Il 16 Luglio 2006 si è spento Crescenzo del Vecchio. Pubblichiamo
con piacere il ricordo che il critico Battarra ci ha inviato per
ricordarlo.
Enzo Battarra ricorda Crescenzo Del Vecchio
Crescenzo Del Vecchio, l'artista, il maestro, è scomparso. Ha lottato
contro la malattia, con il suo coraggio di sempre, con tutta la sua
passione per la vita, con il suo grande amore per ciò che lo circondava e
per il mondo intero. Ma non ce l'ha fatta!
Vorremmo ancora dirgli che gli vogliamo un bene enorme, che per noi è
stato ed è un riferimento insostituibile. Questo a Caserta, da sempre la
sua città adottiva, a Baselice, paese suo natio, a Maddaloni, luogo del
suo impegno civico. Ma sicuramente in queste ore lo stanno piangendo i
suoi ex allievi delle Accademie di Napoli, di Bari, di Brera a Milano. E
lo piange tutto il mondo dell'arte.
È stato per me e per tanti altri, più che suoi allievi suoi figli
adottivi, un gigante, un Gulliver, tanto per citare uno dei temi artistici
a lui più cari. Ha letteralmente allevato generazioni di operatori
culturali in tutti i territori in cui ha operato. Molti sono oggi artisti
affermati, anzi affermatissimi, altri, come me, fanno i critici
d'arte, altri comunque sono rimasti legati alla vita culturale del Paese.
Ha insegnato non l'arte, ma l'amore per l'arte, che è cosa molto più
sublime. Artista dalla tecnica pittorica eccezionale, per non dire
mostruosa, mi ha trasmesso la capacità di valutare la capacità creativa,
la genialità, la comunicatività. Mi ha insegnato ad andare oltre la
tecnica, pur senza mai dimenticarla.
Mi ha fatto appassionare all'arte trent'anni fa, quando in una bottega
culturale di via Colombo a Caserta, Lineacontinua, condotta dal compianto
Armando Napoletano, mi coinvolse in una performance, "La muricciolaia".
Entrai nelle foto ed entrai nel mondo dell'arte, iniziando subito dopo a
scrivere i miei primi testi. E, mi piace ricordarlo, fu mio padre a
presentarmi Armando e poi Crescenzo.
Ora non c'è più. Sarebbe fin troppo facile dire che restano le opere, ma,
per quanto splendide, non riescono a colmare il vuoto della sua mancanza.
Perché la genialità artistica di Crescenzo inondava i suoi lavori, ma si
riversava su tutti noi, era in lui, quasi come una materia palpabile.
Mentre scrivo mi emoziono, ma voglio dire che forse le sue opere più belle
sono le tante persone che lui ha coinvolto, ha fatto innamorare dell'arte,
ha cresciuto nel segno di un impegno totalizzante nel campo culturale.
Anch'io sono una sua opera, o se preferite sono opera sua.
Da lui ho assorbito anche il senso delle istituzioni, l'impegno civico.
Crescenzo è stato assessore nella città di Maddaloni e ha fatto sempre
politica attiva. Perché la cultura ha bisogno di essere proposta e
sostenuta nelle sedi istituzionali. Avevamo la stessa tessera di partito
ma avevamo soprattutto lo stesso obiettivo politico, nel senso pieno del
termine.
Caserta dovrà ricordare Crescenzo Del Vecchio Berlingieri, l'artista che
amava aggiungere al suo cognome anche quello della madre. La città dovrà
ricordarlo molto più di quanto abbia mai fatto. La sua mostra del marzo
2001, che inaugurava la sala espositiva del Centro Sant'Agostino, è stata
un giusto tributo, ma molto tardivo, al suo genio.
A Benevento, nella Rocca dei Rettori, la sua ultima personale. Era l'11
marzo scorso, la malattia gli stava minando il fisico ma non gli aveva
tolto certo l'entusiasmo della creazione, e volle che a presentarlo in
pubblico fossi io. In quell'occasione, pur di raggiungerlo, superai con
l'auto una bufera di neve. Oggi più che mai sono felice di averlo fatto!
Un pensiero alla sua famiglia, a Teresa, la moglie che ha assolto in modo
esemplare il difficile compito di assecondare il genio che era in lui, e
ai figli, tutti e tre bravi nel portare dentro di loro il suo insegnamento
di vita, Benedetta, Maria Adele e Gigiotto, quest'ultimo mio vero e
proprio fratello minore.
Crescenzo
Del Vecchio Berlingieri è nato a Baselice. Vive e lavora tra Caserta e Milano. E' titolare della cattedra di decorazione alla Accademia Belle Arti di Brera Milano. E' stato uno dei fondatori del Gruppo Studi P.66 e del movimento Humor Power. Sue opere si trovano in molti musei internazionali.
Dal 1956 egli ha
partecipato ad innumerevoli mostre collettive e tenute personali in Italia
ed all’estero (Stoccarda, Parigi, Chicago, Barcellona). Oggi è titolare
della cattedra di decorazione all’Accademia Belle Arti di Brera, a
Milano, e perciò vive e lavora tra Caserta e Milano.
Le opere in questa pagina sono tratte dalla
mostra “Familiari“ di Crescenzo Del Vecchio Berlingieri
alla Galleria delle Arti Contemporanee di Caserta, nel marzo 2001.
Come scrive il dott. Gianmaria Piscitelli
nella presentazione della mostra: “Questa
mostra è la scelta di campo di una istituzione, quale la Galleria delle
Arti Contemporanee.. Abbiamo inteso da un lato attestare il ruolo dell’arte
casertana nel panorama mondiale delle avanguardie e, dall’altro, abbiamo
voluto fare una scelta internazionale, perché Del Vecchio è artista di
spessore e di storia, considerato anche al di fuori dei confini della
nostra nazione.”
“Noi spettatori corriamo l’avventura di fare parte di
un happening, improvvisato nella misura in cui è casuale la nostra
partecipazione ed in cui è programmata l’azione delle componenti dell’opera,
del quale prendiamo coscienza soltanto a processo avviato, ed alla cui
fine scopriamo che non siamo i lettori che incorporano passivamente
messaggi e informazioni precostituite dall’artista, ma siamo gli
elaboratori dei segnali che sono disposti nell’opera e ci pervengono con
la cadenza e la successione che ha loro imposto il progetto del pittore. E
in questa scoperta ha rilievo la coscienza che noi e l’artista
diventiamo i co-autori del “significato”, cioè del valore da
attribuire all’esperienza che andiamo a conducendo”.(Flavio
Quarantotto)
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