venuta, con tale concerto, fortemente
rivitalizzata a prescindere da tali motivi di successo. Alla fine fuochi
d’artificio (tanti), gente e bimbi coi nasi all’insù, e contentezza
che San Leucio abbia fatto trovare a Caserta una vera e giusta dimensione
per ascoltare concerti d’autore.
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