Il concerto di Bennato nel
cortile del Belvedere di San Leucio è stato bellissimo. Il concerto
conferma che la poliedricità di Bennato
non ha molti paragoni in Italia. E che il sito del Belvedere di San Leucio
è un luogo ideale per i concerti, per acustica, capienza e naturale
bellezza. Le canzoni di
Edoardo, che già nel passato erano state riarrangiate per quartetto
d'archi ad opera del Solis String Quartet, un quartetto di violinisti
tanto bravi quanto poliedrici e simpatici, hanno preso nuova vita nella
esecuzione della Nuova Orchestra Scarlatti, diretta da Antonio Sinagra.
Al di là dell'indubbio valore dei suoi
classici, qui riproposti pressoché tutti, Edoardo Bennato è in grado di
gestire con assoluta naturalezza e senza nessuno stridore un concerto
interamente per orchestra, e in un contesto che più "aulico"
non si potrebbe, in questo prezioso cortile settecentesco. Lui che fino a
poco tempo fa si esibiva in fumosi pub suonando sanguigno blues come
"Joe Sarnataro & Blue Stuff". Lui che ha iniziato la
carriera come "one man band" in cui si esibiva, in perfetto
stile busker, suonando da solo e contemporaneamente chitarra, kazoo,
armonica e tamburello. Ed è in questa veste essenziale che Edoardo si è
riproposto nel finale, eseguendo da solo alcuni brani come "il gatto
e la volpe".
Il concerto è stato impreziosito da gustose "interazioni" tra
Bennato e il Re Ferdinando (Gianfelice Imparato). Quest'ultimo, tramite il
sortilegio operato dalla maga Papessa (un Peppe Barra in piena forma) è
riuscito a soddisfare la sua voglia di poter vedere nel futuro. E il
megaschermo alle spalle dell'orchestra era il modo con cui il re può
dialogare CON i suoi sudditi del futuro, rimproverandoli di "essersi
fatti fare fessi dai francesi" perché vivono in democrazia "che
non ha mai funzionato, il popolo non è mai stato in grado di scegliersi
un governante. Quando si tratta di pagare le tasse, per il popolo tutti i
governanti sono cattivi. Quando si tratta di mangiare e fare festa, tutti
i governanti sono bravi". Queste botte e risposte tra il Re ed
Edoardo, tramite un filmato diretto e sceneggiato da Ciro Sapone, hanno
reso ancor più vario lo spettacolo di Bennato. Il progetto di Nunzio
Areni ha dato un grosso valore aggiunto al Leuciana Festival, mostrando
che Caserta è in grado di allestire grosse produzioni e con ottimi
esiti artistici.
Gli arrangiamenti di
Antonio Sinagra, che ha diretto l'orchestra, sono tutti efficacissimi e di
alta classe. Roba da ricchi, direi. E mescolano con classe gli
insegnamenti di De Simone (il primo arrangiatore per orchestra di Bennato)
con sound più moderni. Proprio belli i due momenti "operistici"
di "troppo troppo!" e "tutti insieme lo denunciam", in
cui ha duettato con la soprano Maria Chiara Chizzoni. In particolare
"Troppo Troppo" è un vero momento da operetta comica, con tanto
di esilarante recitato e coro. Ed è un momento in cui Bennato rappresenta
la categoria dei musicisti, a cui il giusto compenso è troppo spesso dato
come atto di magnanimità dal "re" di turno. Quando Bennato ha
attaccato "un giorno credi", fina dalle prime parole ho sentito
intorno a me la gente emozionarsi, e la signora alle mie spalle ha
partorito una lacrimuccia abbracciandosi col marito. A me la lacrimuccia
non è venuta, problema di differenza generazionale probabilmente, ma chi
è in grado di emozionare migliaia di persone, ed ognuna per un motivo
differente, è un grande. E Edoardo lo è.
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