La
prima cosa che mi è balzata all'occhio attraversando Letino – ultimo
comune casertano di confine lassù, a
mille metri, abbarbicato alle montagne del Matese - è stata la presenza di
tante opere scolpite nella roccia, tutte firmate "STOLU", che si
trovavano dappertutto: mastodontiche sculture nella piazza principale
(Vedi foto "Fratellanza Universale", a lato),
fontane scolpite, una sorta di innumerevoli totem e amuleti disseminati
tra le strade, la campagna e i locali del paese. Spinto dalla curiosità vado a trovare l'artista nel suo villino,
che già da lontano pare salutare i visitatori attraverso gli occhi delle
decine di nobili volti rocciosi che si affacciano attraverso la debole
rete di recinzione. Lui è cordialissimo e subito disponibile.
"Io
amo la natura, la vivo e la respiro. Io sono un uomo di terra, che zappa e
mangia. Per me che sono stato tanto tempo fuori casa fin da quando avevo
diciannove anni - sette anni nel Ticino, poi a Genova, e in altre zone d'Europa-
sentivo che la parola "terrone" era un termine buono, che
indicava effettivamente il mio attaccamento alla terra, anche se gli
altri la pronunciavano per offendere."
Luigi
Stocchetti mi parla aiutandosi con ampi gesti e sguardo energico. Ci
troviamo nella sua casa di Letino, una enorme "esposizione permanente
all'aperto": nel giardino retrostante giacciono centinaia di
sculture, che lui talvolta è costretto ad ancorare con calce o
addirittura a sotterrare per evitare saccheggi notturni. Nel seminterrato
decine di quadri sono poggiati su pareti disadorne. E lui è lì che
nell'aria frizzante mattutina ti fissa con enormi occhi neri e una voglia
di comunicare spaventosa.
"E'
la pietra stessa che mi chiede "fammi così come sono". Io
riciclo le pietre che mi circondano, e se necessario le rubo a chi le
butta come se fosse roba morta e inutile. Non mi sognerei mai di rubare un
milione, se trovo dei soldi per terra non li prendo, ma questo bel pezzo
di marmo l'ho presa nella marmifera."
E
mi indica una bellissima opera che ha appena terminato di scolpire (foto 1
- Cavaliere romano). La sua scultura ha una forza primordiale e raffinata, che rimanda alle
forme lignee africane e ai totem indiani, al simbolismo e ai classici
rinascimentali. Le
stesse caratteristiche che possiamo riscontrare nelle due grandi sculture che
da poco più di un anno fanno bella mostra di sé in via F.lli Rosselli a
Caserta (vedi le tre foto a lato)
"L'arte
per me è emozione, una emozione che sento ancora, come l’ ho sentito
nel passato quando vidi per
la prima volta Paestum. E fu
una rivelazione che ebbi durante il periodo militare"
"Per
me è bellissimo poter esporre le mie opere, che hanno bisogno di un
pubblico, o come dico io "di maritarsi". Ad esempio quella
enorme scultura in piazza a Letino, la "fratellanza universale",
io l'ho donata senza alcun compenso. Per me però è importante entrare in
paese e vederla lì, ergersi sul paesaggio, ed è come se ricevessi
centomila lire ogni volta che la vedo. " Io volentieri farei arte
solo per baratto, del tipo "io ti do una mia opera e tu mi i dai in
cambio qualcosa che mi serve". Ma questa società me lo proibisce, io
devo pagare il flex, l'elettricità e i materiali. Perciò la società ha
una specie di debito verso di me."
Anche
nel bar del paese troneggia una grossa foto di Stolu, al secolo Luigi
Stocchetti, e nel ristorante in cui pranzo trovo decine di sue opere e
quadri, un suo catalogo appeso al muro, e varie sculture nell'ampio
giardino antistante. L'intera Letino funge da una unica massa che Luigi
Stocchetti plasma e firma; come naturale controparte di chi dallo stesso
luogo trae contemporaneamente la materia, l'ispirazione e la destinazione
finale della propria opera.
Dedica
tanto tempo alla scultura?
"Ma
che importanza può avere... Che differenza può fare se per realizzare
un'opera ci ho messo un minuto o cento ore. Vuoi sapere quanto tempo ci ho
messo per scolpire quello che ho davanti? A seconda di chi sei ti
darò una risposta diversa".
Luigi
Stocchetti è evidentemente contento di poter parlare della sua opera, e
sperava che fossi un "critico d'arte". Gli spiego che io non
sono un critico, ma una persona che ammira chiunque si dedichi all'arte,
ed intendevo più semplicemente conoscerlo ed eventualmente pubblicarne
l'intervista.
"I
critici vanno, vengono, ma non si sa mai cosa e dove scrivono. Io comunico
il mio entusiasmo, la mia energia, e lo faccio specialmente qui, a casa
mia. Però leggo sempre di altri che sono famosissimi, vedo sempre gli
altri sui giornali. Il mio attaccamento a Letino, dove vivo e lavoro, non
mi porta fortuna."
Sto
scrivendo un libro, con l'aiuto del mio parroco, che traduce in perfetto
italiano quello che dico. Non so se senti le mie imperfezioni, ma
l'importante è capire quello che dico, non come lo dico"
Mio
padre aveva sempre questa illusione dell'estero. Vai in Svizzera, vai in
Svizzera - mi diceva. Lui mi ha fatto lavorare fin da piccolo. Poi ci sono
andato in Svizzera; ma lì si lavora sodo come qui. Ma io quando lavoro ho
difficoltà perché penso continuamente alla scultura, ai libri. Con tutte
le difficoltà che ho avuto in Svizzera non potevo tornare indietro da mio
padre, sarebbe stata una sconfitta. E così siamo sempre dominati
dall'ambiente in cui viviamo.
Ho
sempre lavorato, ma parlo di lavoro manuale, duro, da muratore a
fabbricante di mattoni, ma mi piace la manualità. Ogni cosa che vedo la
voglio fare. Anche il Male mi affascina, ma per l'educazione familiare che
ho ricevuto non ne seguo la strada.
Mi
indica un quadro rosso vivo, su cui si è soffermato il mio sguardo.
Stralunati volti di anime infernali sono in ascolto di un piccolo
personaggio di spalle che li arringa concitato."In
questo quadro ("Anime", foto a lato) c'è una persona in basso, di spalle che parla con
le anime dei morti. La persona di spalle potrei essere io, o Gesù, o uno
di noi, che sta avvertendo queste anime che anche loro possono uscire da lì,
potersi salvare. Questo quadro è dipinto "dal nudo", come piace
a me, cioè senza tracciare prima dei segni a matita sulla tela, ma usando
direttamente il colore sulla tela e creando sull'istante. Ma questo è uno
dei cento metodi differenti: il metodo principale rimane sempre il
cervello."
Molti
mi chiedono cosa mi spinge a fare quadri, che cosa significano ... Ma che
devo spiegare? Io li faccio per sfogo, per amore, perché lo sento, poi
vedete un pò voi che significato hanno"
©
Caserta Musica & Arte - Febbraio 2001
Biografia
Luigi
Stocchetti, lo scultore autodidatta Stolu,
è nato il 24.7.1940 a Letino (CE) dove risiede in via Colle Manni.
Luigi,
ragazzo di un paese di montagna, ha capacità artistiche superiori alla
norma, ma la sua creatività , il suo amore per il Bello non è capito, e
quindi non valorizzato, né dai genitori né dai compaesani che lo
definiscono ironicamente il “Michelangelo del Matese”.
Diventato
giovane, Luigi -seguendo le
orme di tanti suoi compaesani andati alla ricerca della fortuna
all’estero, a volte trovandola- si reca a lavorare in Europa,
combattendo quasi quotidianamente con la voglia di piantare tutto e dare,
finalmente, sfogo alla sua fantasia, far vivere quelle pietre che quasi
quotidianamente toccava nel suo lavoro di muratore, liberare i mille
personaggi imprigionati nei massi, che lui, solo lui, vedeva.
E
torna , quindi, al suo paese natio, dove, appena può, incomincia il suo
mutare pietre in opere d’arte, pur nella quotidiana lotta per la
sopravvivenza. E, finalmente, giungono anche i primi riconoscimenti: la
“Torre del Bramante” nel 1993; la medaglia d’oro “Città di
Vigevano” ; la coppa della Provincia di Pavia, mostre, encomi,
interviste.
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Galleria
cliccate per ammirare
le opere a pagina piena
Cavaliere romano (2001)
Fratellanza Universale -
Installazione a Letino (CE)
Anime - acrilico su tela
(2000)
Scultura 1 in Via Rosselli, Caserta - vista frontale, (1999)
Scultura 1 in Via Rosselli, Caserta - vista laterale, (1999)
Scultura
2 in Via Rosselli, Caserta, (1999)
Senza titolo (2000) |